BATTITI PER CAMBIARE!: E NEGLI USA INIZIA LA OBAMA-MANIA

Sale ancora la marea della popolarità del nuovo Kennedy afroamericano

HOUSTON, Texas – Adesso il clan Clinton è giunto al panico ed a questo sembra stia facendo seguito anche la disperazione. Bill Clinton, il Presidente degli scandali e dalle affermazioni risultate poi false sulla sua relazione con la borsista Monica Lewinski è sceso in campo direttamente, cercando di capovolgere un risultato chiaramente polarizzato su Barack Obama ed, a questo punto, sembra poco probabile che riesca ad ottenere qualcosa di decisivo a favore di Hillary.
Il senatore dell’Illinois continua ad elettrizzare le folle con scene di vero entusiasmo che fanno ritornare alla memoria John e Bobby Kennedy. I media anche di diverso orientamento lo gradiscono al punto che lo hanno definito come un candidato giovane, carismatico, pieno d’energia e d’entusiasmo che riesce anche a trasmettere alle folle. Ciò che è veramente più insolito è che Americani dalle origini più diverse queste qualità le riconoscono solo a lui fra tutti i vari concorrenti in corsa per la Casa Bianca.
Sorprende constatare che Obama, dopo aver superato il vecchio pregiudizio dell’America bianca dell’Iowa e del New Hampshire, sembra sia riuscito perfino a far sorgere in suo favore un partito trasversale bipartisan che include Democratici e Repubblicani. In altri partecipanti alla grande corsa adesso c’e’ persino il timore di un pericolo chiaro e presente che anche gli indipendenti finiscano, per un effetto domino, a cedergli pure il loro appoggio.
Il Generale Colin Powell, l’ex Segretario di Stato afroamericano, repubblicano e critico del Presidente Bush su diversi temi, ha fatto a Barack Obama in modo provocatorio i suoi auguri personali definendo pero’ la sua eventuale vittoria nelle presidenziali “ Un evento importante per il popolo americano”.
Forse, pero’, ciò che è più gradito del giovane candidato che offre tante speranze alla gente della sua minoranza è che questi fa appello invece a tutti gli Americani e che non sembra voler privilegiare gli interessi della sua o di qualsiasi altra minoranza di un paese che sembra solo unito nella ricerca del nuovo. Si è capito ormai che ciò in cui si spera di più è di veder scendere al più presto dal podio un’amministrazione che è al tramonto e che, pur essendo lodevole per l’impegno all’estero, nella ricerca della pace tra Israeliani e Palestinesi, a casa sembra invece non avere un quadro sufficientemente chiaro delle serie difficoltà economiche di vasti strati della popolazione.
Il successo crescente del giovane Kennedy afroamericano che marcia fino ad ora a vele spiegate e col vento in poppa, si spiega per logica solo cosi’.

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