INFLUENZA AVIARIA E RICHIAMI VIVI PER LA CACCIA AGLI UCCELLI ACQUATICI

INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELLA SALUTE

Intervento della senatrice Donatella Poretti, Radicali – Partito Democratico e di Alessandro Rosasco, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani

Si e' diffusa la notizia che il ministero della Salute si appresterebbe ad emettere un’Ordinanza con la quale si deroga al divieto di utilizzo dei cosiddetti “richiami vivi”, ovvero uccelli detenuti in cattività e utilizzati per la caccia agli uccelli acquatici. Deroga la cui attuazione spetterebbe a Regioni e Province. Il divieto attualmente in vigore è stato introdotto dalla Commissione europea (recepito dal nostro Paese), per ridurre il rischio che forme di influenza aviaria ad alta patogenicità vengano introdotte, attraverso il contatto con uccelli selvatici infetti o comunque portatori del virus, nelle aziende avicole e in altre strutture in cui sono detenuti in cattività gli uccelli.

Con il senatore Marco Perduca (Radicali-PD) abbiamo quindi presentato una interrogazione al Ministro del Lavoro Salute e Politiche Sociali. Maurizio Sacconi. Chiediamo di sapere se corrisponde a verità la notizia e, in caso affermativo, sulla scorta di quali valutazioni sia stata presa tale decisione, tali da ritenere che il rischio di diffusione da influenza aviaria sia nullo.

Probabilmente è da ritenere più opportuno, data la dinamica dell’utilizzo dei richiami vivi, in ragione di un’elementare principio di precauzione, mantenere il divieto fino all’effettiva cessazione del rischio.

Qui il testo dell'interrogazione:
http://blog.donatellaporetti.it/?p=51

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy