Canto fuori dal coro. Perché il lavoratore licenziato da FS dovrebbe avere ragione a prescindere?

Secondo il presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, Dante De Angelis, macchinista di Trenitalia e delegato per la sicurezza, è stato licenziato “non perche' ha denunciato un incidente, ma perche' ha fatto delle affermazioni false riguardo la manutenzione dei treni diffondendo l'idea di treni insicuri con un grave danno economico e di immagine per l'azienda''. 'Se la denuncia riguarda un fatto reale – ha sottolineato – e' giusto che ogni lavoratore la faccia, ma se vengono dette cose false e dannose per l'azienda e' inevitabile il licenziamento e anche la richiesta di danni''. Le dichiarazioni, come è noto, erano state rese a seguito dei due incidenti che avevano provocato una ruttura strutturale a due carrozze Eurostar, non in viaggio e quindi senza alcun danno ai passeggeri. Quando si è diffusa la notizia è scattata una immediata solidarietà “a prescindere” nei confronti del lavoratore, con richiesta di reintegro immediato nel posto di lavoro e con petizione all’azienda, sottoscritta anche da illustri personaggi come Dario Fo e Franca Rame.

Io non sono personalmente dell'idea che un lavoratore licenziato debba aver ragione “a prescindere” e debba perciò essere reintegrato per forza. Ciò che egli ebbe a dichiarare a proposito degli Eurostar ha effettivamente generato un diffuso allarmismo, che evidentemente non può non creare seri danni ad un'azienda, anche se pubblica, come Trenitalia. Non sono tecnicamente in grado di dire se quelle affermazioni erano corrette o meno. Io penso che ci sarà un giudizio, ci saranno delle verifiche, ci sarà un giudice che esamina il caso e, se si verificherà che vi sia stato dell'allarmismo ingiustificato, chi lo ha provocato ne dovrà in qualche modo rispondere. Se al contrario ciò non dovesse essere è evidente che il giudice dovrà reintegrare il lavoratore e risarcire lui per il danno subito. Più in generale, faccio fatica ad accettare che in determinate situazioni vi sia qualcuno che “ha ragione per definizione”, cioè “a prescindere”. Vorrei anche sottolineare quanto siano pericolose impostazioni di questo tipo, per le quali “a priori” qualcuno possa essere considerato “nel giusto” al di sopra delle regole. Spingendo all’estremo un tale punto di vista potremmo finire con il dare ragione a Berlusconi, quando si dichiara un perseguitato politico dalla magistratura! A mio giudizio nessuno può essere innocente o colpevole sulla base di teoremi, ma solo attraverso prove, che possono essere anche basate su presunzioni, purché gravi precise e concordanti. Ma mai “a priori” e “a prescindere”, che si chiamino Berlusconi, Napolitano, Papa Benedetto o appunto Dante De Angelis.

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