Un decreto legge che penalizza pesantemente le comunità  italiane nel mondo

Intervento del Sen. Claudio Micheloni

Tenuto in aula del Senato il 16 Luglio 2008 nell'ambito della discussione generale con seguito di votazione del ddl n. 866 – decreto legge n. 93, salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie

Signor Presidente, Colleghe e Colleghi,

Il decreto legge in discussione penalizza pesantemente le comunità italiane nel mondo.
Su quattro punti in modo particolare:

1) Per quella che nei fatti è la prima casa in Italia gli italiani residenti all'estero non beneficeranno della soppressione dell'ICI e ciò va contro il decreto legislativo nr. 504 del 1992 e le disposizioni prese dal Governo Prodi;
2) Un taglio di 10 milioni di Euro per le politiche generali destinate agli italiani all'estero, la loro integrazione nei paesi di residenza, informazione, promozione culturale, la Conferenza dei Giovani e la razionalizzazione della rete Consolare.
3) Un taglio di un'altra decina di milioni per i consumi intermedi, relativi agli uffici all'estero.
4) Altre risorse tolte alla promozione di iniziative nel settore della divulgazione della cultura italiana all'estero.

Signor Presidente, Colleghe e Colleghi,

Queste misure sono recepite dagli italiani all'estero come una vera beffa, un'umiliazione a fronte delle promesse contenute in milioni di lettere che il Capo della maggioranza ha inviato a tutti gli italiani nel mondo durante la Campagna Elettorale. Cito solo un passaggio di quella lettera: “Per quanto ci riguarda sosterremo con sempre maggiore impegno le comunità italiane all'estero e cercheremo di intensificare il vostro legame con la madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità”.

Care Colleghe, Cari Colleghi,

noi della nostra italianità siamo fieri e lo dimostriamo da decenni con il nostro comportamento e il nostro lavoro che è alla base dell'immagine positiva dell'Italia nel mondo. Siamo meno fieri dell'immagine che sta dando questo Governo nel mondo con interventi sulle regole della giustizia finalizzati non alla ricerca del bene comune ma alla difesa di interessi particolari.
La tassa dell'ICI come quella dei rifiuti ed altre tasse fisse legate alla prima casa sono tutte tasse che gli italiani all'estero pagano interamente, anche se risiedono in quelle case un solo mese all'anno, quando va bene. Queste tasse sono recepite come una profonda ingiustizia che penalizza investimenti fatti da milioni di lavoratori che rimandando in Italia somme stratosferiche con le loro rimesse che nel dopo guerra hanno contribuito fortemente allo sviluppo del Sud e anche del Nord Italia, come ben sapete anche voi Cari Colleghi della Lega.
I tagli alla rete e ai servizi consolari, alla diffusione della cultura italiana nel mondo è cecità politica, è assenza di un progetto politico di valorizzazione della immensa risorsa realmente rappresentata dagli italiani all'estero per l'Italia. Con queste decisioni di tagli e di punizione fiscale il Governo dimostra che dire “gli italiani all'estero sono una risorsa” è solo uno slogan, uno spot televisivo in più!

Colleghe e Colleghi della Maggioranza, per favore smentitemi e votate gli emendamenti che abbiamo presentato per correggere gli errori politici contenuti nel provvedimento del Governo. Le decisioni restrittive di questi giorni del MAE sulla rete consolare, che in Svizzera hanno provocato la settimana scorsa l'occupazione simbolica dei nostri consolati riscuotendo grande risonanza sui media svizzeri, dimostra l'assenza di un vero progetto di riforma della rete e dei servizi consolari. Riforma che deve avere due centri di intervento principali:
1) la riforma della rete consolare in quelle parti del mondo vitali per lo sviluppo dell'Italia, della sua politica, della sua economia e della promozione del Made in Italy;
2) l'altro centro di intervento deve essere la prestazione dei servizi necessari agli italiani residenti all'estero. Questi ultimi non hanno bisogno di diplomazia ma di servizi. Servizi che dovrebbero essere forniti da nuove figure professionali innovative da creare, espresse dalle nuove generazioni di italiani nati e cresciuti all'estero.

Chiedo al Governo, al Ministro Frattini e al Sottosegretario Mantica di mostrare la volontà e il coraggio politico di affrontare la riforma del Ministero degli Affari esteri ( a Roma esiste un luogo più sacro del Vaticano quando si parla di riforme, si tratta del MAE) e se questo coraggio politico si tradurrà in azioni concrete e in un tavolo di lavoro con il CGIE, i Comites e i parlamentari della Circoscrizione Estero.
Solo così il Governo può contare sulla disponibilità ad una piena collaborazione. Ma se si continua con l'attuale linea priva di un progetto strategico globale, l'opposizione sarà totale sia in Parlamento, sia nei nostri luoghi di rappresentanza istituzionale nei Paesi dove milioni di italiani vivono e lavorano per lo sviluppo dei Paesi di residenza e dell'Italia!
Le risorse destinate agli italiani all'estero non devono essere percepite come una spesa bensì come un investimento! Così come dovrebbe essere inteso il capitolo di spesa di tutto il MAE non un costo, ma un investimento: chiedo al Governo di riflettere e di esonerare il MAE dai tagli trasversali generalizzati a tutti i Ministeri.
Per illustrare che è veramente un investimento e non una spesa porto un solo esempio:
Nel 2006 i lavoratori italiani ex emigrati che sono rientrati in Italia per vivere la loro terza età da pensionati hanno prodotto un introito nell'economia italiana facendo versare dalle casse pensioni statali di 10 Paesi europei più gli Stati Uniti la somma di 3.346.000.000 di Euro. Solo dalla Svizzera vengono versati ogni hanno in Italia più di un miliardo di Euro dalle casse pensioni dello Stato svizzero e almeno altri 600 milioni di Euro dalle casse pensioni aziendali.
Ho portato solo questo esempio con cifre, vi lascio immaginare l'indotto economico prodotto dagli italiani all'estero sull'economia italiana con il richiamo e il consumo che rappresentano per i prodotti italiani in tutto il mondo.

Colgo l'occasione anche per ricordare alla Presidenza del Senato la proposta di modifica del Regolamento del Senato per istituire la “Giunta per gli affari delle comunità italiane residenti all'estero”, 23 giugno 2008, firmata da tutti i gruppi del Senato.

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