La tempesta

Purtroppo non la tempesta sognante e simbolica di W. Shakespeare, ma quella molto più concreta americana, tamponata con il maxi intervento statale di 850 miliardi di dollari, il più grande intervento pubblico nel mondo della finanza e delle banche dalle origini del capitalismo. Ed è già stato calcolato che non basteranno, ce ne vorranno tanti altri.
I disastri come i trionfi sono figli di tutti, e non dimentichiamo che prima Ronald Reagan e poi Bill Clinton ci hanno dato insieme un bel periodo di crescita. La presidenza Bush con le guerre al terrorismo ha lentamente cambiato la situazione, ed ora è al termine. Pertanto il clamoroso crack ha scatenato una serie di attacchi personali, accuse ciniche e violente e rivendicazioni, che suonano come un si salvi chi può, tristissimo. Il tutto fatto, come al solito, anche con video ed email.
Cominciamo da parte repubblicana, riporto, tradotto alla lettera, un passo di una email firmata Sarah Palin: Il senatore Obama ed i suoi amici dell'estrema sinistra dicono sempre una cosa e ne fanno un'altra. Dicono che danno il loro sostegno alle truppe, ma con una giravolta votano per togliere i fondi ai nostri uomini e donne in uniforme. Dicono di tagliare le tasse, e con un'altra giravolta, votano per l'aumento. Dicono di essere per l'indipendenza energetica, ma non vogliono sostenere le trivellazioni in territori nuovi. E' chiaro che non possiamo fidarci di loro. Segue la richiesta di contributi per le spese della campagna elettorale, da 25 a 2000 dollari.
L'attacco più duro di Obama invece riguarda lo scandalo Keating, fine anni '80 primi anni '90, questo testo è corredato da un documentario di un quarto d'ora. Fu il fallimento della Lincoln Savings and Loan, una delle più grandi del paese, che costò al governo americano, ed in definitiva al contribuente, 124 miliardi di dollari per salvare i risparmiatori. In quell'occasione McCain finì difronte al comitato etico del senato che giudicò sconsiderata la sua posizione in difesa di Charles Keating, il quale finì poi in prigione per la bancarotta fraudolenta della sua banca californiana. Segue un parallelo con la situazione odierna.
Come questa mattina riporta Rainews, l'incontro scontro di Nashville del 7 ottobre ha mostrato McCain stanco e nervoso, Obama più aggressivo, ambedue hanno risposto alle domande del pubblico ribadendo tutti i punti chiave del loro programma. McCain ha accusato Obama di voler aumentare le tasse, ed ha promesso riforme per l'energia, assistenza sanitaria e sicurezza sociale. A sua volta Obama ha ribadito che il suo piano farà pagare meno tasse al 95% degli americani ed ha indicato le sue priorità: al primo posto l'energia, favorendo l'indipendenza dal Medio Oriente, poi riforma dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione. Scontate le reciproche accuse in politica estera.
Il sondaggio Gallup del 7 ottobre dà a McCain il 42% delle preferenze, il 51% ad Obama, con una crescita costante di giorno in giorno dalla fine di settembre, dato confermato, sia pure con variazioni delle proporzioni, da altri istituti di ricerca. Si aspettava una rimonta repubblicana con questo incontro, ma finora sembra che non ci sia stata. C'è meno di un mese perché possa realizzarsi. Aspettiamoci dunque una raffica di nuovi colpi di scena, sorprese, attacchi e contrattacchi.
Certo è che considerati tutti i problemi economici ed internazionali che il nuovo presidente, chiunque esso sia, eredita da otto anni di presidenza Bush ci vorranno talenti, intelletto e temperamento veramente eccellenti, superiori, per cambiare il paese ed il mondo e portarli in una direzione migliore.

emedoro@mail.it

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