L’indifferenza degli imprenditori italiani al cospetto di una emergenza

«E' arrivato il momento che gli imprenditori italiani, che
i nomi di grido della nostra economia, facciano qualcosa di
concreto per il Paese. E' una vergogna che la compagnia di
bandiera, l'Alitalia, stia affondando inesorabilmente e che
qualcuno, vedi gli esponenti di spicco del Governo Prodi,
continuino a volerla gettare nelle mani di Air France. Sono
d'accordo pienamente con il Presidente Berlusconi e con il
suo intervento rilasciato nella serata del 10 aprile, nel
corso di Porta a Porta, non possiamo svendere l'azienda
immagine dell'Italia, non possiamo permettere ai francesi di
svilire l'Alitalia e renderla una società satellite senza
futuro». Così Salvatore Albelice, candidato alla Camera
per il PDL nella Circoscrizione Europa commenta uno dei
fatti di attualità del momento, la crisi dell'Alitalia e
la difficile posizione suoi dipendenti, il cui futuro è
oggi più che mai inevitabilmente in bilico. «Dico solo
che i nostri imprenditori devono solo vergognarsi e non
esagero. Gente come Luca Cordero di Montezemolo, il nostro
uomo di punta dell'industria italiana, il manager che è
capace con le sue strategie di regalare vittorie memorabili
ai tifosi della Ferrari, che sa tanto parlare e trascinare
le folle ai convegni di Confindustria, devono, adesso più
che mai, smetterla di piangersi addosso. Di dire che siamo
in una crisi senza soluzione, in un tunnel senza uscita.
Tutto questo non è affatto vero. La risalita dell'Italia
dal punto di vista economico e di conseguenza dell'immagine
dipende proprio dai nostri imprenditori, dagli assi portanti
della nostra economia. E' chiaro che le parole e la buona
volontà non bastano. Sarei uno stupido se mi limitassi a
lanciare moniti e basta. Servono strategie precise, piani
concreti, per salvare una azienda come Alitalia che non è
solo la compagnia di punta del comparto aereo ma rappresenta
anche l'immagine del nostro Paese. Pensate cosa succederebbe
se davvero finisse nelle mani dei francesi come vuole
Veltroni? E' ovvio che ci devono essere cordate realmente
interessate e rilevarla, ma dobbiamo fare il possibile per
sostenere i nostri imprenditori, convincerli che Alitalia
può e deve rimanere nelle mani degli italiani. Air France,
nel suo piano di acquisto di Alitalia, così come ha fatto
notare Berlusconi, intende svilire l'importanza della nostra
compagnia, renderla quasi una società fantasma. E' vero,
ci sarebbe la sopravvivenza ma a quale prezzo? Quello di
inevitabili contraccolpi anche sul turismo. La smettano
quindi i politici di sinistra di dire che solo Air France
è la salvezza. Mentre i nostri imprenditori, i migliori,
perchè ne abbiamo di menti elevate, uniscano le loro
forze. Ripeto se continuano a piangersi addosso non andremo
da nessuna parte. Non è vero che in Italia non si può
crescere economicamente. E' arrivato il momento di tirarci
su, ma dipende soltanto da noi. E poi c'è in ballo il
futuro di migliaia di lavoratori, di tanti padri di
famiglia. Questa volta tutti, e dico tutti, devono
compattarsi per salvare la compagnia di bandiera. E'
impensabile che l'Italia la perda. Ce l'hanno paesi come
Grecia e Portogallo che non sono nei primi dieci posti della
classifica economica mondiale. E' vero, stiamo attraversando
un momento difficile, ma possiamo uscirne, e la salvezza di
Alitalia è una delle strade inevitabili da percorrere. Una
salvezza però tutta italiana».

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