Giochi virtuali, soldati reali

di Carlo Gubitosa

Come si fa a cercare nuova carne da cannone senza dare troppo nell'occhio? Basta gettare l'esca giusta tra il pubblico dei videogiochi, pieno di ragazzi pronti ad arruolarsi col miraggio dei soldi facili per sostituire il mouse con un vero lanciarazzi. È così che sfogliando le recensioni di gamespot.com mi sono imbattuto in un promo che precede le anteprime di alcuni giochi, una sorta di spot obbligato cui sono costretti tutti quelli che vogliono vedere come funziona un videogame prima di comprarlo.

Il video mostra un soldato afroamericano impegnato a raccontare la grandezza e l'utilità del suo lavoro nel più grande esercito del mondo, con il rinvio finale a www.dosomethingamazing.com – un sito in cui si invita a “fare qualcosa di straordinario”, come ad esempio arruolarsi nell'aviazione statunitense. Il sito in questione “è dedicato alle cose straordinarie che i piloti dell'aviazione statunitense realizzano in tutto il mondo. Ogni giorno combattiamo su campi di battaglia in territorio straniero, controlliamo satelliti, difendiamo il ciberspazio e rendiamo i nostri cieli sicuri per tutti”. Il testo è corredato da una galleria di video che “forniscono una visione personale e mai vista finora della nostra incredibile abilità e potenza di combattimento”. In Times Square il manifesto dello Zio Sam affisso sul gabbiotto di reclutamento volontario mi aveva fatto sorridere per la sua ingenuità vintage, ma guardando questo sito ho dovuto ricredermi sull'abilità degli “spin doctor” del Pentagono. La carta dei videogame non è nuova, ed era già stata giocata con la distribuzione gratuita del gioco “Americàs Army”, utilizzato per proporre il reclutamento ai videogiocatori dai riflessi più pronti.

Nel nostro piccolo paese di provincia a forma di stivale tutto questo passa inosservato, e continuiamo a chiamare eroi ragazzi plagiati dalla propaganda di chi vuol fare la guerra con i figli degli altri. I falsi moralisti che denunciano internet come strumento di corruzione dei bambini si dimenticano di denunciare gli eserciti come strumento di corruzione degli adolescenti. Gli educatori e i pedagogisti non hanno gli strumenti o l'interesse per rilevare il fenomeno, e l'unico modo per accorgersi della caccia al soldato fatta coi videogiochi è quello di capitarci casualmente in mezzo. La Catena di San Libero

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy