L’on. Maria Teresa Armosino, membro battagliero della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione sull’emendamento art. 128-bis della finanziaria
“Per la politiche generali concernenti le collettività italiane all’estero. La loro integrazione, l’aggiornamento e la promozione culturale a favore delle collettività italiane, la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all’estero, il coordinamento delle iniziative relative al rafforzamento e alla razionalizzazione della rete consolare, è autorizzata la spesa di 14 milioni per ciascuno degli anni 2007-2008 e 2009”.
In sede di Commissione Bilancio, ad un certo momento, cosa è successo con il sen. Pallaro? Lei ha bloccato la commissione per sei ore
E’ comparso, alle due di notte tra il venerdì ed il sabato, un emendamento del relatore che era la riproduzione testuale dell’intervista che aveva rilasciato il senatore Pallaro il giorno precedente a La Repubblica nella parte in cui diceva: «non voterò la fiducia al Senato se non mi verranno dati 14 milioni di euro per gli italiani all’estero» per fare la promozione agli imprenditori argentini, per la sistemazione dei consolati e per dare 123 euro di pensione minima ai residenti all’estero. Ora, era chiaro che non era in discussione né l’importo, né la bontà della richiesta di attenzione ai nostri connazionali all’estero. Altrettanto evidente era, però, che questo fosse un voto di scambio. Tutto questo veniva fatto proprio per avere il voto di Pallaro che, viceversa, non ci sarebbe stato. Ciò è ulteriormente avvalorato, per quanto mi riguarda, da un altro fatto, che 14 milioni di euro, per questo complesso di provvidenze che si vorrebbero fare, sono una somma risibile con la quale non è possibile coprire neanche in parte nessuna del complesso di proposte che si auspica si attuino.
Allora? Come ha reagito?
Ho invitato il relatore a ritirare questo emendamento perché, tanto, avrebbe potuto ripresentarlo in aula. La cosa gravissima è che, a quel momento, in commissione, avevamo fatto solo 25 voti. Abbiamo, poi, chiuso con 40 ed uno è stato questo in quanto loro hanno avuto l’assoluta esigenza di far passare questa cosa. Infatti, nell’intervista rilasciata a La Repubblica, mai smentita, Pallaro diceva anche di avere già avuto assicurazione da Prodi in questo senso, però voleva vedere nero su bianco. Era troppo evidente! Non ho mancato di farlo notare dicendo che non volevo entrare nel merito, ma che discutevo, invece, il metodo. Non si compra un voto, o meglio, non si ottiene un voto a fronte di una richiesta. Questo voto è costato 42 milioni di euro che, comunque, non serviranno a soddisfare le richieste.
Il senatore Pallaro, probabilmente, non si fidava dell’aula
Un po’ di più. E cioè che hanno dovuto farla passare alla Camera per farla trovare già pronta quando sarebbe arrivata al Senato.
Come si è posto il relatore on. Ventura?
Il relatore ha detto che non aveva nulla da nascondere. A questo punto, tutta l’opposizione è intervenuta.
Lei è stata la promotrice della reazione ma, ob torto collo, o si trovava una soluzione oppure?
Niente, potevano intanto ritirarlo ripresentandolo in aula con una nuova formulazione. Ma questa, dal mio punto di vista, è stata una prova del mai dichiarato stato di sbandamento di questa maggioranza che non riesce a tenere su niente, non riesce a tenere un progetto, a capire quali sono gli interessi che deve difendere. Una cosa è chiara, devono continuare ad occupare.
Non è che lei ce l’ha con gli italiani all’estero?
Ma assolutamente. Ho denunciato semplicemente che non si può pensare di risolvere il problema degli italiani all’estero per tutta la casistica di cui ho appena detto con questo importo. Fa ridere i polli e credo che i nostri connazionali all’estero abbiano avuto una vita abbastanza dura per non saper valutare questa cosa. Ho reagito anche per un altro discorso, non è ammissibile ragionare in questo modo.