Qui e subito *********
Un altro partito. Lo chiamano movimento perché la parola partito può incutere timore. Ma perché Lamberto Dini ha formato i “Liberal per il Rinnovamento? Dimenticavo, manco a dirlo, “Democratici”: LiberalDemocratici per il Rinnovamento per essere precisi. Che cosa vuole il signor Dini ancora da questa Repubblica? E’ stato direttore esecutivo del fondo monetario internazionale per Grecia, Portogallo e Malta; vice presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali; Ministro del Tesoro; Presidente del Consiglio; Ministro degli Affari Esteri; Senatore; Presidente della Commissione Esteri del Senato; membro dei 45 del Comitato per il Partito Democratico. Nel 1996 forma la Lista Dini composta dal suo Rinnovamento Italiano, una compagine composta da Socialisti italiani e Patto Segni ed aderisce al centrosinistra nell’Ulivo con Prodi. Poi passa con la Margherita. A maggio 2007 accetta di entrare nel Comitato dei 45 per il PD. A settembre dello stesso anno, esce dal PD e forma i “Liberaldemocratici”. Classe 1931. Il senatore Lamberto Dini è nato il primo marzo 1931. E’, attualmente, un vispo signore attempato che entra ed esce, forma e riforma movimenti, cambia schieramenti e partito, minaccia il governo, promuove sé stesso a tutto tondo. E’ un signore che ha tutto l’interesse a far cadere questo governo prima della scadenza naturale della legislatura, cioè prima del 2011. Nel 2011, Lamberto Dini, il primo di marzo con precisione, compirà 80 anni. Augurandogli il resto dei cento, non potrà candidarsi, però, alle politiche che vi saranno nella primavera del 2011. Una delle Cariatidi della politica italiana. Di solito, le elezioni, si tengono in aprile-giugno. Essendo nato nel marzo, ad 80 anni suonati, non potrebbe ripresentarsi né alla Camera, né al Senato. E’ molto probabile che sia proprio il senatore Dini a mettere in ginocchio questo governo. Prima del 2011, si capisce. «A pensare male si imbrocca sempre», correggendo il famoso detto di Andreotti ed adattandolo alla realtà della politica laica e meno clericale. Non si fa peccato, anzi, è necessario. Per Mastella, sessantenne classe 1947, questo pericolo non c’è. Agli 80 mancano nientemeno che 20 anni ancora. Allora si capisce cosa vuole Dini. E si capisce anche perché abbia pensato a costituire un partito qui e subito, anzi un movimento, come lo chiama lui. Si vuole fare forte in fase elettorale prima e contrattuale dopo. E’ possibile che il senatore Lamberto, non trovi una dislocazione in nessuno dei partiti di centro tra centrodestra e centrosinistra? Possibile che tra una miriade di formazioni moderate, non si trovi qualche formazione che l’aggradi? Quale sfera di cristallo possiede da dove leggerà la ricetta magica del futuro di questo paese? L’anello al naso permetterebbe di crederci. Stando alla posizione “ballerina” del senatore, volubile per vocazione, senza un partito suo alle spalle, non verrebbe accolto a braccia aperte da nessuno dei due schieramenti. A questa età poi… Ma si sa che in politica contano i voti, i numeri ed allora con un partito alle spalle, troverà certo dislocazione anche lui. L’atteggiamento del senatore Dini andrebbe emulato da un punto di vista tecnico e strategico, non certo nella disinvoltura camaleontica dei “patteggiamenti” politici per far sopravvivere sé stessi e basta. Con Dini e Mastella, si fa presto poi a semplificare. Si fa presto a cedere alla tentazione dell’invito di Grillo. Ma questa è antipolitica?