Un Comites ai confini del mondo

di Walter Ciccione Intervista a Juan Carlos Paglialunga

Il presidente del Comites di Bahia Blanca ci illustra il lavoro dell’istituzione il cui raggio
d’azione supera 4 volte il territorio italiano.
Sottolinea la sua appartenenza al Movimento Associativo. Manifesta riconoscenza particolare a Ricardo Merlo per la sua disponibilità nei confronti del Comites:” Ci fa sentire parte attiva dell’Associazionismo”. Si riferisce alla problematica dei giovani: ”Per inserirli bisogna dare loro libertà e autonomia.” Critica chi si eternizza nel potere e lo sconcertano le ipocrisie di alcuni dirigenti. Condivide la proposta che Ricardo Merlo ha presentato al Presidente Napolitano.

Sappiamo tutti che nel mondo quasi non esiste un luogo dove un italiano non abbia lasciato una traccia, un seme che, prima o poi, sicuramente germoglierà.
Una sorta di sentiero costante che non ammette eccezioni che, nel nostro caso, si produce nel sud del sud del continente americano e della Repubblica Argentina, più precisamente in Bahia Blanca, una città resistente, ubicata a 11.731 Km. da Roma e a 670 da Buenos Aires. Un municipio che ostenta una marcata impronta peninsulare, per quanto, fin dai suoi albori, la comunità italiana qui ha saputo occupare un ruolo di sicuro protagonismo.

Dall’inizio del secolo XIX, gli italiani furono pionieri nelle più diverse attività, quelle agricole in particolare. Con lo spirito che ci caratterizza, quello del sacrificio, della tenacia e della creatività, uomini e donne si cimentarono in diversi compiti, come, tra gli altri, quello di stabilire colonie agricole, tra le quali se ne evidenzia una, in particolare, alla quale venne dato il nome emblematico di “Nuova Roma”, sicuramente un sogno di ricreare un simbolo della patria lontana.
Ispirati pienamente, quindi, dagli ideali mazziniani e garibaldini di diffondere i valori quali libertà e unità, nel 1856, si stabilirono nella colonia chiamata “La Legione Agrícola Militare Italiana”, istituzione destinata a scrivere un capitolo eroico nella storia di questo distante angolo del Nuovo Mondo, quando nel maggio del 1859 difesero con successo una fortezza di frontiera, la Bahía Blanca, da un violento attacco indio.
Un libro di recente pubblicazione: “La Legione Italiana Bahía Blanca, 1856. El frente olvidado del Risorgimento”, il cui autore è il giovane bisnipote di siciliani, César Puliafito, riporta una
minuziosa descrizione su tutto quanto accadde.

Nel quadro dei citati accadimenti storici e sociali, a Bahia Blanca si insedia una delle
istituzioni, che ci rappresenta come italiani all’estero: il Comites, che, in questo caso, e dato il suo raggio di azione, ha la caratteristica particolare di essere collocato nel territorio più esteso al mondo.

Ricordiamo solo che si tratta di un territorio la cui superficie supera 4 volte quella della
penisola italiana abbraccia parte della Provincia di Buenos Aires, attraversa il territorio di La Pampa, una sorta di porta di ingresso alle immense pianure patagoniche, per andare a finire nell’estremo sud del continente nella mitica Isola della Terra del Fuoco, il tutto con il confine da un lato della cordigliera delle Ande e dall’altro dell’oceano Atlantico.
Juan Carlos Paglialunga, nativo della provincia de La Pampa, 54 anni di età, sposato, 4 figli e orgoglioso della sua ascendenza marchigiana, è il Presidente del Comites di Bahía Blanca.

Dentro il suo corposo CV, scegliamo alcuni aspetti delle sue molteplici attività e incarichi. Oltre che del Comites, è Presidente del Centro Marchegiano e della Camera di Commercio Italiana della città omonima, ma è anche Coordinatore dell’ Inter-Comites, entità che raggruppa le 9 istituzioni che formano la circoscrizione della Repubblica Argentina.
Prima di ripondere alla nostra di domanda di riassumerci le attività portate avanti dall’ente della cui guida è incaricato, il Presidente dichiara : ”Siamo membri del Movimento Associativo, la lista con cui abbiamo partecipato e trionfato in Bahia Blanca, militiamo nell’Associazionismo, una particolarità che, senza ombra di dubbio, ci permette di rappresentare, senza eccezioni, tutta la comunità italiana della zona.”
“ Con i nostri elettori abbiamo assunto una serie di impegni, in particolare quello di fare rispettare i nostri diritti, come cittadini italiani all’estero, e siamo convinti che stiamo raggiungendo l’obiettivo”, enfatizza.
In una zona tanto vasta, come riesce a stare in contatto con le associazioni?
“Sappiamo che, per l’estesione della nostra zona, risulta difficile che la comunità nel suo complesso abbia conoscenza dei nostri propositi e delle attività che svolgiamo. Per rimediare a questa situazione, con il gruppo che mi affianca, noi proponiamo un ambizioso piano di avvicinamento personale alle associazioni, per prendere contatto diretto e raccogliere le domande e le necessità della comunità.Coprire queste enormi distanze richiede uno sforzo particolare, che però viene ampiamente ricompensato dalla calorosa accoglienza che ci riservano i nostri connazionali.

