Intervista all’on. Michele Giuseppe Vietti UDC
Si ricorda delle inquietudini di Follini dall’agosto del 2004 che poi l’hanno portato a passare dall’altra parte nel Partito Democratico? Finirà che Berlusconi e Follini si rincontreranno di nuovo per vie traverse?
Non lo so, questa sarebbe davvero l’eterogenesi dei fini. Al momento mi pare di poterlo escludere soprattutto perché, come dire, Berlusconi in questi giorni ha già fatto molte conversioni. Quella addirittura dell’alleanza con Veltroni ed il Partito Democratico mi sembrerebbe un po’ eccessiva da sommare alle altre.
Se dovesse succedere, con una coalizione di questo tipo, si potrebbe pensare ad uno sbarramento severo con la nuova legge elettorale. Non è una ipotesi da prendere seriamente in considerazione dal momento che Berlusconi dice che ci devono essere solo due partiti?
Lo sbarramento a cui noi pensiamo è quello tedesco del cinque per cento che non ci spaventa e che porrebbe fine alla moltiplicazione ed alla frantumazione esasperata dei partitini che questo bipolarismo ha provocato fino ad oggi in questo paese.
Lei aderirà a quale iniziativa dell’Udc non per ultima la cosa bianca con Tabacci, Pezzotta, Baccini e Montezemolo? Qual è la sua posizione all’interno del partito?
L’iniziativa dell’Udc è una sola, quella del segretario ed è quella di Casini. La linea è quella del Congresso, noi siamo un partito moderato alternativo alla sinistra che si colloca nel solco del popolarismo europeo. Attendiamo la riforma della legge elettorale, sulla base della legge elettorale capiremo qual è lo spazio nel quale possiamo assestarci e lì cercheremo di agire con intelligenza politica.