Di Pietro ed il tema giustizia: un corpo estraneo all’interno del Partito Democratico

Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro

Dopo alcune settimane di campagna elettorale ed a meno di un mese dal voto è evidente, ma lo era anche prima, la totale continuità politica sul tema giustizia del PD rispetto alle scelte, o non scelte, delle due maggiori formazioni dell'Unione, Margherita e DS. D'altronde non poteva essere diversamente. Il fatto che il Governo Prodi non abbia voluto toccare minimamente le leggi ad personam di Berlusconi, vale a dire la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio; la legge Cirami sul legittimo sospetto; il lodo Schifani; la ex-Cirielli o legge taglia prescrizioni; la legge Pecorella; la legge sulle rogatorie internazionali; la legge Frattini sul conflitto d'interessi e, per concludere, la legge Gasparri, ma che anzi abbia prodotto la legge Mastella sull'ordinamento giudiziario ed avvallato l'indulto, la dice lunga sulla nuova stagione politica sul tema giustizia in caso di vittoria del PD. In questo contesto, l'onorevole Di Pietro è un corpo estraneo. Così malvisto anche nel PD che l'idea di vederlo vestire i panni di Ministro di Grazia e Giustizia nel prossimo improbabile Governo veltroniano fa venire l'orticaria a molti cosidetti democratici. Rimpiangerebbero persino Mastella.

I Radicali di Sinistra, al contrario dell'ambiguità del Partito Democratico, hanno invece più volte preso una posizione netta e chiara per l'eleminazione delle leggi ad personam sopra elencate ed una vera rivalutazione – riscrittura del Codice di Procedura Penale che elimini le storture venutesi a creare nei decenni. Ma evidentemente le riforme auspicate dalla dirigenza PD vanno in tutt'altra direzione. Infatti, non è una novità che Veltroni abbia affermato recentemente a Porta a Porta che “i giudici possono intercettare chi vogliono, ma poi le intercettazioni non si pubblicano fino al dibattimento”. No, caro Veltroni. Questa posizione è irricevibile. L'articolo 329 del Codice di Procedura Penale è chiarissimo e non va cambiato. Le intercettazioni non si pubblicano fino alla conclusione delle indagini preliminari:
“Gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari.”

Su questo punto Veltroni, e tutto il PD, si è associato totalmente a Berlusconi. Questo deve essere chiaro.

Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

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