“Penultimatisti” e “Orabastisti”: non se ne vanno piu’

Lamberto Dini, 30.12.2007: “Chiediamo una risposta chiara, senza ambiguità, al più tardi al momento della verifica prevista per metà gennaio…”
Lamberto Dini, 8.1.2008: “ Dobbiamo dare tempo all’esecutivo Prodi. Non potrebbe seriamente impegnarsi su nulla senza sapere prima quante risorse avrà da ripartire…”

Eccoli qua quegli degli “ultimati irrevocabili” e quelli dell’ “ora, basta!”. Sia chiaro che è un dovere continuare a fare opposizione e mi auguro in modo sempre più netto visto come vanno le cose, ma non illudiamoci: PRODI NON SE NE VA PIU’. Non se ne va perché la “colla” del potere è miele per la sua corte che pensa innanzitutto ai propri interessi e quindi da Lamberto Dini a Di Pietro, da Rifondazione ai vari Pallaro prima di tutto ci tengono a salvarsi il posto.
Perfino Pecoraio Scanio resterà, quello che ha fatto e detto di tutto ed il contrario di tutto, che ha le responsabilità più gravi per la situazione in Campania che ha messo l’Italia all’attenzione ed alla vergogna del mondo. Così come resterà Bassolino da 15 anni (quindici anni!!) monarca assoluto prima di Napoli e poi di quella regione. Resteranno Di Pietro a litigare con il “pecoraio” e viceversa, resterà Dini anche se minacciava sfracelli per l’aumento della tassazione al 20% delle rendite finanziarie ed ora abbozza, resteranno Diliberto e Rifondazione che nei giorni dispari minacciano la crisi e in quelli pari digeriscono di tutto. Vedrete: nelle prossime settimane al Senato scatterà l’ennesimo inciucio anche con i Radicali che – interpretando in altro modo la legge elettorale sui collegi regionali – guadagneranno per la maggioranza un paio di seggi in più. Emergenza rifiuti? E’ già scattato il “Soccorso Rosso” delle altre regioni di sinistra che accetteranno i rifiuti – PIEMONTE COMPRESO – a spese dei propri cittadini.
In un paese normale le dimissioni per quello che quotidianamente avviene sarebbero la normalità, ma – appunto – l’Italia non è più un paese normale. Non lo è perché altrimenti lo Stato non avrebbe abdicato al suo ruolo ed alle sue funzioni (non solo a Napoli, ma in una infinità di altre situazioni) e il “sistema” non reggerebbe più. Invece ogni giorno non conta nulla che la stragrande maggioranza degli italiani sia delusa ed insoddisfatta, che la babele nella maggioranza sia completa, che l’8 gennaio i sindacati riaprano (giustamente, tra l’altro) un contenzioso con il governo per lo sgravio fiscale sulle buste paga quando DOPO 6 MESI DI DISCUSSIONI la “finanziaria” (da loro approvata !!!) era stata chiusa appena 14 giorni prima. Gli sgravi verranno dai tagli ad enti pubblici inutili, evasione e sprechi amministrativi? Allora stiamo freschi, vedrete! D'altronde il “frenatore” Padoa Schioppa ieri sera confermava: sgravi – forse – con la “finanziaria” 2009: campa cavallo. Ma che razza di metodo di governare è questo? Governo e sindacati non si erano accorti prima che i prezzi aumentano come le imposte? Non si erano accorti che le famiglie non riescono più a pagare i mutui (ma le banche scoppiano di utili) che il petrolio aumenta ma il gasolio ben di più mentre – pervicacemente – a Palazzo Chigi si continua a dire no ai degassificatori, no al nucleare, no all’eolico ecc.ecc. salvo poi lamentarsi che nelle altre nazioni d’Europa l’energia costa meno e le nostre aziende perdono in competitività, mentre il “decreto sicurezza” (solo per parlare dell’ultimo voto di fiducia) è già dimenticato. Questi sono fatti, ma continua la giostra delle parole.
A questo punto – oltre a continuare a chiedere le elezioni – non sarebbe giusto che nel centro-destra ci fosse una seria riflessione comune su come affrontare il futuro? Alleanza Nazionale ci sta provando lanciando “Alleanza per l’Italia” con un documento molto articolato e aperto al contributo di tutti che si concluderà con un congresso dal 14 al 16 marzo a Milano, mentre del “Partito del Popolo delle Libertà” non si hanno più grandi notizie. Se non c’è una seria volontà di agire insieme – purtroppo – Prodi potrà continuare a ridersela!
RAI INTERNATIONAL: BASTA PARA-COMUNISMO!
Dai giorni scorsi “Rai International” è visibile anche in Italia ed in Europa. Ma allora – come ho richiesto alla Commissione Vigilanza della Camera – anche per Rai International devono valere le regole della “par condicio” politica perché chi segue questi programmi all’estero non ne può letteralmente più. Voi pensate che Rai 3 sia troppo partigianalmente schierata a sinistra? Rai International lo è di più, molto di più. A parte il taglio dei programmi tutti a sinistra (da Ballarò ad Anno Zero, con “Porta a Porta” da cui sono scientemente cancellati i dibattiti politici scomodi) nella rete di Badaloni (si, proprio l’ex presidente della regione Lazio, resuscitato Rai) c’è una evidente e plateale scelta politico-editoriale che non rispetta né l’equilibrio né l’obbiettività. Un esempio: l’ex cantante Gigliola Cinguetti “riciclata” presentatrice (e recente sostenitrice del “manifesto” di Rosy Bindi, non dimentichiamolo) che gestisce un maxi-programma quotidiano tutto di parte, invitando chi vuole e commentando come vuole. Una rete “piccola” di soli (!!) 140 dipendenti a Roma, ma che costa comunque alcune decine di milioni di euro l’anno per un “servizio pubblico” che non c’è. In giro per il mondo cresce la rabbia, ci sono addirittura dei siti di protesta (www.salvaraiinternational.com) che raccolgono petizioni, firme e dissensi. Gli italiani all’estero infatti non ne possono più e solo negli USA mi risulta che nel 2007 ci siano state 24.000 disdette di abbonamento, ma la “corazzata Potiomkin” dell’informazione prosegue imperterrita. Mi auguro che la Commissione RAI intervenga, sarebbe suo assoluto dovere.

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