Arte e comunicazione tra le diversità : il Premio internazionale “Nova Milanese 2000“.

L’arte trova spazio a Nova, cittadina dell’hinterland urbano, ai confini della metropoli milanese, alle porte della terra di Brianza, dove si è inaugurato, a Giugno, il Premio artistico internazionale , intitolato “Nova Milanese 2000”, che accorpa:
• la XX Rassegna Nazionale del Disegno G. Segantini
• la XVI Rassegna Nazionale dell’acquarello “Fondazione A. Durini”
• la II Rassegna Nazionale dell’incisione
• la II edizione del “Premio Vittorio Viviani”
• la II edizione del premio “Città di Nova Milanese”.
Il tutto realizzato con i patrocini degli assessorati alla cultura della Provincia e della Regione.
Nell’ambito del Premio è stata allestita e inaugurata la mostra antologica di Vittorio Viviani, uno dei più validi esponenti del chiarismo lombardo, fondatore, nel lontano 1952, della Libera accademia di Pittura di Nova Milanese, dove si sono formati artisti quali Lorenzo Piemonti, Franco Daleffe, Mario Zappa ecc.. e ideatore dei Premi di disegno e di pittura intitolati a Giovanni Segantini e alla moglie Bice Bugatti, al tempo cittadina di Nova Milanese.
La Libera Accademia di Pittura (fondata appunto da Viviani, purtroppo deceduto nell’estate del 1998), microcosmo artistico, idillico luogo della mente, spazio per “ricreare” l’anima, piccola fucina di giovani e adulti pittori alle prese con la personale fantasia creatrice, acquista un sempre maggiore e riconosciuto prestigio con i premi annessi, da cui nasce e si sviluppa un dialogo continuo e costruttivo con artisti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. La pittura, il disegno e la scultura costituiscono una forma di espressione che non si serve del tramite verbale, attualizzando una trasmissione di valori, simboli, segni mentali, meditativi, riflessivi in sostanza rigeneranti.
L’arte figurativa, come anche quella musicale, rappresentano mezzi creativi per trasmettere e comunicare messaggi, realizzare e tramandare idee, senza il tramite esclusivo del linguaggio. Come la comunicazione orale risulta costituita da idiomi convenzionali, da parole chiave o espressioni comuni a tutti gli appartenenti ad uno specifico settore culturale, ad una determinata area regionale o nazionale, così anche la trasmissione comunicativa artistica non verbale, per manifestare all’osservatore dei messaggi, in maniera chiara ed efficace, necessita di un linguaggio non uditivo, ma visivo, tramite segni, simboli, immagini, iconemi, rappresentanti la realtà anche in maniera astratta, surreale, metafisica o iperrealistica ecc…
Ogni individuo, per mezzo dell’espressione artistica, fruibile attivamente (come operatore artistico) o passivamente (come percipiente/fruitore), può contemplare vari aspetti della realtà, della vita, diventando spettatore e attore consapevole di essa e spesso da lei indipendente, estraniandosi dalle difficoltà, dai mali, dai problemi e disagi esistenziali, perché creando, o osservando, l’artista o il contemplatore d’arte, si elevano oltre il tempo, in una dimensione percettiva estatica, contemplativa, di rinnovato “stupore infantile” nei confronti della “creazione”, per attingere dall’idea e per entrare in contatto estatico, nella sospensione di ogni giudizio, in un’epochè riflessiva e meditativa, oltre la “ragion pura”, con le radici stesse dell’essere.
L’artista è in grado, rendendo partecipi gli altri della propria arte, della propria “creazione”, comunicando i valori espressi dall’opera, di promuovere un nuovo atteggiamento di solidarietà e fratellanza tra uomini, esorcizzando, con il suo esempio fattivo, lo spettro del conflitto, che dilania gli individui e i popoli da sempre, specchio di un atavico peccato originale. Dunque la comunicazione artistica come strumento “catartico”, di purificazione dal male e liberazione dalle difficoltà esistenziali, momento creativo rigenerante e ricreativo dei sensi, vivibile e spendibile singolarmente o collettivamente, in comunità, per affrontare il disagio esistenziale dilagante, caratterizzato dall’individualismo esasperato, dalla solitudine nei luoghi remoti della psiche: “non una depressione comune, un male oscuro misterioso, ma il male di vivere” Perché l’esistenza deve essere vissuta anche per se stessi, ma nell’interrelazione con l’altro, il diverso da sé. L’arte ed il confronto, l’opinione, lo scambio di idee relative ad essa, può fungere da tramite catartico, per l’interrelazione e comunicazione con l’altro da sé, in una prospettiva di accrescimento e arricchimento reciproco, di integrazione tra le differenze, le diversità intersoggettive, individuali , multiculturali, interetniche.
Nell’autobiografia di ogni artista è insito il richiamo affettivo ed emotivo all’idea primigenia e assoluta del “bello”, all’affezione estetica, alla fascinazione per le forme d’arte, magari generatesi sin dall’infanzia, in determinati contesti esistenziali che si ricollegano alla personale storia di formazione e che con il racconto autobiografico, retrospettivo e introspettivo, la narrazione di sé all’altruità/alterità, riemergono, riaffiorano alla mente, sottili forme di richiamo alle origini, radici della nostalgia, con intensa e spesso dirompente volontà esplicativa, di interpretazione ermeneutica, relativa a quanto si è realizzato, creato, estratto e astratto, dalla mente autopoietica, autogenerativa, tramite la prassi, la “poiesis” quotidiana, che alimenta l’espressività.
Le occasioni di incontro per avvicinarsi a tali tematiche di discussione artistica vengono riproposte annualmente dalla Libera Accademia di Nova Milanese, durante il Premio artistico intitolato alla cittadina novese, grazie all’instancabile contributo dei collaboratori, tra cui la segretaria Amina Redaelli, il Direttore Corrado Mauri, il curatore delle rassegne Togo, che formano la commissione artistica composta a sua volta dai critici Giuseppe Scalvini, Alessandro Savelli, Luciana Schiroli, Giorgio Seveso, Giuseppe Bonini.
In conclusione, l’arte in generale al centro del discorso comunicativo tra individui per incontrarsi, raccontarsi e confrontarsi relativamente all’esperienza di realizzazione e creazione artistica che appaga ogni essere umano, nel desiderio di esprimersi tramite le personali capacità e abilità creative, al fine di superare le barriere, i muri relazionali tra le differenze, le diversità individuali, intersoggettive, interetniche e multiculturali presenti, sotto molteplici aspetti, nel contemporaneo “villaggio globale”, con l’intento di attualizzare il reciproco rispetto e la comune valorizzazione, sotto il segno universale dell’arte.
LAURA TUSSI
Un Premio artistico internazionale a Nova Milanese: l’arte supera le “barriere”.

Di Laura TUSSI

L’arte trova spazio a Nova, cittadina dell’hinterland urbano, ai confini della metropoli milanese, alle porte della terra di Brianza, dove si è inaugurato, a Giugno, il Premio artistico internazionale , intitolato “Nova Milanese 2000”, che accorpa:
• la XX Rassegna Nazionale del Disegno G. Segantini
• la XVI Rassegna Nazionale dell’acquarello “Fondazione A. Durini”
• la II Rassegna Nazionale dell’incisione
• la II edizione del “Premio Vittorio Viviani”
• la II edizione del premio “Città di Nova Milanese”.
Il tutto realizzato con i patrocini degli assessorati alla cultura della Provincia e della Regione.
Nell’ambito del Premio è stata allestita e inaugurata la mostra antologica di Vittorio Viviani, grande vecchio, eternamente giovane della corrente figurativa lombarda, artista straordinariamente innamorato della pittura, appassionato interprete del fascino dei colori e delle forme nel rapporto trasfigurativo con la realtà, uno dei più validi esponenti del chiarismo lombardo, fondatore, nel lontano 1952, della Libera accademia di Pittura di Nova Milanese, dove si sono formati artisti quali Lorenzo Piemonti, Franco Daleffe, Mario Zappa ecc.. e ideatore dei Premi di disegno e di pittura intitolati a Giovanni Segantini e alla rispettiva moglie, Bice Bugatti, al tempo cittadina di Nova Milanese.
La Libera Accademia di Pittura (fondata appunto da Viviani, purtroppo deceduto nell’estate del 1998), microcosmo artistico, idillico luogo della mente, spazio per “ricreare” l’anima, piccola fucina di giovani e adulti pittori alle prese con la personale fantasia creatrice, acquista un sempre maggiore e riconosciuto prestigio con i premi annessi, da cui nasce e si sviluppa un dialogo continuo e costruttivo con artisti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. La pittura, il disegno e la scultura costituiscono una forma di espressione che non si serve del tramite verbale, attualizzando una trasmissione di valori, simboli, segni mentali, meditativi, riflessivi in sostanza rigeneranti.
