PERCHÀ VOTARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

di Giorgio Parisi

Ci sono molti motivi per votare in queste elezioni per la Sinistra, l’Arcobaleno, alcuni contingenti, ed altri, più importanti, legati ad una prospettiva di lungo respiro.
A partire dal lontano 1968 si sono successivamente formati movimenti e partiti che si collocavano a sinistra del partito comunista italiano, il quale contemporaneamente si spostava verso il centro e subiva una lenta emorragia verso sinistra di alcuni dei suoi migliori dirigenti politici. Questa formazione di nuovi soggetti politici a sinistra è continuata negli anni ed era dovuta anche all’incapacità del PCI e poi dei DS di raccogliere alcune delle nuove problematiche che emergevano dalla società, per esempio l’ambientalismo.
Sfortunatamente l’arcipelago dei partiti e dei movimenti della sinistra è stato spesso caratterizzato da settarismo e dall’attenzione al proprio particolare interesse; non è mai stato possibile costruire un partito unico della sinistra che potesse almeno concepire di arrivare ad una posizione egemone nella società italiana.
La Sinistra, l’Arcobaleno, è forse il primo tentativo serio di costruire una casa comune per le varie componenti della sinistra italiana (mancano i socialisti, ma forse ci raggiungeranno in un futuro vicino). Certo sarebbe stato meglio se questa forza fosse nata più da un'azione e da un progetto politico che si muovesse dal basso e meno da accordi di vertice; sfortunatamente le varie proposte fatte in questa direzione sono rimaste inascoltate e le stesse liste elettorali soffrono di questa origine verticistica.
Tuttavia capisco bene che le elezioni anticipate hanno dato un’accelerazione imprevista a questo progetto politico e nutro fiducia che dopo le elezioni la Sinistra, l’Arcobaleno, sia in grado diventare un nuovo soggetto politico con una grande partecipazione dal basso in cui i rapporti, anche di potere, tra i vertici e la società siano impostati in maniera diversa da quelli attuali, da quella di tutti gli altri partiti, in un modo nuovo, tutto da inventare. Così facendo si ricuperebbero molte forze che stanno ancora alla finestra e saremmo in grado di affermare orgogliosamente la nostra diversità, così come era in grado di farlo Berlinguer negli anni ’80.
Tutti gli altri grandi partiti, compreso il partito democratico, non escono fuori dall’ottica del mercato e dello sviluppo economico a tutti i costi. Per loro la crescita del PIL, del prodotto interno lordo è l’obiettivo principale. Solo la Sinistra, l’Arcobaleno, ha punto di vista differente, qui ci si rende conto che continuare ad aumentare all’infinito il PIL è una strada che non è più percorribile, ma che invece ci sono prodotti e consumi che devono crescere, mentre altri prodotti e consumi devono decrescere.
Il nostro paese, anche per uscire dalla crisi che oggi attraversa, deve puntare sulla qualità dello sviluppo e non sulla sua quantità. Sarebbe una scelta sciagurata aumentare il PIL al prezzo di diminuire la qualità della vita, tramite l’inquinamento, tramite un’organizzazione della produzione e del tessuto urbano che costringe i pendolari a passare una parte non trascurabile della loro vita in quotidiani ed alienanti viaggi. L’aumento costante del PIL, lo sviluppo ad ogni costo, è un lusso che non possiamo più permetterci. Stanno venendo al pettine i nodi creati dallo sfruttamento del pianeta da due secoli industrializzazione; nei prossimi anni ci troveremo sempre di più ad affrontare emergenze sul clima, sull’ambiente, sulla disponibilità delle risorse energetiche, tutti problemi che avendo una lunga storia non possono risolti con provvedimenti estemporanei, ma solo con preventiva e lunga ristrutturazione dei modi di produzione. Se incominceremo a fare seri e massicci investimenti nelle energie rinnovabili solo quando il prezzo del petrolio sarà a duecento dollari il gallone, temo proprio che dovremmo affrontare un durissimo e lungo periodo di crisi con un forte calo contemporaneo del PIL e della qualità della vita.
Io non mi rassegno ad ammettere che il capitalismo, e comunque questo capitalismo, sia l'unico sistema sociale possibile: mi rendo conto che su scala mondiale il capitalismo ha fallito nell'obiettivo di assicurare a tutti gli abitanti del pianeta una vita serena e dignitosa, nonostante esistano ormai tutti le conoscenze e tutti i mezzi economici e tecnologici necessari per realizzarlo. Anche se il mercato è stato (ed è ancora) un meccanismo estremamente efficace per assicurare lo sviluppo economico (anche se a prezzo di enormi costi sociali e ambientali), tuttavia non possiamo basarci solo sul mercato per risolvere i problemi che ci minacciano.
È cruciale intervenire molto velocemente: ci è rimasto ancora poco tempo per farlo! Un voto per la Sinistra, l’Arcobaleno, è l’unico modo che abbiamo per sperare che considerazioni di questo tipo possano influenzare il futuro della politica italiana.
*Docente di fisica e componente il Comitato promotore nazionale di Sinistra Democratica

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