Abolirei il voto per gli italiani all’estero. Al Senato federale, poi, sarebbero inutili

Intervista all’on. Paola Goisis Lega Nord Padania

In occasione delle votazioni sulla finanziaria, un suo collega senatore Massimo Polledri ha tenuto un intervento molto forte contro gli italiani e gli eletti all’estero soprattutto contro i cinque senatori tacciandoli di non aver prodotto niente ma che hanno fatto solo danni.

Bene, devo dargli ragione. Innanzitutto considerando gli esiti delle elezioni. Abbiamo visto che il voto degli italiani all’estero è quello che ha determinato appunto la vittoria della sinistra. Questo è un primo aspetto. Secondo, è vero anche che gli italiani all’estero non rappresentano gli interessi della nazione tanto meno quelli della Padania. E’ evidente che persone che vivono all’estero per 20 30 anni della loro vita non conoscono niente delle problematiche della nazione e tanto meno possono incidere sulle scelte che vengono attuate. Le scelte devono essere condizionate da situazioni reali, situazioni che noi parlamentari rappresentiamo. In pratica noi veniamo a rappresentare le situazione del territorio che i cittadini vogliono che si conosca che si corregga e portare avanti a seconda delle proprie esigenze. Senza contare che non pagando le tasse in Italia, non hanno alcun diritto di intervenire a livello parlamentare nelle decisioni del paese.

In un probabile Senato federale, 12 senatori eletti all’estero sarebbero lì relegati, senza poteri decisionali.

Ma neanche al Senato, per quanto mi riguarda. Perché il Senato federale sarà costituito dai rappresentanti dei territori. Non saranno più senatori eletti direttamente come appunto i deputati della Camera, ma saranno esponenti delle regioni, delle province e dei comuni. Ossia saranno i consiglieri regionali, comunali e provinciali. E’ quindi evidente che non ci possano stare dentro i rappresentanti degli italiani all’estero proprio perché il senato federale nasce con questa ottica cioè di essere ed avere una rappresentanza territoriale.

Dove metteremo allora gli eletti all’estero al Senato?

Semplicemente non verranno eletti i Senatori rappresentanti degli italiani all’estero, al massimo alla Camera. Anche se neanche alla Camera, secondo me dovrebbero essere eletti. Al Senato assolutamente no.

Fosse per lei eliminerebbe addirittura il diritto di voto per gli italiani all’estero?

Sì, certamente. Abolirei il voto per gli italiani all’estero. Gli italiani all’estero non hanno nemmeno chiara quella che è la realtà attuale e quindi non sono nemmeno in grado di votare con cognizione di causa. Infatti, questi hanno votato tutti a sinistra senza contare che avevano già tutti prestampati. E’ una situazione oltre che ingiusta, illogica.

Lo sa che proprio per questi motivi, gli italiani all’estero non sopportano la Lega Nord? Siete quelli che vogliono dividere l’Italia e l’Italia per loro è la patria una ed intera.

Noi non predichiamo la divisione. Noi vogliamo realizzare la tutela degli interessi della nostra gente, dei nostri cittadini. Tutti sanno, anche gli italiani all’estero, che il Nord Italia è bistrattato, demonizzato e che i nostri imprenditori sono trattati da ladri, da evasori quando sappiamo bene che invece sono quelli che fanno ruotare l’economia della nazione. Poi, se andiamo a vedere in realtà che cosa torna di servizi, al Nord non torna pressoché nulla. Noi abbiamo esempi ogni giorno di cittadini italiani, nostri anziani che non sono assistiti. Se ad una persona in fase terminale viene offerta una assistenza di un’ora non al giorno alla settimana, lei mi dica se questa può definirsi assistenza. Addirittura la prospettiva che offrono a questi anziani è quella di mandarli al ricovero. Ecco perché proponiamo anche delle sovvenzioni, degli aiuti per mantenere gli anziani a casa. Stessa cosa per gli asili, i bambini. Deve essere data la possibilità per le mamme che lo desiderano e che possono farlo di tenere i bambini a casa.
Per tornare al discorso della divisione, tengo a precisare che non si tratta di divisione, ma di difesa e di tutela anche perché dal Nord va giù cento e torna indietro tre. Non possiamo accettare questa cosa. Dove abito io stiamo aspettando una strada da 40 anni, la Monselice-Padova. Erano stati dati i finanziamenti ma una volta sono stati dirottati non so dove, un’altra volta per le Olimpiadi di Genova, adesso da qualche altra parte, conclusione, sono partiti i lavori per un pezzo di questa strada. In tre anni sono stati realizzati solo 10 chilometri con una corsia per senso di marcia, strettissima. E pensare che era stata concepita per il trasporto su gomma per i mezzi pesanti. Se il Nord potesse godere di tutto il suo gettito relativo all’IRPEF, gran parte di quello dell’IVA ecc. farebbe le sue strade, i suoi ospedali, l’assistenza che vuole e sarebbe in grado anche di dare i contributi per la solidarietà.

Lei sa che all’estero esiste una grande rappresentanza di italiani nati in Italia, che ne facciamo di questi qui?

Bisognerebbe chiedersi, questi italiani all’estero, pagano le tasse in Italia? Se non pagano le tasse non possono rappresentare proprio nessuno. Se hanno la cittadinanza locale, sono cittadini stranieri ormai. Se uno ci abita da trenta o quaranta anni non ha bisogno di farsi rappresentare. Abbiamo visto con gli eletti all’estero quali risultati abbiamo avuto, la sconfitta. Per essere rappresentati in Italia, dovrebbero avere una partecipazione più attiva essere più presenti con le vicissitudini italiane. Tanti anni lontano, costoro non hanno nessun diritto di avere una rappresentanza in Italia, oramai sono cittadini stranieri.

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