L’arte figurativa, come anche quella musicale, rappresentano mezzi creativi per trasmettere e comunicare messaggi, realizzare e tramandare idee, senza il tramite esclusivo del linguaggio. Come la comunicazione orale risulta costituita da idiomi convenzionali, da parole chiave o espressioni comuni a tutti gli appartenenti ad uno specifico settore culturale, ad una determinata area regionale o nazionale, così anche la trasmissione comunicativa artistica non verbale, per manifestare all’osservatore dei messaggi, in maniera chiara ed efficace, necessita di un linguaggio non uditivo, ma visivo, tramite segni, simboli, immagini, iconografie e iconemi, rappresentanti la realtà anche in maniera astratta, surreale, metafisica o iperrealistica ecc…
Ogni individuo, per mezzo dell’espressione artistica, fruibile attivamente (come operatore artistico) o passivamente (come percipiente/fruitore), può contemplare vari aspetti della realtà, della vita, diventando spettatore e attore consapevole di essa e spesso da lei indipendente, estraniandosi dalle difficoltà, dai mali, dai problemi e disagi esistenziali, perché creando, o osservando, l’artista o il contemplatore d’arte, si elevano oltre il tempo, in una dimensione percettiva estatica, contemplativa, di rinnovato “stupore infantile” nei confronti della “creazione”, per attingere dall’idea e per entrare in contatto estatico, nella sospensione di ogni giudizio, in un’epochè riflessiva e meditativa, oltre la “ragion pura”, con le radici stesse dell’essere, in un’inestricabile e profonda identità e compenetrazione fra arte e vita.
L’artista è in grado, rendendo partecipi gli altri della propria realizzazione, della propria “creazione”, comunicando i valori espressi dall’opera, di promuovere un nuovo atteggiamento di solidarietà e fratellanza tra uomini, esorcizzando, con il suo esempio fattivo, lo spettro del conflitto, che dilania gli individui e i popoli da sempre, specchio di un atavico peccato originale. Dunque la comunicazione artistica come strumento “catartico”, di purificazione dal male e liberazione dalle difficoltà esistenziali, dai giochi egoistici e narcisistici quotidiani, come momento creativo rigenerante e ricreativo dei sensi, vivibile e spendibile singolarmente o collettivamente, in comunità, per affrontare il disagio esistenziale dilagante, caratterizzato dall’individualismo esasperato, dalla solitudine nei luoghi remoti della psiche: “non una depressione comune, un male oscuro misterioso, ma il male di vivere” Perché l’esistenza deve essere vissuta anche per se stessi, ma nell’interrelazione con l’altro, il diverso da sé. L’arte ed il confronto, l’opinione, lo scambio di idee relative ad essa, può fungere da tramite catartico, per l’interrelazione e comunicazione con l’altro da sé, in una prospettiva di accrescimento e arricchimento reciproco, di integrazione tra le differenze, le diversità intersoggettive, individuali, caratteriali tra esseri umani, ma anche multiculturali, interetniche.
Nell’autobiografia di ogni artista è insito il richiamo affettivo ed emotivo all’idea primigenia e assoluta del “bello”, all’affezione estetica, alla fascinazione per le forme d’arte, immaginari ancestrali, poetiche interiori, simultaneità di sorgenti emozionali, magari generatesi sin dall’infanzia, in determinati contesti esistenziali che si ricollegano alla personale storia di formazione e che con il racconto autobiografico, retrospettivo e introspettivo, tramite la narrazione di sé all’altruità/alterità, riemergono, riaffiorano alla mente, sottili forme di richiamo alle origini, radici della nostalgia di un’identità remota, con intensa e spesso dirompente volontà esplicativa, di interpretazione ermeneutica, relativa all’oggetto artistico, a quanto si è realizzato, creato, estratto e astratto, dalla mente autopoietica, autogenerativa, tramite la prassi, la “poiesis” quotidiana, che alimenta l’espressività, in metaforiche singolarità comunicative dell’eterna e poliedrica magia dell’arte.
Le occasioni di incontro per avvicinarsi a tali tematiche di discussione artistica vengono riproposte annualmente dalla Libera Accademia di Nova Milanese, durante il Premio artistico intitolato alla cittadina novese, grazie all’instancabile contributo dei collaboratori, tra cui la segretaria Amina Redaelli, il Direttore Corrado Mauri, il curatore delle rassegne Togo, che formano la commissione artistica composta a sua volta dai critici Giuseppe Scalvini, Alessandro Savelli, Luciana Schiroli, Giorgio Seveso, Giuseppe Bonini.
In conclusione, l’arte in generale al centro del discorso comunicativo tra individui per incontrarsi, raccontarsi e confrontarsi relativamente all’esperienza di realizzazione e creazione artistica che appaga ogni essere umano, nel desiderio di esprimersi tramite le personali capacità e abilità creative, al fine di superare le barriere, i muri relazionali tra le differenze, le diversità individuali, intersoggettive, interetniche e multiculturali presenti, sotto molteplici aspetti, nel contemporaneo “villaggio globale”, con l’intento di attualizzare il reciproco rispetto e la comune valorizzazione, sotto il segno universale dell’arte.

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