Se non verrò rieletto, oltre a non essere più deputato, non sarò neanche più operaio

Intervista all’on. Antonio Razzi Italia dei Valori

Per le prossime elezioni politiche, si ricandiderà nella circoscrizione estero?

Si, siamo in fase di compilazione della lista. Avevo già anticipato la mi candidatura in quanto la mia coscienza è a posto. Ho lavorato, ho fatto tanto per gli italiani all’estero e adesso sono loro che devono valutare la qualità del mio lavoro. Non ho nulla da recriminarmi. Ho presentato cinque progetti di legge dove sono primo firmatario e tanti emendamenti tutti inerenti alle questioni dei nostri connazionali residenti all’estero.

Di cosa va più orgoglioso?

La proposta di riduzione dell’ICI del 50% per quegli italiani che, non essendo proprietari all’estero di alcun immobile, posseggono invece la casa in Italia. Sarebbe stato compito dei Comuni, operare la riduzione in questi casi. Il governo ci stava lavorando quando è sopravvenuta la crisi di governo. E poi altre due proposte cui tengo particolarmente. La prima riguarda il sostegno alle scuole che diffondono la cultura e la lingua italiana attraverso l’insegnamento a proposito della riforma della legge 153. Per gli italiani all’estero è un punto cruciale. La nostra lingua è amata in tutto il mondo allora è necessario che i nostri figli mantengano queste conoscenze. Mi sono battuto per avere la gratuità fino all’età di sedici anni per tutti i figli di italiani per insegnare loro la lingua e la cultura italiana. E’ un segno di riconoscimento verso quelle famiglie che per motivi di lavoro sono stati costretti ad emigrare. Agevolare la divulgazione della lingua e della cultura italiana può rappresentare anche un ritorno importante in termini di rapporti, relazioni e di lavoro tra nazioni. Ritornerò all’attacco se verrò rieletto.
Inoltre non trovo giusto che l’usucapione per i proprietari lontani residenti all’estero, sia di venti anni. Venti anni devono diventare trenta. Non è possibile che la stessa regola valga per gli italiani in Italia e per quelli residenti all’estero. Sarebbe una ulteriore protezione per la casa che li dovrà accogliere al loro rientro.

In base alla sua esperienza maturata in venti mesi di legislatura, cosa crede che prema di più agli italiani della circoscrizione estero?

Guardi, nella prossima legislatura, qualora fossi rieletto, mi batterò per ridurre se non abbattere del tutto gli oneri di nettezza urbana a carico di tutti quei proprietari che risiedono all’estero. Il problema è molto sentito da tutti. Le sembra giusto che, nonostante lei non produca rifiuti di alcun genere perché non vive in quella casa, debba essere costretto a pagare gli oneri delle Nettezza Urbana? E questa è una cosa che riguarda tutti gli emigrati. Si tratta di una voce comune. Da consultore della Regione Abruzzo, ho presentato all’attenzione del Sindaco questo problema. Mi risulta che ci sono diversi Comuni dove si pratica la riduzione dove del 15%, dove del 10% ma non è sufficiente. Non è giusto tassare tutti allo stessa stregua chi, come i ristoratori consumano quantità enormi di rifiuti e chi invece non produce nulla. Sarebbe bene introdurre anche in Italia il sistema adottato dalla autorità Svizzere. Nel mio Comune di residenza, infatti, la tassa della nettezza urbana consiste nella vendita dei sacchi marchiati e vidimati: tanti sacchi, tanti soldi e guai ad usare sacchetti alternativi. In questi casi le autorità sono molto severe contro i trasgressori. Il sistema è ottimo anche per la raccolta differenziata. Questo è uno di quei casi in cui un eletto all’estero, importa nel suo paese costumi ed abitudini di altri paesi buone e già collaudate.

Lei è deputato uscente di questa Repubblica, prima faceva l’operaio. Ammesso per assurdo che lei non sia rieletto, il posto in fabbrica dove lavorava ce l’ha ancora?

No. Per venire a Roma ho dovuto rinunciare al posto di lavoro. In Svizzera non esiste l’istituto dell’aspettativa per incarichi istituzionali come in Italia. Allora sono stato costretto a dimettermi. Sicuramente è una cosa ingiusta. Ecco, questa sarebbe invece una cosa buona da esportare in Svizzera. Ora, all’età di sessanta anni che compirò il 22 di febbraio prossimo, mi trovo in mezzo in un mare di guai. Se non verrò rieletto, oltre a non essere più deputato, non sarò neanche più operaio. Chi prenderebbe a lavorare un uomo a sessanta anni? Ho lavorato quarantuno anni per la stessa fabbrica di filatura industriale. Pensi che, nonostante la nomina a deputato, da deputato, ho continuato a fare l’operaio per ben due masi nel pieno delle mie mansioni per insegnare il mio lavoro specifico a quello che avrebbe preso il mio posto in fabbrica. Anche volendo, non sarebbe giusto, se mai fosse possibile, scalzare quel lavoratore per riprendermi il posto.

Lei ha girato un film sulla sua vita di operaio, film molto apprezzato. Ha messo in luce anche quanto fosse benvoluto dai colleghi e dai dirigenti stessi, se lei chiedesse di rientrare, non pensa che dovrebbero accettare se non altro per il ritorno in pubblicità di cui hanno beneficiato?

In verità “l’onorevole operaio” è stato un film che ha fatto il giro del mondo facendo anche pubblicità alla fabbrica presso la quale ho lavorato. Non so se ci sarà questa possibilità. Non ho mai parlato di questo con i vertici della fabbrica pur avendo avuto sempre contatti con il direttore e gli amici operai. Quando sono in Svizzera, mi sono sempre premurato di fare loro una visita. Credo che mi accetterebbero, ma cosa andrò a fare? Questo e il problema perché nell’ufficio dove lavoravo io ci sono altri ormai.

Se la riprendessero lei farebbe l’operaio? Lei una volta mi disse che dei suoi colleghi deputati nessuno sa attaccare un chiodo al muro, si ricorda?

Certo. Mica è vergognoso! Fare l’operaio significa lavorare e chi lavora è una persona onesta. Non ci sarebbe nulla di male in questo. Si, è vero che dissi che pochi sanno attaccare un chiodo al muro tra i miei colleghi deputati. Mica chiamo i commessi per fare qualche lavoretto. Quando si è trattato di attaccare un quadro al muro del mio ufficio, l’ho fatto io personalmente.

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