L’inizio della fine dell’on. Mastella

Articolo del 7 ottobre 2007

Quando la previsione diventa matematica.

https://archivio.politicamentecorretto.com/index.php?news=701

Il ministro Clemente Mastella è infuriato contro i giornalisti, contro la TV, contro quanti, fondamentalmente, non pensano bene di lui. Per potere divino della politica, cosa peraltro difficile da digerire, la gente non capisce che il suffragio, il voto, ha un potere “pulente” e sanante ogni ignoranza. La stessa cosa non ha capito, per esempio, Beppe Grillo. Egli dovrebbe sapere, ormai, che l’essenza della democrazia, sta proprio nel potere, attraverso le elezioni, di purificazione e di acculturamento. Se sei cattivo, diventi buono, se ignorante, colto. Stessa cosa non fece Pilato con il Cristo? Una cosa è certa, la gente, il popolo, chiamato a scegliere tra Cristo e Barabba, a concedere la vita all’uno o all’altro, scelse Barabba. E così fu, il popolo fu giudice. Qualcosa del genere, non vige anche nel nostro paese? Qualsiasi cosa si potrebbe dire su Mastella, anche se vera, deve ritenersi ormai sanata dalla posizione di prestigio e dal pacchetto voti (sic!) che l’hanno sostenuto da tanti anni a questa parte. Ma è ovvio che deve poter almeno essere detta. Paradossalmente, anche le calunnie si possono dire. Però si deve sapere che saremo querelati e dovremo rispondere ad un giudice del nostro comportamento con conseguenze davvero molto gravi. Ce l’ha con i giornalisti e, nello specifico, con Floris di Ballarò e Santoro di Anno zero. In una apoteosi di livore, giustificato dobbiamo ammettere per le cose che si è dovuto sentir dire sul conto suo, si difende a tutto campo e minaccia. Minaccia il Cda della Rai, Minaccia ispezioni, minaccia sfiducie, minaccia assenze, minaccia il governo ecc. Il ministro è indignato e minaccia. Ma la sua indignazione, reiterata in tutte le salse, con tutte le alleanze, con tutti i governi, con tutti e due i poli, sta per definire anche la sua fine politica. Sente già il fiato sul collo paragonandosi a Craxi facendo riferimento alla quella infausta vicenda. Addirittura, Mastella si sente alla stregua di quel Bettino grande statista e politico fine dicitore. Stesse tranquillo, non patirà certo stessa sorte. La fine politica è il dimenticatoio. E’ l’indifferenza dei colleghi. E’ la solitudine. E’ la mancanza di potere contrattuale. E’ il sedere in Transatlantico su una poltrona senza che nessuno ti si sieda accanto. Clemente Mastella è un esempio. E’ il metro, l’origine e la conseguenza della spinta antipolitica che ha portato il paese, la gente, a riunirsi sotto il palco di Grillo al V day. La spregiudicatezza degli approcci politici, l’assoluta convenienza di una alleanza a prescindere da qualsiasi anelito ideologico, la semplicità di mandare a monte un “matrimonio” politico, una alleanza, la freddezza di uscire dall’aula del Senato mentre il suo governo che l’ha nominato ministro sta per andare sotto, delineano un quadro sconfortante ed anche pauroso. Comportamento che incute rispetto perché pone in essere la fredda determinazione delle decisioni con disinvoltura e dimestichezza. Ma troppe volte e con troppi schieramenti il ministro Guardasigilli, si è comportato così. La sua fine politica non sarà gloriosa, come potrebbe essere definita quella di Craxi, dal momento che tutti sono propensi a riabilitarne la memoria anche se ex post. La fine politica di Mastella, sarà la sfiducia generale di tutti i partiti che non vorranno avere più a che fare con lui. La condanna di Clemente Mastella, la sta scrivendo ogni giorno che passa egli stesso. Perché “ogni bella scarpa diventa pantofola”. Perché i tempi cambiano. Perché la corde si stuccano.

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