La lezione dell’Iowa

UNA FINESTRA SUL PIANETA AMERICA

HOUSTON, TEXAS – Il primo round s’e’ concluso e la morale che n’è scaturita è stata quella che è meglio per tutti essere prudenti. Forse più che ad ogni altro, il proverbio che “Non bisogna vendere la pelle dell’orso prima d’averlo effettivamente abbattuto e portato a casa” vale proprio per lei, la Senatrice democratica dello Stato di New York Hillary Rodham Clinton che, essendosi classificata addirittura al terzo posto, ha dovuto subire un brutto colpo al suo amor proprio. Purtroppo, anche i capitani delle squadre possono avere brutte stagioni e la fase delle primarie dell’Iowa è stata particolarmente raggelante per lei, non solo per la stagione invernale. Adesso tutti gli analisti stanno versando fiumi d’inchiostro sui vari perché del capovolgimento di un pronostico dato per scontato e stanno cercando di capire da dove scaturisca il “fenomeno” Obama che costituisce per molti ed allo stesso tempo una piacevole novità ed un vero e proprio, inestricabile rebus. La novità è senza dubbio quella di poter constatare che in uno stato bianco come l’Iowa i tabù discriminatori siano caduti e che ci sia forse spazio per l’elezione del primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti. Un progresso certamente ben più consistente e significativo dell’invio alla Casa Bianca della primo signora-presidente. Il secondo, è che anche nella Repubblica a stelle e strisce sembra si stia facendo avanti il desiderio di un vero cambiamento, anzi di una rivoluzione pacifica di senso antipolitico ed antitradizionalista quale solo Barack Obama, tra tutti i candidati, sembra in grado di poter realizzare. E' evidente che in questo primo turno delle primarie, quella che è prevalsa è stata proprio l’opinione dei giovani che sono andati ad esprimere la propria opinione senza farsi condizionare dall’apatia e dalla mancanza di partecipazione di molti, anzi, di troppi elettori d’età più avanzata. E’ solo alla luce di questa constatazione statistica sull’eta’ degli elettori che si riesce a giustificare la prima bruciante Waterloo della signora Clinton. Con i giovani il suo continuo ritornello sulla sua presunta superiorità dovuta all’esperienza pregressa, maturata come moglie di Bill alla Casa Bianca, non ha funzionato. Ad un esame postumo ha dimostrato, invece, d’aver fatto cilecca e d’essersi ritorto contro l’ex first lady, come un doloroso boomerang. Il seme propagandistico che la senatrice democratica cercava di spargere è caduto sul terreno poco ospitale e propizio dei giovani per i quali l’esperienza dei volponi della politica non è un pregio, ma è un difetto. Dopo tanti professionisti della politica al timone che, non hanno esattamente accontentato gli Americani, adesso si preferisce qualcuno più giovane, più inesperiente e possibilmente non compromesso col vecchio sistema del lobbysmo. La lezione dell’Iowa, dunque, è che l’America sembra sia decisa a voltare pagina col vecchio sistema. Adesso, si dovra’ attendere il nuovo test del New Hampshire per capire se questa tendenza e’ destinata a continuare ed a rafforzarsi col tempo o se si e’ trattato solo di una parentesi transitoria, carica di molte speranze e dotata di una vita piuttosto effimera.

Direttore di INFO USA MAGAZINE

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