LA SANATORIA DEGLI INDEBITI PENSIONISTICI E’ UNA PRIORITA’

Anche per gli italiani all’estero la nuova legislatura si presenta ricca di incognite e di interrogativi. Al momento di scrivere questa nota non sappiamo ancora quale sarà lo strumento e le persone che gestiranno le politiche per gli italiani nel mondo. Con l’interruzione prematura del Governo Prodi sono cessate o sono state rinviate “sine die” numerose iniziative volte a tutelare diritti e interessi dei nostri emigrati.
In questo mio intervento, mi preme evidenziare, che una delle priorità da risolvere con tempestività è quella degli indebiti pensionistici. Ai pensionati residenti all’estero continuano ad arrivare lettere dell’Inps – ( decine di migliaia ) che in qualità di Istituto esecutivo, deve interpretare ed applicare la legge vigente in materia tra non poche difficoltà – per informarli in merito all’indebito constatato e sulle modalità di recupero.
Sono decine di migliaia i pensionati ai quali viene ridotta improvvisamente una già misera pensione e i quali ora rischiano di non vedersi garantito neanche il trattamento minimo.
Abbiamo appreso inoltre, che Istituti previdenziali di alcuni importanti Paesi di emigrazione e istituzioni come il Parlamento Australiano, stanno chiedendo ragguagli sulla problematica degli indebiti. Infatti parrebbe che l’eventuale rimborso all’Inps di parte delle prestazioni pensionistiche già erogate ai pensionati all’estero e l’eventuale trattenuta del quinto della pensione avrebbero serie implicazioni sul calcolo delle prestazioni pensionistiche ed assistenziali locali, determinando la necessità di ricalcoli, ricostituzioni e conguagli a carico dei paesi ospitanti. Insomma gli errori ed i ritardi dell’Inps e la mancanza di una legge di sanatoria si ripercuoterebbero anche sul diritto alle prestazioni estere. Nel caso Australia oltre 10.000 interessati.
Come è noto la formazione degli indebiti e la ricostituzione delle pensioni italiane sono da attribuire, di norma, alle verifiche reddituali che l’INPS ha effettuato all’estero relative agli anni dal 2002 al 2005 nell’ambito delle procedure per l’erogazione delle nuove maggiorazioni sociali e delle altre prestazioni collegate al reddito.
Questa verifica reddituale può aver evidenziato la titolarità di redditi o di prestazioni previdenziali da parte dei pensionati, che comportano una revisione o una revoca del trattamento minimo, delle maggiorazioni sociali e/o del trattamento di famiglia.
Su alcune pensioni l’Inps ha già cominciato ad effettuare delle trattenute dirette o il recupero viene effettuato tramite compensazione con somme arretrate dovute agli interessati.
Di norma si tratta di indebiti che si sono costituiti perché i nostri connazionali hanno nel tempo riscosso importi pensionistici superiori al dovuto a causa del ritardo con cui l’Inps ha acquisito le informazioni reddituali degli interessati (o quelle relative all’avvenuta concessione di una prestazione estera), e quindi effettuato il ricalcolo delle prestazioni legate al reddito (trattamento minimo, maggiorazioni sociali, assegni familiari).
I ritardi dell’Inps sono la conseguenza della farraginosità e della sporadicità con le quali vengono effettuati gli accertamenti reddituali dei pensionati residenti all’estero e del complicato iter procedurale che queste rilevazioni comportano. In Italia invece le campagne reddituali si svolgono ogni anno.
Gli importi da restituire variano da poche centinaia a migliaia di euro: l’impatto economico, umano e psicologico sui pensionati i quali ricevono le lettere di recupero da parte dell’’Inps è devastante, considerate le precarie condizioni economiche degli interessati (aventi diritto a prestazioni legate al basso reddito) e soprattutto la loro totale buona fede che esclude la presenza di dolo.
Si sottolinea che in taluni casi alcune sedi provinciali dell’Inps intimano che la restituzione degli importi deve avvenire in un’unica soluzione tramite bonifico entro 60 giorni dalla data di ricezione della lettera raccomandata e che se non dovesse essere rispettata tale scadenza, sarà dato corso all’azione legale per il recupero coattivo delle somme indebite.
Fino ad alcuni mesi fa, su richiesta dei patronati e delle forze rappresentative dei nostri emigrati, l’Inps aveva sospeso, correttamente, la richiesta di restituzione delle somme erogate indebitamente.
Nelle precedenti legislature – Governo Berlusconi e Governo Prodi – in uno spirito perfettamente “bipartisan”- il Parlamento italiano si è dimostrato insensibile alle proteste dei pensionati emigrati nonostante le prese di posizione dei parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero e le proposte di legge di sanatoria degli indebiti (puntualmente respinte) sulle quali esisteva l’apparente consenso di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni competenti.
In questa legislatura il nuovo Parlamento non può continuare ad ignorare il problema e deve responsabilmente, a mio avviso, riproporre la legge di sanatoria degli indebiti pensionistici per le pensioni in convenzione e soprattutto introdurre una norma che consenta la rilevazione annuale dei redditi dei residenti all’estero per prevenire alla fonte la formazione degli indebiti.
Abbiamo inoltre avuto notizie che l’Inps nel cercare di interpretare una inutile ed assurda norma prevista della finanziaria per il 2008 potrebbe applicare, in una prossima circolare, dei criteri penalizzanti relativi al recupero degli indebiti. Vigileremo affinché l’Inps ed il nuovo Governo di centro-destra non arrechino alcun danno ai nostri pensionati all’estero, titolari di norma, di miserabili pensioni che non possono essere decurtate senza danneggiare le esigenze vitali degli interessati.
Tuttavia ho la sensazione, ma spero di sbagliare, che la sensibilità verso gli italiani all’estero e gli stranieri in Italia – accomunati da una stessa ventura – stia mutando e che il lavoro dei parlamentari “esteri” sarà condizionato in negativo dall’avvento nel Governo di centro-destra di un pensare e fare rivolto a soluzioni che colgono solo l’emotività, con il rischio di confondere il bisogno e la disperazione con il reato-
Il grande tema delle migrazioni deve trovare le soluzioni giuste e sempre con la la civiltà e l’umanità di cui l’Italia è capace-

Antonio Bruzzese Pres. Insieme Argentina

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