Come valuta la gestione del Comites?
Con profonda soddisfazione notiamo che, senza fretta ma anche senza pausa, stiamo raggiungendo le mete che ci siamo prefissati e ciò ci procura l’ intimo orgoglio del dovere compiuto. Attraverso diversi mezzi, noi comunichiamo con le istituzioni per informarle e partecipare loro sia delle azioni in corso che di quelle programmate, tanto nel caso del Comites che nel caso del CGIE.
“ Un altro aspetto da sottolineare, continua Paglialunga, è che nei contatti che stabiliamo con le diverse autorità locali, tra le altre richieste, cerchiamo di fare in modo che nell’insegnamento pubblico locale possa utilizzarsi la lingua italiana in forma curricolare.”
Tra quelli che lo conoscono, una delle caratteristiche di Paglialunga è il suo basso profilo. Senza dubbio, almeno in questa occasione, sembrerebbe lasciare da parte questa sua capacità, per far posto a dichiarazioni dirette e concrete; come quella in cui segnala alla nostra attenzione l’on. Ricardo Merlo. “Voglio sottolineare la capacità di Ricardo Merlo: che gli è valsa il suo intenso lavoro nel Parlamento italiano; fin dall’inizio della nostra gestione ci ha affiancato e stimolato. Merlo è stato l’unico dirigente a livello nazionale che ha mantenuto una grande disponibilità verso il nostro Comites, ci ha convocato per conoscere le nostre opinioni, ha prestato attenzione alle nostre inquitudini, trovato soluzioni a situazioni di una certa complessità; gesti per cui vogliamo ringraziarlo pubblicamente in quanto ci fa sentire parti attive del movimento associativo della nostra comunità.”
Un altro degli argomenti che sicuramente preoccupa e, ancor di più, ci descrive il Presidente Paglialunga è quello connesso alla problematica dei giovani e della loro partecipazione nell’ambito associativo.
Fedele al suo stile frontale, e senza giri di parole, egli esorta i suoi colleghi ad una
riflessione: ”La nostra classe dirigente deve riflettere attentamente su una attitudine molto radicata: quella, da un lato, di lamentarsi della scarsa partecipazione dei giovani e, dall’altro, di impedire loro l’opportunità della inclusione. Un sistema che, credo, sia utilizzato per “incollarsi” alla poltrona del potere ed eternizzarsi nell’incarico”.
Sullo stesso argomento segnala: ” Abbiamo realizzato il 1° incontro dei giovani della nostra circoscrizione, nella città di Trelew, un evento in cui essi stessi sono stati protagonisti esclusivi. Un appuntamento ottimamente riuscito, tanto che gli stessi giovani, con molto entusiasmo, hanno pianificato un altro incontro nel prossimo mese di aprile”.
In un altro tratto della conversazione, Paglialunga ribadisce i suoi dubbi, in questo caso, sulla capacità di certi personaggi preminenti della nostra comunità”.

Davanti alla insistenza del cronista per ottenere alcuni indizi e identificare a chi è indirizzato il messaggio, le risposte evasive riescono a dissuadere il proposito, perchè senza eufemismi egli segnala: “Mi sconcerta l’ipocrisia di alcuni dirigenti, che dinanzi ad un gesto solidaristico di aiuto ad un connazionale, lo utilizzano per promozionare se stessi, secondo i miei principi e il mio stile di vita, quando aiuto, lo faccio nell’anonimato”.
Ormai nella parte finale dell’intervista, il Presidente del Comites ci lascia la sua opinione su un tema di incandescente attualità, la recente caduta del Governo Prodi e la politica italiana in generale. “ Voglio manifestare la mia totale adesione alla proposta che l’ On. Ricardo Merlo ha consegnato al presidente Giorgio Napolitano sulla priorità della riforma elettorale prima di andare al voto anticipato, un modo per non cadere nuovamente in situazioni che diminuiscono la credibilità internazionale dell’ Italia e che la debilitano istituzionalmente. Credo, purtroppo, che si antepongano interessi personali e di potere alle necessità dei comuni cittadini”.

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