Senatrice Rame, non si dimetta, per favore!

Intervista alla Senatrice Franca Rame

Sulla questione del voto sull’abolizione della società dello stretto di Messina, con l’Unione, in dissenso con l’Italia dei Valori, lasciando poi il gruppo. Molti dicono che lei non avrebbe capito la questione e cioè che non andava votata la soppressione perché si sarebbero risparmiati molti miliardi.

Il ponte di Messina non si può fare. In un articolo di Curzio Maltese dell’anno scorso, si spiegavano le ragioni del perché: il Giappone ha costruito un ponte come questo di 1960 metri per le sole automobili, ma non c’è materiale al mondo che possa reggere anche il peso dei treni. Questo significa che il ponte di Messina non si potrà mai realizzare. Ragion per cui qualcuno mi deve spiegare perché questa società continui ad esistere da un ventennio. Ha mangiato miliardi e miliardi di lire, milioni e milioni di euro e continua a mangiarne.

Non c’è possibilità di un ritorno nell’IdV dopo un chiarimento?

No, mi dispiace, ma sono anche altre scelte politiche su cui mi trovo in disaccordo. Ad esempio Di Pietro ha dichiarato di essere contro i manifestanti del G8 (Genova) ed in difesa della polizia dimenticandosi dei provocatori al servizio delle forze dell’ordine.Io c’ero, non ho preso le botte perché stavo con Don Gallo, conosciuto e rispettato da tutti a Genova, compresi polizia e carabinieri . Ho visto con i miei occhi i black block. che venivano addirittura trasportati di qua e di là dalle camionette della polizia.Un mio amico, Sergio Cusani, è stato picchiato duramente ed ha avuto la macchina fracassata.

Perché nel gruppo misto e non con Rifondazione Comunista?

Io sono stata iscritta al PCI per tanti anni. Ero molto attiva, militante, ed ero felice di trovarmi fra tante compagne e compagni. C’era affetto, rispetto, amicizia, solidarietà. C’era il comunismo. Poi le cose sono cambiate. E’ cambiata l’aria che si respirava. Me ne sono uscita con grande malinconia. No, non voglio più legarmi ad un partito. Sono indipendente e resto indipendente. Lo ero anche nell’IdV perché mai nessuno mi ha obbligato a fare qualcosa. Più di una volta, su emendamenti su cui non ero d’accordo, quando dicevo all’amico Senatore Formisano che non li avrei votati, ha sempre rispettato le mie scelte.

Sembra essere molto vicina alle posizioni di Rifondazione per la propensione ai meno abbienti, ai più deboli, contro la guerra …

Vado d’accordo con i colleghi di Rifondazione. Ho molta simpatia per loro come ho simpatia per i comunisti italiani ed anche per i verdi, ma quelli a cui mi sento più vicina sono i Senatori Rossi e Turigliatto. Purtroppo, essendo spesso il mio l’unico voto che ci permette di non far cadere la maggioranza, devo sempre mandare giù il boccone amaro e votare “sì”, o “no” altrimenti il governo salta. Più di una volta, riflettendo, mi sono detta: “Loro possono dissentire, perché sanno che poi ci sono io, che voto come decide l’Unione”.

Ha intenzione di dimettersi da senatrice, ma non crede che così facendo deluderà moltissimi suoi elettori che aspettano da lei non i miracoli ma almeno una presenza costante?

I miei elettori devono capire che la mia è una presenza che non serve a nulla, non posso fare altro che “ubbidire”, come ho già detto. Sono mesi che pesa sulle mie scelte questa spada di Damocle. Comunque, io non ho nessuna intenzione di fare qualcosa di negativo contro questo governo; lo sosterrò fino all’ultima ora che siederò in quest’aula. Anche se non mi trova d’accordo. Non sono state mantenute le promesse fatte in campagna elettorale. Ogni tanto qualcuno per strada mi ferma e ironicamente mi dice: “Vada a palazzo Chigi, a controllare che non ci sia ancora Belusconi!”. Non ce l’ho con Prodi, la realtà è che è accerchiato, come fosse in galera. Ha 15 partiti intorno al collo. 15 anime, 15 ideologie. Come si fa a mettere d’accordo l’Udeur e Rifondazione?Che può fare Prodi? Deve accettare di tutto, anche i ricatti. Penso che per il Professore questa sia una pessima stagione, perchè non può essere contento di come vanno le cose.Lo stimo e mi dispiace per lui.

