L’onorevole Narducci su “L’educazione stradale e la sicurezza nella circolazione”

Si è svolto a Roma un incontro dal tema “L’educazione stradale e la sicurezza nella circolazione” e sulle “Diversità dicomportamento sulle strade dei Paese UE” in tema di educazione stradale e sicurezza nella circolazione.
L’on. Franco Narducci, ha risposto dando testimonianza, con un intervento sull’argomento, alle domande della moderatrice.
Il parlamentare, eletto all’estero, a maggior ragione latore di realtà molto bene strutturate in tema di sicurezza come la Svizzera e la Germania, ha affrontato le tematiche in maniera organica.
La disanima ha preso inizio dalle determinazioni sulla sicurezza stradale dell’Unione Europea 2003-2010 focalizzando la sicurezza nel trasporto su strada. Misure utili che, attraverso standard internazionali, contribuiscano a diminuire del 50% il tasso dei decessi entro il 2010.
Il rafforzamento dei controlli stradali, il ricorso a nuove tecnologie, assieme al miglioramento di infrastrutture e comportamento ivico consono degli utenti, dovrà ridurre drasticamente un bilancio di incidenti stradali che, nel 2002, a livello mondiale, ha procurato 1,18 milioni di vittime e 50 milioni di feriti.
Riduzione che l’OMS ha quantificato del 30% il numero dei morti nei Paesi con elevato reddito pro capite , ma si auspica arrivi al 60% per tutto il globo.
In termini economici, ha continuato l’on. Narducci, i danni prodotti da deficienze dovute a piani di sicurezza insufficienti ed obsoleti, significano oneri, spese, costi.
Il costo diretto o indiretto, infatti, è stato stimato a 160 miliardi di euro pari al 2% del PNL dell’UE.
Narducci ha sottolineato, non senza scoramenti, che la politica gioca un ruolo di fondamentale importanza per vedere concretizzarsi in volontà fattiva, il dovere, più che di preoccupazione, di ridurre il numero delle vittime della strada le cui cipre indicano 40.000 morti.
Non c’è alcun dubbio, ha detto Narducci, individuare tre specifiche: Formazione-educazione; qualità dei veicoli ed infrastrutture.
Narducci, senza ovviamente trascurare nessuna delle tre specifiche perché altrettanto importanti, si è soffermato soprattutto sulla qualità decisamente scadente delle infrastrutture minate da pericolosissime debolezze strutturali.
Ha concluso il suo intervento con due considerazioni molto interessanti.
In particolar modo, adoperando un paragone con le realtà estere a lui note perché luoghi di residenza come la Svizzera e la Germania.
La prima di carattere socio-culturale. Avrebbe riscontrato un mancato senso del pericolo nei bambini italiani già a partire dalla più tenera età rispetto ai bambini svizzeri.
Ciò sarebbe dovuto ad una cattiva informazione-educazione, quanto non assente del tutto.
La seconda il paragone decisamente mortificante della rete autostradale italiana con quei paesi che mina alla radice ogni altro sistema e provvedimento per la sicurezza.

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