La finestra di Mario Basti: Ma allora quale sorpasso?

di MARIO BASTI

Alla fine di ogni anno che se ne va e all’inizio di quello che lo segue é quasi di prammatica una specie di bilancio dell’anno trascorso con previsione di quello che si inizia. Bilancio e previsione che ovviamente rispecchiano opinioni, punti di vista, risultati, posizioni personali, per cui naturalmente sono sempre discutibili, poco condivisi e considerati poco convincenti. In questo inizio del 2008 ci aiuta a delineare il bilancio, il presidente del Consiglio, Romano Prodi che, come si sa, é un campione di ottimismo purtroppo non sempre contagioso, ma che questa volta ha fatto certamente piacere (in attesa delle conferme se necessarie della realtà che non possono tardare) a noi italiani all’estero che, prescindendo dalle nostre personali opinioni politiche, desideriamo che il nostro Belpaese vada meglio di quel che appare dalla lettura dei giornali e dalle immagini della tv.E nella relazione che il premier ha fatto pochi giorni fa – per la precisione il 27 dicembre – ha presentato l’immagine di un Paese che va molto meglio di quanto si possa pensare, standone tanto lontani.
Lo dicono con maggiore e non discutibile chiarezza alcuni numeri. Il deficit che nella previsione iniziale dell’anno doveva essere di 2,8 per cento é stato del 2 per cento, il che significa che si é fatto nei conti dello Stato una correzione il cui importo in euro é stato di 20 miliardi ; la disoccupazione é stata del 5,6% un tasso che non era cosí basso da 25 anni ; per la lotta all’evasione fiscale si calcola che sono rientrati nelle casse dello Stato circa 21miliardi di lire e grazie a questi ed altri analoghi risultati che hai già potuto leggere, caro Lettore, nel primo numero 2008, quello di giovedì scorso, di questa tua TRIBUNA ITALIANA, si può affermare con fondamento che va festeggiata la ricorrenza del sessantesimo anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana, che, come certamente ricordi, è entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Allora forse anche tu, caro Lettore,come me, come molti altri, già eravamo emigrati, già eravamo diventati residenti permanenti dell’Argentina, lavoravamo sodo e mandavamo mensilmente le rimesse di aiuto familiare alle nostre famiglie rimaste in Italia. e già si vedevano i concreti risultati di questo nostro contributo, sebbene poi siano dovuti passare decenni perché in Italia cominciassero a rendersene conto e a capire che anche noi, pur stando al di là dei monti e degli oceani siamo ITALIA. Siamo italiani con gli stessi diritti di ricevere cultura, assistenza, informazione,solidarietà, tutto quel che caratterizza i popoli civili.
Anche perché mi sarebbe tanto piaciuto scrivere la FINESTRA di giovedì scorso, ma è logico che in sostanza non sia stato così, perché la vera FINESTRA di giovedì scorso, del primo numero del nuovo anno l’hanno scritta, come era logico e di loro specifica competenza, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo elevato messaggio a tutti gli italiani ovunque residenti, e il premier Romano Prodi, che ha fatto la smentita certamente tanto attesa da te, come da tutti gli altri italiani qui residenti, cioè la smentita del sorpasso proclamato da Zapatero!
Pochi giorni fa, qui e altrove, giornali e televisioni avevano informato che sul piano economico la Spagna aveva sorpassato l’Italia, o comunque stava per sorpassarla, tanto bene andava la Spagna, tanto male andava invece l’Italia! Possibile? Sì, è possibile, caro Lettore, che magari involontariamente, l’opinione pubblica di un paese o di vari, si trovi alle prese di una campagna stampa, che mostra una situazione stravolta, che non rispecchia affatto la realtà. Tanto possibile che qui, non soltanto nella comunità italiana, hanno creduto che fosse vero, che il sorpasso ci fosse stato. E invece! Invece avrai già letto, caro Lettore, (ma credo ti faccia piacere rileggere) la smentita che il premier Prodi ha scritto all’Agenzia ANSA “affermando, cifre alla mano, che l’economia italiana è ancora ben più grande di circa il 50 per cento di quella iberica” aggiungendo che “anche in termini pro capite il nostro pil è superiore a quello spagnolo di circa il 13 per cento”.
So, caro Lettore, ne sono certo, che avevi già letto con tanto piacere questa smentita, ma non credi di aver fatto male a farti provare nuovamente oggi lo stesso piacere, sebbene in Italia Berlusconi, Dini ed altri dell’opposizione dichiarino il contrario. Ma non è abituale che sia così? Non è questo il ruolo dell’opposizione?
Forse a questo punto tu, se sei uno dei lettori che mi ha chiesto: ma vale la pena rientrare definitivamente in Italia, e aspetti che io ti risponda: Sì! Ed invece io responsabilmente non posso darti questa risposta, perché la decisione di emigrare – e di rientrare in Italia – sarebbe come ripetere l’amara esperienza di tanti decenni fa, pur se in circostanze personali, familiari, economiche diverse, qua e là. E perciò ognuno deve esaminare la sua personale situazione e decidere in conseguenza.
Vero è che c’è un fatto concreto innegabile che tutte le statistiche non soltanto italiane, mettono in luce: risiedono oggi in Italia con regolare permesso di soggiorno tre milioni e settecentomila stranieri europei ed extraeuropei e fra i Paesi europei preferiti dagli emigranti, l’Italia è ai primi posti. Inoltre una recente statistica ha indicato che gli immigrati – pur avendo la casa in affitto o con prestito bancario, pur avendo tutti un lavoro, pur avendo tutti figli piccoli (gli stranieri sono non raramente maggioranza nelle aule delle scuole italiane) – mandano quasi tutti rimesse di aiuto familiare ai loro cari rimasti in Romania, in Filippine, in Perú, in Marocco, ecc. Rimesse di aiuto familiare: ricordi caro Lettore, quante ne mandammo alle nostre famiglie rimaste in Italia? Sai certamente quanto esse influirono non soltanto a risolvere i problemi, le situazioni di tante famiglie, ma anche a sanare la bilancia dei pagamenti nazionale. Lo sai certamente anche se a Roma non tutti lo ricordano.
E così gettammo le basi per lo sviluppo dei decenni successivi, che giustamente il nostro Presidente ci indica “come motivi di fiducia nell’avvenire dell’Italia”. Teniamone conto, pur non ignorando i problemi reali che ci sono e che dobbiamo impegnarci, tutti ed ognuno, a risolvere. I problemi: ricordiamo quelli che dovevamo affrontare nel nostro Paese e che non avevano altra soluzione che l’amara diaspora. E li risolvemmo. Come e perché cedere ora alla sfiducia, come e perché non vedere ora che, malgrado tutto, l’Italia va? E va anche per merito nostro e saprà impedire sorpassi se, come assicura Prodi, “il 2008 sarà l’anno in cui la macchina dello Stato si farà ‘verde’”, per tutti e quindi anche per noi, cioè per l’Italia all’estero? E’ questo l’augurio di Roma e noi lo condividiamo.

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