Ma la gente che la segue molto da vicino, quelli del suo blog, non vogliono una Franca Rame vinta, battuta dai fatti. Non li deluda.

Quando la tua presenza in un posto non può dare niente, oltre al Sì – NO. Che ci sto a fare? Non c’è dialogo. Vai in aula, trovi la “pappa” fatta: vota si, vota no.Stop. La passione che ha sempre accompagnato la mia vita si è lentamente spenta. Più passa il tempo e più sono indifferente. Mi dispiace un sacco. Mi dà grande malinconia e scontentezza. Chi prenderà il mio posto sarà sicuramente più a suo agio di me. L’unica volta che ho avuto la possibilità di non sputarmi in faccia è stato quando ho votato contro l’indulto. Ma erano talmente in tanti a volerlo che è stata, una ben misera soddisfazione. La gente si aspetta da me chissà che cosa. Io sono solo un colore, rosso, verde o violetto, i colori delle lampadine che indicano come hai votato. Ho maturato la coscienza di non poter fare niente. Non sono nulla, non posso fare nulla, ho presentato DISEGNI DI LEGGE interessanti che se ne staranno saranno dimenticati in qualche cassetto, ho presentato emendamenti, ho fatto interrogazioni…? Non ti risponde nessuno.
Spendo tante di quelle energie che potrei veramente con le stesse forze, senza presunzioni, sollevare il mondo. Corro dalla mattina alla sera!. Ho quattro commissioni, ho ore e ore in aula, ho la posta da evadere, il blog, un sacco di istanze da parte della gente. Per fortuna che c’è la mia adorata Carlotta Nao, che non solo mi aiuta, ma mi tira anche su di morale. Le sono molto riconoscente!

Lei ha messo a disposizione 100.000€ in opere di beneficenza, soldi suoi è vero?

Dai denari dello “stipendio”, sottraggo solo le spese vive, affitto di casa a Roma, stipendi, vitto ecc. Il resto, l’ho impegnato bene. C’è gente che ha problemi serissimi, ed ho talmente tante richieste che non so proprio a che santo votarmi!. Ammalati con pensioni miserabili, vittime dell’uranio impoverito, disabili…. Diciamo:nessuna novità: il mio lavoro di sempre.
Mi sono occupata di carceri,oltre 800 detenuti per reati politici e comuni (Soccorso Rosso, 1969-1985) licenziati, disoccupati, fabbriche occupate, sfrattati, donne violentate, ammalati di AIDS, con Dario ci siamo impegnati molto. Questo lo dico con grande gioia. perché quando vado a letto la sera, a volte penso a quanti momenti di disperazione ho avuto la fortuna di condividere. A quanta gente ho dato amore, amicizia, concreta solidarietà… E in tanti (non tutti) hanno contraccambiato. Sono più di mille gli spettacoli che abbiamo fatto in sostegno a fabbriche in occupazione. Ci sono state anche vertenze vinte dagli operai , grazie agli incassi dei nostri spettacoli che gli permettevano di “non mollare”. Anche il nostro pubblico li sosteneva concretamente: arrivavano alla fabbrica con vino, pasta, riso ecc. Bello no? Mi addormento felice e mi faccio sogni bellissimi. Quella si che era vita!

C’è un esempio di cui le va di parlare?

