Associazionismo senza reazione

La settimana scorsa si è verificata una coincidenza tra il nuovo responsabile per gli Italiani all'estero, il sottosegretario agli Affari Esteri sen. Alfredo Mantica e il suo predecessore (ma come vice ministro), anch'egli senatore, Franco Danieli.

Ha detto il sen. Mantica in riferimento alla legge sul voto degli italiani all'estero: “Attraverso i vari confronti, cercheremo di capire quali parti è necessario modificare per evitare situazioni di tensione come quelle che si sono venute a creare anche dopo queste ultime elezioni. Una cosa è certa: quello del voto all'estero è un sistema che va rodato e meglio definito”.

Da parte sua il sen. Danieli ha risposto a “Gente d'Italia” che gli ha domandato sulle polemiche sul voto all'estero, anche in questa tornata elettorale: “E sempre ve ne saranno se non si modifica la legge Tremaglia. È evidente che il voto per corrispondenza, come ho ripetuto mille volte, comporta inevitabilmente dei rischi. La gestione del plico è rimessa esclusivamente al senso civico di ognuno degli elettori. Ma l'elemento più grave è quanto è stato denunciato da più parti, anche dal Presidente Fancelli, e che riguarda presunti brogli effettuati in grande stile. Mi auguro che la magistratura faccia rapidamente chiarezza, anche se la sua attività è complicata dalla necessità di rogatorie all'estero. L'altro fenomeno è quello di cittadini italiani che si iscrivono all'Aire solo pochi giorni prima del voto per potersi candidare, un tentativo di aggiramento della legge. Vi sono stati poi alcuni casi di coinvolgimento di organismi istituzionali, come il Comites di Miami che ha fatto sul suo bollettino propaganda elettorale per un candidato del Pdl e ciò è inaccettabile e contrario alle norme. Ma forse è arrivato anche il momento di una riflessione più di fondo sul sistema normativo, considerando che oggi solo il 27% dei cittadini residenti all'estero è nato in Italia, che quasi tutti hanno la doppia cittadinanza, che le richieste di ricostruzione jure sanguinis ammontano ad oltre un milione e che potrebbero crescere a dismisura ed infine che l'elezione dell'ex ambasciatore della Repubblica Argentina, Caselli, ci deve porre qualche interrogativo relativamente alle potenziali interferenze sul Parlamento e sul Governo nazionale da parte di altri Stati. Sono riflessioni che lascio sul tavolo, ma che considero ineludibili in un processo riformatore che deve svolgersi in questa legislatura.”

Le coincidenze non sono frutto – almeno non in modo decisivo – del nuovo clima di confronto costruttivo che si respira tra le forze di maggioranza e di opposizione in Italia. Sono invece conseguenza delle polemiche che ci sono state sul nostro voto che hanno provocato inoltre, la disponibilità del “padre” del voto degli italiani all'estero Mirko Tremaglia, a rivedere la legge che porta il suo nome.

D'altra parte la settimana scorsa si è svolta a Roma una “due giorni” di lavori promossa dal CGIE, sull'Associazionismo. A pagina 7 riportiamo una cronaca dell'Agenzia Aise sugli importanti interventi della giornata conclusiva. Una cronaca come al solito molto precisa e completa, e infatti, consultando altre agenzie ci è sembrato che i nomi dei partecipanti riportati in essa, siano praticamente tutti quelli di cui parla l'Aise. Manca, questo sì, la conclusione del segretario generale Carrozza, inviata con un altro lancio che, per ragioni di spazio, non possiamo pubblicare. Ma non possiamo fare a meno di rilevare che – almeno da quanto riportano le cronache – fra tanta gente intervenuta in quel convegno organizzato dal CGIE, della comunità italiana in Argentina era presente solo il vicesegretario Francisco Nardelli.

Ora non è che si trattasse di un'assise internazionale sull'Associazionismo, ma certamente il fenomeno dell'Associazionismo in Argentina ha una rilevanza particolare, e numericamente importantissima. Basti dire che a Roma si è parlato di seimila associazioni italiane nel mondo. In Argentina ci sono quasi mille, per cui prendere in analisi il fenomeno dell'Associazionismo senza prendere in considerazione le sue caratteristiche in seno alla comunità italiana in questo Paese, significa per lo meno fare un'analisi incompleta.

Crediamo di non esagerare se diciamo che l'Associazionismo è diventato un fatto importante, da prendere in considerazione, da analizzare, da quando due anni fa è riuscito a manifestarsi come fenomeno anomalo nel panorama della Circoscrizione Estero dominata dalle liste dei partiti. E da quando è riuscito a bissare il successo, anche se presentandosi diviso, nelle recenti elezioni.

I come e i perché di questo interesse da parte dell'Italia, dei partiti italiani, richiederebbe altro spazio. Ma in questa occasione ci preme far notare come due temi, della massima importanza per noi come comunità, come sono la legge sul voto degli italiani all'estero e l'analisi del fenomeno dell'Associazionismo, stanno passando davanti ai nostri occhi senza che, apparentemente, ci sia interesse da parte dei nostri dirigenti a intervenire al dibattito. Senza che le Associazioni si sentano interrogate da esso.

Qualcuno potrà anche dire che si tratta di questioni “romane”. Sarà vero, ma anche le questioni “romane” vanno prese in considerazione, perché altrimenti saranno i “romani” a decidere per noi.

La nostra comunità ha alle spalle una lunga e intensa storia di protagonismo nel mondo dell'emigrazione.

Sarebbe triste che proprio quando l'Associazionismo è diventato una forza riconosciuta, scegliesse di sciogliersi ed entrare nel dimenticatoio.

marcobasti.@tribunaitaliana.com.ar

P.S.: A proposito di elezioni, quando saranno comunicati i risultati definitivi, con i dati di ognuna delle circoscrizioni consolari?

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