Intervista all’on. Mario Pescante (FI)

Membro della VI Commissione Cultura, Scienza e Istruzione

Per l’iniziativa di una testata on line Comincialitalia.net diretta da Antonella Papi, domenica 18 febbraio, con l’ausilio di clawns, si è cercato di riportare allo stadio i bambini.

Sono assolutamente d’accordo con tutte quelle iniziative che portano e riportano, allo stadio, serenità, quel clima gioioso che ci dovrebbe essere.
Ogni iniziativa, e questa in particolare, va benissimo. Però, insisto nel dire che dobbiamo chirurgicamente asportare dagli stadi quelle che non sono più frange ma moltitudini di delinquenti. Criminali organizzati in bande che non consentiranno, nonostante la bontà delle iniziative atte a riconsegnare gli stadi alla serenità di cui parlavo, di risolvere il problema.

L’obiettivo sono le forze dell’ordine?

Si tratta di bande criminali che, in questo momento, hanno un unico obiettivo, attaccare la polizia per motivi per i quali dovremmo cimentarci in una inutile sociologia.
Dobbiamo renderci conto che le iniziative sulla cultura dello sport, sul riportare le famiglie allo stadio, gli stessi biglietti nominativi, saranno inutili se non si andrà ad incidere su queste moltitudini di sconsiderati che poi sono una minoranza per fortuna.

Occorre prendere delle determinazioni mirate allora?

Personalmente, mi farò valere in Commissione cultura per delle sanzioni sulla falsa riga di quanto hanno già realizzato in Inghilterra. Si deve cercare di mettere le forze dell’ordine in grado di poter contrastare efficacemente questo fenomeno.
Attualmente, le norme non ci sono e quelle che ci sono, sono interpretate in maniera iper garantista ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nel ’95 sospesi il campionato di calcio per un assassinio a Genova, dopo dodici anni ne abbiamo due, uno alla settimana.

Sanzioni ai danni delle società?

Le sanzioni ai danni delle società sono quelle si stanno applicando ivi compreso la chiusura degli stadi. Ma colpiscono solo le società, non colpiscono queste bande criminali che, spesso, ricattano le società.
Si pensi che la maggioranza di questi incidenti, avvengono fuori degli stadi, non negli stadi e sono strumentalmente dirette a colpire la polizia.

Perché le forze dell’ordine?

Qualcuno ha provato a dire che sarebbero manifestazioni di estremismi di insofferenza. Vediamo continuamente che tutti i movimenti contestatori si chiamano “no”: no Tav, no Mose, no coca cola, no ponte sullo stretto e così via.
La realtà è che, per quanti questi movimenti possano avere, come dire, delle ideologie, chiamiamole impropriamente in questo modo, in realtà sono “no” contro tutto ciò che sia istituzione. Chi rappresenta le istituzioni? Quello in divisa. Per cui si scatenano contro di lui procurando tragedie, drammi come quelli di Catania. E’ qui che bisogna incidere.

Non è che lo sport si sia svilito del suo vero significato per cui i giovani, ad un certo punto, vogliono vincere ad ogni costo?

A forza di fare questi discorsi, abbiamo perso l’obiettivo principale: lo svilimento dello sport, gli scandali nel calcio, le tribune animate, tutti questi, sono, come si dice, falsi obiettivi.
E’ vero, tutto questo c’è, lo sport attualmente non si presenta bene, ci sono questi malesseri che poco hanno a che vedere con uno che aggredisce un poliziotto. Non c’entra nulla, sono atti delinquenziali.

Non ci resta che la sociologia per venirne a capo.

Questo è stato l’errore compiuto fino ad oggi: andare a sperderci nelle motivazioni. La realtà è che prima bisogna bloccare queste cose. Come? Come hanno fatto in Inghilterra con pesanti sanzioni.
Quando lei parla di sociologia, questo problema, in Inghilterra, all’epoca degli hooligans se lo posero.
In effetti, l’Inghilterra ha inventato la cultura sportiva, lì la violenza, lì il rimedio.
Si chiamavano hooligans dal nome di un criminale irlandese ed hanno deciso di trattare questo aspetto come se fosse un discorso di criminalità e così hanno risolto il problema.
Quindi pene non tanto severe ma effettive ed immediate. Pene specifiche per problemi specifici: delitti da stadio.
Se lei cammina per strada con un petardo in tasca non è reato, ma se va allo stadio, vuol dire che il petardo è intenzionato a tirarlo.
In Inghilterra si punisce anche l’intenzione. Sino ad ieri, in Italia, ci si limitava a sequestrare il petardo come quando all’aeroporto sottraggono il coltellino che si porta nella valigetta da viaggio.

Questo è compito delle istituzioni, le società cosa devono fare?

Poi, c’è il discorso importante delle società che viene prima di tutti gli altri e dei legami che ancora esistono tra società e clubs ultras ma che esistono anche tra le istituzioni perché non è la prima volta che leggo sui giornali che le stesse commissioni provinciali della sicurezza, convocano gli ultras. Va tutto bene però, quanto meno, bisogna distinguere tra gli ultras che si chiamano ultras ma che sono solo dei tifosi esagitati, con queste bande criminali. Gli stessi ultras, quelli che sono tifosi, ci dovrebbero aiutare ad identificare i criminali.

Tutto questo dovrebbe portare ad una legge?

Tutto questo dovrebbe portare ad emendamenti al decreto Pisanu e, come esponente di Forza Italia, mi auguro che diventi più incisivo.

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