Ricordo di Nino Grazzani

La notizia della sua morte mi è giunta mentre ero a Roma per un’importante battaglia giuridica e politica: impedire che siano dichiarati ammissibili i referendum costituzionali. Ho potuto partecipare ai funerali religiosi, ma trasformati in laici dal saluto di commiato di Giovanni Matteoli, il redattore capo delle Ragioni del Socialismo. A questa rivista, diretta da Emanuele Macaluso, Nino Grazzani aveva dato il suo più recente contributo di giornalista e fino all’ultimo con l’articolo su Gordon Brown del 7 dicembre 2007 (qui ripubblicato sul numero unico della scorsa settimana). Un approdo culturale e politico, svolto con grande professionalità, quella appresa sul campo nell’emigrazione italiana, all’Unità ed in Paese Sera e come collaboratore della radio Berlin International negli anni tedeschi.
Nel suo periodo tedesco lo avevo soltanto incrociato in un paio di occasioni, a quei tempi la distanza tra socialisti del PSI e comunisti del PCI era forte. Nino era un vero e proprio quadro comunista, di quelli che hanno costituito la forza, il radicamento ed il prestigio del Partito, quando i partiti erano pesanti. La frequentazione e l’amicizia si sono sviluppati molto più tardi, nella XIIIa legislatura del Senato, in cui Nino era un funzionario del gruppo DS. Il mio impegno nel Centro di Iniziativa Riformista di Milano, che raccoglieva i miglioristi del PCI, era stato il ponte di collegamento, così come la collaborazione alla rivista Le Ragioni del Socialismo. Però tutto questo non sarebbe stato sufficiente se non ci fosse stato il comune amore per la Germania, la sua lingua e la sua cultura, che in noi significava anche passione per la storia del movimento operaio e socialista tedesco, per la Deutsche Sozialdemokratie.
Nino era appassionato per la politica internazionale, ma non tanto quella degli stati e delle politiche di potenza, ma degli uomini, dei movimenti sociali e politici. Senza quella passione la redazione dell’inserto della Rivista dedicato ai documenti del socialismo europeo e della sinistra internazionale, gli sarebbe stata gravosa,anche per le condizioni della sua salute. Nell’ultimo anno le occasioni di incontro si erano fatte più rare e si approfittava dell’occasione per scambiarsi qualche frase in tedesco, piuttosto che discutere di temi controversi come la deriva dei DS verso il Partito Democratico. Avessi avuto un presentimento della sua malattia e della morte gli avrei detto quanto fosse stato importante conoscerlo e quanta influenza abbia avuto sulle mie convinzioni politiche. Nino era l’esempio vivente di quanto fosse stupido, e soprattutto politicamente sbagliato, ragionare in termini di “ i socialisti con i socialisti, i comunisti con i comunisti”.
Ragionando in termini europei sul presente e sul futuro le differenze di provenienza non contano. Proprio l’esistenza di persone come Nino, der Genosse Grazzani, era la dimostrazione che anche in Italia era possibile la creazione di un grande partito del socialismo europeo, nel quale potesse confluire il meglio delle tradizioni, dei valori e delle esperienze del socialismo e del comunismo italiano. Per alcuni aspetti era molto più avanti della maggioranza dei suoi compagni di provenienza, e soprattutto di quelli passati dal comunismo al liberalismo senza concedersi una pausa socialdemocratica, ma rimasti collegati a vecchi stereotipi politici, come i riflessi condizionati in politica internazionale, come nel conflitto mediorientale. Nino aveva, invece, aderito all’appello di Sinistra per Israele contro l’antisemitismo e il pregiudizio anti-israeliano di tanta parte della sinistra. Vecchi riflessi settari della sinistra, causa non ultima della sua debolezza e frantumazione.
Nino Grazzani è stato dirigente della Filef e ha diretto Emigrazione Notizie, pubblicazione che ha dato con sentita partecipazione la notizia della sua morte. Tra i siti web collegati della stampa si trovano molte testate, le principali e quasi tutte quelle della sinistra, dall’Unità al Manifesto ed a Liberazione, ma non il Riformista. Nell’orazione funebre è stato detto che la morte non deve significare la scomparsa della persona, che ci ha lasciato. Emigrazione Notizie potrà ricordare Nino, che tanto ha dato alla causa degli emigrati, allargando il suo pluralismo ideologico ed informativo. Un ultimo accenno, che vuol essere un ringraziamento particolare. Nino Grazzani è stato un grande ammiratore e sostenitore dell’Avvenire dei Lavoratori e questo lo ha dimostrato con i fatti, nelle sue battaglie, spesso solitarie, all'interno della Commissione per i contributi all’editoria italiana all’estero.
Soltanto in occasione della sua morte ho appreso della sua grande passione per le vacanze in camper, non con la sola famiglia, ma in un gruppo organizzato di amici, e perciò quale miglior augurio che dirgli ora che ci ha lasciato: “Gute Reise! / Buon viaggio! Nino”.(ADL)

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