“Fra 5 anni saremo noi a governare”

di Umberto Calabrese

Si va avanti con primaria per scegliere i candidati del PD, mai più coalizioni per essere contro. Basta correnti.

Il partito democratico sarà di stampo federale e radicato sul territorio, avrà come metodo la primaria per la scelta dei candidati per ogni tipo di elezione e andrà avanti da solo pur essendo disposto ad alleanze solo sulla condivisione di un programma riformista. W Veltroni nel suo intervento al teatro Strehler di Milano è convinto che tra cinque anni sarà lui a governare. “Il dialogo sulle riforme istituzionali – ha detto – si farà e ciò non esclude un’opposizione intransigente. Noi volevamo cambiare le regole se avessimo vinto ma le vogliamo cambiare anche adesso che siamo all’opposizione. Tra cinque anni governeremo noi e dobbiamo avere un Paese che consenta un’azione riformista”.
W Veltroni ha ribadito che una coalizione come quella dell’Unione del 2006 “non ci sarà più”. La chiusura alla Sinistra radicale è netta e non lascia repliche. “Penso – ha detto – sia un problema per la democrazia italiana la mancanza di rappresentanza in Parlamento della sinistra radicale, alla quale però dico che, oltre a prendersela con noi farebbe bene a fare autocritica e a ragionare su una lettura ideologica della società italiana che ha impedito di capire, per esempio, il tema della sicurezza”. Basta, dunque, con alleanze che l’unico collante è tutti contro qualcuno: “Noi pensiamo solo ad un’ alleanza dove al centro c’è il programma e per questo guardiamo a tutti, compresa una parte della Sinistra Arcobaleno. Quando però alle manifestazioni sento slogan come “10-100-1000 Nassiriya”, penso che siamo agli antipodi di ciò che bisogna fare”

Sul tema della sicurezza, ha uno scatto di orgoglio, rivendica la propria cultura: “Le ronde padane non si fanno. Dobbiamo mantenere la nostra cultura anche se il vento spira contrario, altrimenti rischiamo il pensiero unico e come ben sapete le imitazioni sono sempre peggiori dell’originale”.

Ha parlato chiaro senza equivoci, con coloro che pensano alle correnti: “Smettiamola di prendere il gruppo sanguigno di ciascuno. Siamo un partito nuovo e la domanda non è da dove si viene ma dove si va. Basta con le riunioni degli ex che, come quelle della scuola, fanno tanta tristezza”

E’ deciso a rilanciare: l’esperienza della primaria semi chiusa del PD che ostina a chiamare al plurale “primarie”, : “Alle prossime elezioni provinciali le candidature saranno scelte attraverso le primarie che faremo per tutti gli appuntamenti elettorali”.

E questa è sicuramente una ottima cosa, non saranno le “primarie aperte” e per legge, che desidero insieme alle migliaia di sottoscrittori, della legge di iniziativa popolare, però è una presa di posizione chiara e netta, certo se poi sarà l’oligarchia a scegliere i candidati da presentare alla primaria, diventerà solo una presa in giro.(www.agoramagazine.it)

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