IL DIRITTO DI DISPORRE DELLA PROPRIA VITA

di Gaspare Serra

“Il diritto alle cure non è confondibile con un dovere di subirle: porre limite all'invasività medica sul proprio corpo spetta solo al paziente”

PREMESSA:
Terry Schiavo, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro: questi sono solo i casi di cronaca più recenti che hanno scosso le coscienze su temi etici di mai secondaria attualità come quelli concernenti tematiche “diverse” ma interconnesse quali:
1- l'eutanasia,
2- l'accanimento terapeutico
3- e il diritto di rifiutare cure mediche (anche vitali).

Se sull'eutanasia (che, tra l'altro, non vede crontrario per principio il sottoscritto, seppure a determinate condizioni) l'opinione pubblica sembra dividersi maggiormente e la classe politica irrimediabilmente aroccarsi su posizioni ideologiche irremovibili (ed, a volte, anche incomprese dagli stesse che le accolgono, che supinamente le accettatano solo in base ad uno spirito di parte), su accanimento terapeutico e, soprattutto, sul semplice e naturale diritto della persona a dare il proprio assenso/dissenso ad ogni tipo di trattamento terapeutico e sanitario, l'opinione pubblica sembra pronta e matura a che il nostro ordinamento compia un passo avanti di civiltà giuridica nella direzione di un esplicito riconoscimento del diritto del paziente a decidere quando un trattamento configura una forma di accanimento sulla propria persona e quando è lesivo della propria dignità.
Il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche, anche quando conduce alla morte, non può essere scambiato per un'ipotesi di eutanasia (ossia per un comportamento che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte), in quanto tale rifiuto esprime, piuttosto, la scelta insindacabile, da parte del malato, che la malattia segua il suo corso naturale!
E la politica? Anche se qualcosa sembra cambiare e qualche timido tentativo si sta compiendo nell'affrontare il tema del testamento biologico, poco e lentamente risponde, in questo come su ogni altro tema etico: con un Parlamento conservatore e con una maggioranza di governo solo in minima parte riformista, la politica non sembra, per l'ennesima volta, pronta al grande salto, a recepire le istanze ormai comuni provenienti dalla società (si veda la tragicomica vicenda dei PACS-DICO-unioni civili e, per quel che ci riguarda da vicino, l'arenamento in Parlamento del disegno di legge sul testamento biologico, vittima dei veti del fronte ultra-cattolico che, destra o sinistra al governo, detiene sempre la maggioranza).

Le questioni che si pongono sono le seguenti:
– nel nostro Paese, io, cittadino italiano, ho riconosciuto il diritto a scegliere come, fino a che punto e fino a quando si può intervenire sul mio corpo?
– Ha valore o meno, nell'ordinamento giuridico italiano, la propria volontà di rifiutare tassativamente ogni forma di trattamento sanitario (sia esso terapeutico o anche semplicemente consistente in qualsiasi forma di alimentazione e/o idratazione forzata e/o artificiale) fortemente invasivo della propria sfera personale e contrario alla propria concezione della dignità umana, anche se da tale interruzione possano derivare letali conseguenze per la vita?
– Che valore attribuire alla volontà di una persona, che ha perso lo stato di coscienza ma avente precedentemente espresso una inequivocabile volontà di non acettare sul proprio corpo trattamenti sanitari (costituiscano o no forma di accanimento terapeutico) esclusivamente finalizzati mantenimento del soggetto in stato comatoso irreversibile o in stato vegetativo permanente?
– Fin dove si spinge la legittimazione medica ad intervenire sul corpo e sulla vita dell'assistito, e dove si arresta?
– E' davvero immaginabile che lo Stato imponga una sua “etica” a tutti i suoi cittadini, ossia il “dovere di curarsi”, o, per meglio dire, di “sopravvivere a tutti i costi”, oltre la “vita sensiente”, superando solo grazie alla scienza medica il limite naturale dell'esistenza?

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy