IL PUNTO n. 621 del 24 marzo 2017 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: MAFIE – SPRECHI SENZA CONTROLLI – BUSINESS IMMIGRAZIONE – BLACK-BLOC – RIDATECI I VOUCHER!

…E UNA RIFLESSIONE IN TEMPO DI QUARESIMA.

Cari lettori,

Da tanti anni ogni settimana vi propongo mille argomenti diversi ma – anche in vista della Pasqua, che per i cristiani è il momento più importante dell’anno – ben al di là delle banalità quotidiane vi propongo una riflessione del teologo tedesco Eugen Drewermann a proposito delle “priorità” che ciascuno di noi affronta (o dovrebbe affrontare) durante la propria vita:

“Ma quali interessi contano davvero per noi? Ci mostriamo oltremodo sicuri che per vivere bene si debba conoscere la politica o saper parcheggiare un’auto, compilare la dichiarazione dei redditi, sapere come funziona internet o quali alimenti siano i migliori per la nostra dieta, come e quando prendere dei farmaci… Ma che Dio esista o meno è una cosa di cui sembra non esserci più un gran bisogno di sapere, anzi, di cui si può anche fare a meno.”…

“In mezzo al nostro daffare appare un tantino sgradevole che qualcuno ci dica e ci ricordi ogni tanto come l’unica questione realmente importante per la nostra vita sia capire come ci rapportiamo con questa questione…”

Per me questo resta il punto centrale, fondamentale, pur affrontando tante cose che al confronto mi sembrano sciocchezze, anche se ci coinvolgono ogni giorno. Credo sia comunque “dovere di testimonianza” sottoporre anche queste “questioni piccole ” alla vostra attenzione: non servirà a cambiarle, ma almeno ne avrete una maggiore conoscenza.

TUTTI IN MARCIA CONTRO LE MAFIE

Si è celebrata nei giorni scorsi la giornata nazionale di lotta alle mafie, ma cosa ne resta alla fine, al netto della demagogia?

Tanti discorsi, cento cortei, mille proclami… ma cosa è oggi “mafia” in Italia?

Certo che va combattuto il sistema mafioso che purtroppo si aggroviglia sul territorio, lega molti appalti pubblici, punta allo sfruttamento – qualche volta anche alla violenza o alla eliminazione fisica – ma credo che il fenomeno sia più sottile, subdolo, strisciante.

Definire ”metodo mafioso” la tornata di nomine dei vertici delle più importanti aziende pubbliche italiane della scorsa settimana mi porterebbe forse in tribunale, eppure sono stati forse fatti dei concorsi, valutati e verificati differenti curriculum dal punto di vista del merito, valutate particolari esperienze professionali o eccezionali capacità amministrative dei candidati per determinare le nomine, soprattutto visti i risultati passati o alla fine la scelta è stata fatta piuttosto con il metodo e il criterio dell’amicizia, del circolo chiuso, del reciproco favoreggiamento e patteggiamento politico?

Se è così (e purtroppo lo è) allora possiamo discettare sui vocaboli, ma la sostanza è che i vertici dello Stato – quegli stessi che poi pontificano alle assemblee antimafia – rispondono a logiche di auto-tutela e di casta che sono tutt’altro che trasparenti.

Raffaele Cantone, nominato dalla politica (non dimentichiamocelo! ) ai vertici dell’ autorità “Anticorruzione” è del tutto estraneo, indipendente e al di fuori di logiche politiche o in qualche modo anche la sua “Autorità” dipende proprio da quel potere politico che dovrebbe controllare? Ma allora – anche qui – chi controlla (e nomina) i controllori?

Che garanzie ha in concreto il cittadino per una scrupolosa indipendenza della Magistratura se poi questo stesso potere è spacchettato in correnti politiche e di fatto in Magistratura si fa carriera legandosi a questo o a quel carro, a volte anche dopo o in vista di lunghi soggiorni parlamentari?

Alzi la mano un italiano che nella sua vita non abbia cercato per lo meno la “raccomandazione” o, partecipando ad un concorso pubblico o privato, non abbia cercato un appoggio. I mafiosi allora non sono sempre “gli altri” ma spesso lo siamo tutti perché la “sindrome della scorciatoia” è trasversale e diffusa.

Il rischio di certe celebrazioni è che, passato l’attimo, tutto torni, purtroppo, esattamente come prima con le vittime di mafia nuovamente, desolatamente sole.

SPRECHI CHE NON SI AFFRONTANO

Non mi convince l’ “Autorità Nazionale Anticorruzione” perché ho constatato personalmente poca volontà di fare chiarezza, superficialità ad approfondire le cose lasciandomi il dubbio che le indagini vengano gestite anche a seconda della parte politica coinvolta. D’altronde non mi risultano provvedimenti concreti su alcune vicende così macroscopiche che non possono restare nascoste, ma sulle quali né la Magistratura né il Governo, né l’”Anticorruzione” mostrano di volersene occupare.

Se in Sicilia si dovevano incassare nel 2015 ben 5 miliardi e 700 milioni di imposte già accertate ma “Riscossione Sicilia” ne ha recuperati soltanto 480 milioni, ovvero solo l’8%, dove sono gli interventi conseguenti per i vertici di quell’ Agenzia?

Rimanendo in Sicilia, possibile che mentre l’indebitamento degli enti locali è bloccato per legge, in quattro anni la Regione Siciliana (non “Sicilia”! Sarebbe lesa maestà) ha aumentato il proprio deficit del 40% (quaranta per cento) ?

Oppure, dove sono i controlli della “Anticorruzione” se in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna ci sono 45 pensioni «assistenziali» ogni mille abitanti mentre in Sicilia sono 91, in Sardegna 92, in Calabria ben 97: come è naturalmente possibile questo così diverso stato di salute medio? Non è logico pensare a qualche frode?

Eppure non risulta nessun dirigente o responsabile coinvolto in queste vicende.

Ma soprattutto non sarebbe normale che l’Autorità (e vale anche per Corte dei Conti e Magistratura) controllasse gli oltre quattro miliardi di spesa che costa oggi il “sistema migranti” ovvero un lercio, ignobile sistema speculativo cresciuto sulla pelle dei poveracci dove cooperative spesso di comodo e un ben oliato sistema malavitoso hanno trasformato impunemente l’assistenza (doverosa) e l'aiuto ai migranti in un business dove non ci sono regole, rendicontazioni, controlli, indagini ?

BUSINESS IMMIGRAZIONE

Ribadisco che questo schifo non ha nulla a che vedere con la solidarietà, è diventato – almeno in parte – un vero e proprio sistema a delinquere EPPURE POCHI HANNO IL CORAGGIO DI DIRLO.

Continuando su questo tema è bastata per esempio la diffusione di un video di un giovane intelligente ed intrigante che è andato a documentare l’assurdità di andare a “pescare” migranti a due passi dalla Libia (a tutto vantaggio degli scafisti) per riproporre i problema del “business” in tema migranti, con i disperati trasformati per molti in ennesima occasione di profitto. Per una volta si vorrà andare a fondo alla questione, anziché dimenticarci subito della questione? Guardatelo, è l’ennesima dimostrazione che veramente “Il re è nudo”: VID-20170310-WA0014 (se avete difficoltà a scaricarlo basta richiedermelo!)

IN GALERA I BLACK BLOC !

Per certa gentaglia ogni occasione è buona per organizzare violenze, lo dimostrano le belle imprese di alcune centinaia di “black bloc” a Napoli la scorsa settimana in occasione del comizio di Salvini e i timori per domani a Roma.

La reazione dello Stato è di solito assente: mai che queste poche centinaia di teppisti (sempre quelli!) vengano seriamente identificati, puniti, diffidati, impossibilitati a compiere nuove violenze. Per domani a Roma è stato imposto l’obbligo di non partecipare a manifestazioni con caschi ed elmetti… ma come, questo non dovrebbe essere SEMPRE obbligatorio per tutti?

Ogni volta, da Roma a Milano (vi ricordate per EXPO?) le immagini TV dimostrano tranquillamente devastazioni e danni con incappucciati e violenti che distruggono, ma alla fine gli arrestati si contano sempre sulle dita di una mano e tutti vengono comunque prontamente rimessi in libertà da giudici superficiali.

Se si vogliono evitare questi eccessi – che non hanno nulla a che vedere con il legittimo diritto a manifestare – basta volerlo comminando finalmente punizioni esemplari.

RIDATECI I VOUCHER

La settimana fa ho sottolineato la demagogia legata allo “stop” ai voucher per il lavoro saltuario soprattutto senza prima aver pensato a sistemi alternativi.

Dopo una settimana sembra che ora tutti o quasi, da Confindustria ad alcuni sindacati, dalle associazioni professionali alle aziende, si siano convinti protestando per questa scelta governativa veramente assurda che blocca le aziende (pensate al turismo e all’agricoltura!), riporta in “nero” il lavoro di molti dipendenti, danneggia l’economia e non tiene conto della realtà, ovvero che assumere una persona in Italia per un breve periodo è praticamente impossibile, costoso e poco pratico, alla faccia della flessibilità. Oltretutto solo per la fifa di Gentiloni di affrontare un referendum che avrebbe vinto (anche per mancanza di quorum) si è cancellato un sistema sicuramente da migliorare senza proporne uno alternativo, il che sottolinea un modo di governare un tantino assurdo.

Buona settimana

Marco Zacchera

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