La pubblicità  non cambia mai?

di Tania Falcone

La pubblicità è una forma di comunicazione che viene diffusa tramite tv, internet, radio, giornali, posta… insomma in qualunque modo sia possibile comunicare purché venga captata da tutti! Ha lo scopo di influenzare la nostra mente! Infatti, condiziona atteggiamenti e scelte delle persone. Ha l’utilità di spargere “notizie a pagamento” al fine di far guadagnare chi la produce e, di conseguenza, chi la promuove.
La pubblicità era presente nell’antichità come “passaparola”; pensate che a Pompei già si diffondevano messaggi elettorali e commerciali, tanto che furono ritrovati impressi sulle rovine della città, e a partire dal XVII secolo nei settimanali inglesi comparivano i primi veri e propri annunci pubblicitari.
Fino ad arrivare al 3 febbraio 1957 quando in Italia arriva il Carosello. Tutte le sere alle 20.50 venivano trasmesse quattro o cinque pubblicità sottoforma di storie per tutta la famiglia, soprattutto per i più piccoli! Erano spot lunghissimi rispetto a ciò che siamo abituati a vedere oggi, in effetti, confronto ai circa 30 secondi di un messaggio pubblicitario dei giorni nostri, il Carosello sembra quasi un’eresia.
In questi pochi secondi non raccontano di certo una serie di storie, ma utilizzano il tempo per far passare l’idea maturata, utilizzando spesso dei preconcetti, degli stereotipi, quali magari la donna in cucina, i bambini felici in una bella casa colma d’amore e l’uomo che torna dal lavoro, cercando di richiamare l’attenzione in qualunque modo servendosi soprattutto di istinti e sentimenti degli individui che la seguono. In fondo, oggi, far prevalere una pubblicità su tutte quelle che ci sono è un’impresa complicata, perciò diventa sempre più provocatoria e a volte violenta purché sia più facilmente memorizzabile dal pubblico, nonostante quest’ultimo sia pienamente consapevole del fatto che uno spot non è mai reale perché omette sempre e comunque di informazione.
Ho posto qualche semplice domanda per sapere più precisamente che ne pensa direttamente la gente. Ne ho dedotto che i pensieri, nonostante le diverse fasce d’età (dai 30 ai 60 anni), non sono più di tanto differenti.
Se chiedo: “Cosa ne pensate delle pubblicità d’oggi? Sono meglio di quelle di una volta?“
Le risposte riscontrate sono più o meno sempre le stesse: sono meglio quelle di ieri; una volta erano più lunghe e divertenti, ora invece sono corte e ci sono troppi spot uno dietro l’altro, quasi da non ricordare più ciò che si sta guardando nel frattempo in tv; prima erano significative, meno volgari a differenza di oggi, troppo ossessive e invadenti anche nei giornali e si potrebbe continuare all’infinito con le lamentele…
Alla domanda: “ oggi trovate che le immagini, sia in tv che sui giornali, siano spinte e provocanti?”
Non solo sono state definite molto spinte e provocanti, ma troppo sporche, volgari, insignificanti….
L’ultima mia curiosità era sapere: “ oggi una qualunque pubblicità ha un significato?E ieri? O in realtà uno spot un senso non ce l’ha ed è un cattivo esempio?”
Qualcuno afferma di non riuscire a comprenderle proprio! E’ raro che ce ne sia qualcuna divertente, le trovano sbagliate nei contenuti e molte di queste vengono definite prive di significato e del tutto fuori tema. Qualcun altro è del parere che un significato oggi ce l’hanno, ma è molto confuso a causa degli innumerevoli e insistenti doppi sensi. Sicuramente prima uno spot trasmetteva anche dei messaggi, ma oggi anche nel caso in cui ci fossero, passano decisamente in secondo luogo e prevale solo il cattivo gusto e l’esempio non sempre giusto che trasmettono, soprattutto per i bambini che guardano e ascoltano.
Trovo giuste tutte queste osservazioni, ma non trovo giusto il modo di gestirle, perché infatti il problema è che non vengono accolte affatto le critiche, ma del tutto ignorate! Sarebbero solo costruttive tutti questi messaggi, ma purtroppo chi produce e promuove le pubblicità non pare interessato al buon gusto e alla decenza… ora ogni tipo di pubblicità è rappresentata con un’immagine di una donna nuda o quasi, sia che si parli di pasta, che di orologi, che di telefonini! È giusto così? Per me siamo completamente fuori strada e non credo che questa sia la forma giusta di comunicazione da usare oggi. Non credo che serva tutta questa volgarità che dirama nella maggior parte di queste pubblicità d’oggi, poi ci si lamenta che la società cambia a vista d’occhio, ma da che deriva? Forse in parte proprio da ciò che ci condiziona quotidianamente!(Eduerighe.com)

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