La presenza dei socialisti nel movimento partigiano romano

Intervista a GIOVANNI LUBRANO

Il Circolo bettino craxi di via dei ramni di roma organizza il 3 marzo alle ore 18, nell’ambito delle sue numerose attività culturali un incontro-dibattito dedicato alla presenza dei socialisti nel movimento partigiano romano.

Parteciperanno tra gli altri l’onerovele Fabrizio Cicchitto vice coordinatore nazionale del Parito della Libertà, i generali Sergio Labonia e Massimo Poli, l’ingegner Giorgio Prinzi e il dott. Giovanni Lubrano giornalista e storico.

CANZANO – Lei Lubrano in una intervista a me concessa, ) parlando della strage delle fosse ardeatine ha messo in evidenza come nessuno ricordi che quel massacro del 24 marzo 1944 ebbe inizio con l’attentato del giorno precedente in via Rasella in cui furono trucidati 40 soldati altoatesini del Bozen polizei e numerosi civili italiani tra cui il piccolo Piero Zuccheretti.

LUBRANO – Confermo le cose che le ho detto quel giorno ricordando che la strage fu materialmente eseguita da tre gappisti assassini, Bettivegna, Capponi, Salinari, coordinati dal capo comunista Giorgio Amendola.

CANZANO – Perché i gappisti misero la bomba?

LUBRANO – Questi tre figuri hanno sempre spergiurato che la loro era una iniziativa patriottica, mirante a fare insorgere il popolo romano contro l’occupazione nazista. Premesso che sapevano benissimo che vigevano in guerra le regole della rappresaglia, essi si mossero seguendo la linea imposta dal PCI che voleva mettere le mani sporche di sangue sul movimento partigiano romano per assegnarsene l’egemonia. Nell’eccidio di via Rasella si coglie, come hanno rilevato già diversi scrittori, un mostruoso disegno tendente ad eliminare fisicamente tutti coloro che si opponevano alle pretese egemoniche dei piccisti. Un disegno diabolico che ebbe il tremendo effetto di spedire nel tritacarne delle fosse ardeatine circa 150 dirigenti politici.

CANZANO – Vuole entrare nel dettaglio?

LUBRANO – Alle fosse Ardeatine furono trucidati 68 compagni di Bandiera Rossa, 18 compagni socialisti tra cui 12 del gruppo partigiano di Franco Napoli, 60 militari badogliani del centro militare clandestino compreso il colonnello Cordero di Montezemolo. Naturalmente tra i 335 massacrati nelle cave di tufo della via Ardeatina ci sono 75 ebrei, tutti poveri rastrellati nel ghetto e molti italiani presi a caso dalle SS di Kappler. Gli iscritti al PCI che furono trucidati in tale circostanza si possono contare sulle dita di una mano: tra essi va ricordata la persona del prof. Gesmundo.

BIOBIBLIOGRAFIA

Giovanni Lubrano di Scorpaniello (si firma GL) è giornalista professionista e storico.
Nato a Tripoli di Libia, si è laureato a Roma, università degli studi, facoltà di scienze politiche, nel 1970. Ha lavorato nella direzione nazionale del partito socialista italiano quale funzionario addetto alla segreteria generale con il sen prof. Francesco De Martino dal 1964-72. Nel periodo della unificazione socialista tra psi e psdi, per designazione della segreteria socialista, svolse funzione di raccordo tra le segreterie del psi-psdi unificati ed il presidente del nuovo soggetto politico, vice presidente del consiglio, on. Pietro Nenni. Esperienza maturata tra il 1966 ed il 1969. Nel 1968 Lubrano preferì di rimanere a lavorare nella direzione socialista, benché lo stesso De Martino, entrato a far parte del Ministero Rumor in qualità di vice presidente del consiglio, desiderasse fortemente la sua presenza nel gabinetto presidenziale di Palazzo Ghigi. Per l’infausta scissione del 1969 de Martino, appena tornato al timone del psi, volle che Lubrano continuasse a collaborare direttamente con lui. Nel frattempo Lubrano, con Giorgio Cabibbe, Mimmo Liguoro, Agostino Saccà e Enzo Leone aveva dato un decisivo impulso all’’alleanza tra dematiniani e manciniani che, nella federazione giovanile socialista italiana, avrebbe di gran lunga anticipato la svolta politica nota col documento ‘De Martino-Mancini-Giolitti-Viglianesi e, nell’estate del 1969 avrebbe provocato il rovesciamento del segretario del partito socialista unificato Mauro Ferri. Lubrano seguì De Martino a Palazzo Ghigi nei governi Rumor e Colombo e, successivamente, fu eletto membro del comitato centrale socialista per la corrente De Martiniana nei congressi di Genova 1972 Roma 1976 Torino 1978.Negli anni in cui De Martino dopo la svolta del Midas fu costretto al ruolo di minoranza nel psi di Craxi, Lubrano diresse l’agenzia di stampa della corrente demartiniana o di quel che ne rimaneva, che si chiamava ‘Unità e Riscossa socialista’.
Da molti anni Lubrano segue come storico le vicende militari e politiche della patria Italia ed è commendatore della Repubblica dal 2 giugno 2003.

giovanna.canzano@email.it

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