Questi cinesi! Come napoletani ante litteram, confessano la loro abilità a contraffare e falsificare.L’inganno costruito ad arte, riguarda la scoperta dell’America. Essi avrebbero confezionato la Carta del 1418 che raccontava il viaggio della flotta Zheng He avutosi dal 1421 al 1423.
Ebbene no, non sono stati i cinesi ad inventarsi carte false per mettere in crisi la veridicità della scoperta di Cristoforo Colombo. Infatti, un certo signore Gavin Menzies, avrebbe acquistato una carta geografica del settecento, un copia di un mappamondo del 1418, antica di tre anni al cospetto della data d’inizio del viaggio del 1421.
Questa volta, sono stati proprio i cinesi a sbuggiardare il falso del sig. Menzies dimostrando che le sue convinzioni sull’esasperato nazionalismo dei cinesi non si prestano, comunque, a sostenere una bugia: «I nostri studiosi hanno dimostrato di saper superare il nazionalismo ed esprimere un’analisi oggettiva».La Carta del sig. Menzies si è rivelata una patacca. La verità è che si sapeva, ma a molti conveniva, specie agli angloamericani, questi sì nazionalisti oltre modo, smentire che un italiano, figlio della “emigranza” negli States, avesse addirittura scoperto e civilizzato le terre d’America.Gli americani hanno cominciato, se vogliamo, nel 1965, nel Columbus day quando quattro studiosi di fama internazionale, presentarono la Vinland Map. Con questa mappa, si voleva sostenere che i Vichinghi avevano dato un nome alle coste nordorientali d’America al tempo dell’esploratore Erik il rosso. Anche lì il falso fu evidente ma «la notizie era troppo ghiotta perché le smentite fossero prese in considerazione – i norvegesi, vuoi mettere con gli italioti. Ci vollero molti anni dopo le analisi chimiche degli inchiostri, fatte da un italiano, per dimostrare che la carta era stata disegnata nel ventesimo secolo» afferma Ilaria Caraci docente di cartografia dell’università di Roma figlia di Giuseppe autorevole geografo italiano.Molte sono le incongruenze storiche della carta di Menzies «c’è soprattutto una cosa che non convince, la parola “mediterraneo” – dice il sinologo Federico Masini docente alla Sapienza di Roma- il termine era sconosciuto nella Cina del quattrocento. Ma non basta, se quella carta è stata davvero perfezionata sulla base del famoso viaggio Zheng He, allora va detto che la sua flotta non è mai passata per il mediterraneo. Si afferma che abbia navigato gli oceani, ma non il “mare di mezzo”. E allora, da dove viene quel nome? Può venire solo da occidente».I cinesi, ad onor del vero, hanno ammesso di aver appreso dai gesuiti, nel seicento, per merito di Matteo Ricci ad imparare la longitidine, la latitudine e le proiezioni dei mappamondi. In più, i metodi usati dai cinesi per la rappresentazione delle carte e delle mappe del 700 si carte di riso, rendono evidente come la mappa del 1418 sia falsa.In compenso, però, i cinesi potrebbero aver inventato lo sci, cento o duecento secoli fa. Sulle rocce del nord ovest della Cina, Altai, sono stati trovati dipinti risalenti all’età della pietra raffiguranti quattro uomini tre dei quali sembrano sciare su di una piattaforma con bastoni nelle mani.Questa volta, però, i cinesi, si sono sconfessati per amor del vero e se godono fama di essere dei “riproduttori” di verità, questo non vuol dire che debbano essere sempre incolpati anche di cose che non commettono: «Non abbiamo scoperto l’America», l’hanno ammesso.