Ricordo una donna straordinaria: Eva.
Questa signora brasiliana nel nostro Paese faceva la lavapiatti in una pizzeria. Aveva due figli, cinque e sei anni e un altro di sedici In Brasile avevano una vita davvero misera, vivevano in una favelas, andavano a raccogliendo tra le immondizie qualcosa da mangiare, stracci per vestirsi. In Italia speravano di trovare l’Eldorado.
La Vidi Eva in televisione da Santoro: bellissima, sui 35 anni con le fotografie in mano dei suoi due bambini . Stava raccontando la sua storia terribile: era venuta in Italia con i suoi figli perché il suo datore di lavoro le aveva assicurato, oltre al lavoro, ospitalità. Bella ospitalità! Madre e figli stavano in un solaio, senza acqua, su due brandine. Un corto circuito sviluppò un incendio nel solaio. Eva era sotto a lavare i piatti, mentre i suoi filgi morivano bruciati. Ho visto le loro foto nelle piccole bare: I bimbi erano.. come dire… affumicati. Morti asfissiati. E questa madre disperata, convinta dal figlio maggiore ebbe la forza di donare gli organi dei due figli ad altri bimbi. Ascoltando questa tragica vicenda, ho avuto immediatamente il desiderio di conoscere Eva e il suo ragazzo Tramite Santoro l’ho contattata, ci siamo incontrate. Mentre mi raccontava la sua tremenda disperazione piangeva, senza un singhiozzo. Insopportabile. Non aveva dove stare con suo figlio. Li ho tenuti per due anni presso di me. Non volevo si sentissero “ospiti”, quindi l’ho assunta come aiuto domestica, anche se non era in grado di lavorare, Era la disperazione vivente. Si stava insieme, si mangiava insieme, spesso mi stendevo a letto vicino a lei. La tenevo abbracciata sino a che non si addormentava. L’ho mandata anche da un compagno psicologo “fai attenzione,
è sull’orlo del suicidio”, m’ha detto.
La sera quando si guardava la televisione, ad un certo punto, lei si alzava e se ne andava in camera sua. Io, preoccupata, la spiavo dal buco della serratura timorosa che si buttasse dalla finestra (siamo al V° piano). la vedevo lì, piangere in silenzio con le fotografie dei figli. Ad un certo punto ho pensato con Dario, che forse a Eva occorreva, per ritrovare il suo equilibrio, avere la responsabilità di una casa sua.

Una persona di cui avrò sempre grande rispetto è l’ex Ministro degli interni Sen. Mantovano; che oltre al permesso di soggiorno promesso e mantenuto nella trasmissione di Santoro, mi aiutò a trovare un appartamento nella periferia di Milano per la piccola famiglia, non solo, fece in modo il sindaco pagasse pure l’affitto al padrone di casa. Siamo andate a comprare i mobili e lì ci hanno anche regalato un televisore “grandino” che io, da sfacciata, ho chiesto al negoziante quale premio per aver comprato tanta roba. La gente mi conosce… sa del mio impegno nel sociale, mi aiuta volentieri.
Poi con l’aiuto di un avvocato, siamo riusciti ad ottenere dall’ assicurazione del pizzaiolo un risarcimento di 600 milioni. Sono tornati in Brasile, là, con tutti quei denari sono ricchissimi! Questa è una delle tante belle storie che ho avuto la fortuna di vivere.

Le difficoltà che lei prova da senatrice, in effetti, non sono le difficoltà di Franca Rame, sono le difficoltà, grosso modo, di tutti i senatori. Ciascuno di voi è una pedina

Questo lo so benissimo. Non è che mi aspetti niente. E’ un grande disagio che sto vivendo, anche per i numerosi viaggi tra Roma e Milano. Volo quando posso con Air One, spesso più economica di Alialia. Utilizzo denari dello stato e bisogna, a mio modo di vedere, stare attenti con le spese.

Senatrice, non si dimetta. Abbiamo bisogno di persone come lei

Sono determinata. Non servo più a niente qua. E’ una presenza inutile la mia. La prima volta che gli altri senatori mi hanno dimostrato “amicizia”, con pacche sulle spalle e sorrisi, è stato quando sono uscita dall’Italia dei Valori. Prima ero trasparente. Non per tutti ovviamente. Un lunedì stavo a Milano e dal giovedì precedente ero in fibrillazione. Il medico scrive un certificato che diceva: “A letto”, certificato inviato al Presidente Formisano. Il giorno dopo, martedì, ubbidisco al Prof. Pozza e non mi alzo. Arrivano numerose telefonate dal Senato a ritmo serrato: “Come stai?” – “Come va’?” – “Come ti senti?” – “Quando torni?” Mamma mia quanta preoccupazione. Mi stavo montando la testa. Nel pomeriggio vengo a sapere che Andreotti aveva votato con l’Unione, – altrimenti il governo sarebbe andato sotto, Decisi preoccupata di partire la sera alle 21.00, Dario non ne voleva sapere: “non stai bene, parti domani”, ma mi aveva preso una tale ansia di essere responsabile della caduta del governo che… sono arrivata a Roma alle 23. Mi sono fatta una dormita memorabile, mai stata tanto serena in vita mia. Domani ci sarò, tranquilli. Sto bene, sto bene.

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