Costruire, anche in Italia, la sezione italiana del partito popolare europeo.

Intervista all’on. Carlo Giovanardi Udc

Ultimamente, qualcuno rimpiange che non è lei non sia il segretario del partito. Alla luce degli ultimi riequilibri, si parla di fratture interne e di ricomposizioni, qual è la sua posizione?

La mi posizione è molto semplice. E’ quella della continuità e della linearità con quello che il ceto cristiano democratico per l’Udc ha fatto dal 1994 quando è nato fino alle ultime elezioni del 2006. Cioè essere una componente essenziale del centrodestra, nella Casa delle libertà, lavorare per unire nel centrodestra non per dividere e per essere parte integrante anche della maggioranza che, con tutta evidenza, si appresta a vincere le prossime elezioni politiche quando il governo Prodi, ormai in coma, cadrà.

Ci sono dei malumori nei riguardi del Presidente Casini in veste di segretarioi, lei è in linea su quanto dispone il Presidente oppure, da segretario, avrebbe dato un indirizzo diverso?

Casini non è il segretario del partito. Il segretario del partito è Cesa. Comunque Casini, sicuramente, essendo l’esponente di maggior rilievo, ha orientato il partito ad alcune scelte in questo anno che non ho condiviso. Verso una eccessiva conflittualità con gli alleati cercando di creare una forza autonoma di centro che mettesse in discussione questo bipolarismo. Bipolarismo che, secondo me in Italia, dura da 50 anni. In realtà, in Italia, c’è sempre stato un forte partito comunista a sinistra, la democrazia cristiana al centro. I due elettorati erano due elettorati ben distinti e distanti, quindi, storicamente, la nostra dialettica è sempre stata con un centrodestra ed un centrosinistra. Che fra questo centrodestra e questo centrosinistra anche quello di oggi, sia possibile far nascere una terza forza consistente che possa mettere in discussione gli attuali equilibri, non ci credo. Non c’è l’elettorato che possa esprimere questa forza. Il vero problema, secondo me, non è creare una terza forza ma quello di costruire, anche in Italia, la sezione italiana del partito popolare europeo. Una grande forza popolare democratica di ispirazione cristiana in Europa c’è già, di quella forza facciamo parte sia noi dell’Udc che Forza Italia e molte altre in Europa. Si tratta di costruire questa realtà chiaramente alternativa alla sinistra anche in Italia.

Il Presidente Baccini, sembra essersi praticamente smarcato. E’ una impressione oppure è successo sul serio che abbia avuto uno strappo insanabile con il segretario Cesa?

Il Senatore Baccini sostiene legittimamente una sua idea. Quella che è poi fondamentalmente proprio quella che l’Udc: andare da solo alle elezioni. Sempre sul collegamento con gli alleati della Cdl, ma collocandosi tra centrodestra e centrosinistra. Una tesi cara anche all’on. Tabacci che io non condivido assolutamente perché vorrebbe dire il suicidio elettorale, ma non solo, vorrebbe dire rinnegare tutte le scelte che abbiamo fatto dal 1994 in avanti. Io non posso dimenticare che Martinazzoli prima e poi Mastella e poi D’Antoni e poi Follini se ne sono andati a sinistra. Cosa assolutamente legittima ma chi vuole andare a sinistra ci vada. Chi vuole invece contribuire nel centrodestra, costruire questa grande forza democratica, è giusto che lo faccia con coerenza con lealtà con gli elettori. Elettori che, ricordo, da sempre, dal 94 in avanti, ci hanno votato perché partito che è parte centrale del centrodestra.

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