Il presidente della Repubblica ha controfirmato il decreto con cui il governo “in assenza di corrette e motivate decisioni” ha rimosso il gen. Speciale dal comando della Guardia di finanza. Il Capo dello Stato non ha responsabilità di natura politica, ed egli opera in una condizione di “irresponsabilità” nei confronti degli atti dell’esecutivo.
Ciò premesso, si deve aggiungere che il Capo dello Stato si è trovato a controfirmare un atto del governo che ha ottenuto una censura moralmente, istituzionalmente e politicamente rilevante da parte di un tribunale amministrativo.
Il decreto non può essere ritirato, né il Capo dello Stato può imporre una simile scelta al governo. Rimane il fatto che la copertura istituzionale fin qui accordata da Napolitano all’esecutivo diventa fonte di imbarazzo per l’esercizio delle prerogative che la Costituzione assegna al Capo dello Stato e che lo hanno esposto, come nel caso del gen. Speciale, a un eccesso di copertura istituzionale verso l’esecutivo. Un passaggio delicato per il Quirinale che richiama tutti i protagonisti a un supplemento di vigilanza e di rispetto delle istituzioni. Due requisiti gravemente lesionati dal comportamento dell’esecutivo. E il ministro Padoa-Schioppa, da tecnico inetto qual è, che continua a schiaffeggiare la Costituzione: Petroni, Speciale e chi più ne ha più ne metta.
Voglio augurarmi che il presidente della Repubblica, sempre giustamente sollecito a difendere il buon nome dell’Italia all’estero, mostri altrettanta sollecitudine e consequenzialità nei suoi atti all’interno dei confini.