“Ci presentammo subito volontari io e i miei due fratelli. Mia madre capì. . . Vivevamo già in questa casa. Volevamo difendere l’Italia, combattere. Ci animavano degli ideali. I ragazzi di Salò hanno rappresentato una parte viva e eccezionale della gioventù italiana.”
In una intervista a “Il Giornale” del 21 L’On. Mirko Tremaglia ancora una volta non si smentisce. Il fautore della legge sul voto all’ estero, critica la decisione di Gianfranco Fini di rompere definitivamente col passato, riconoscendosi nella natura antifascista della nostra Costituzione. Sostenere che” l’ antifascismo non e’ un valore . Bisogna pensare al clima in cui è nato l’antifascismo, un contesto di contrapposizione e di odio tra italiani. Da quell’odio non può nascere qualcosa che rappresenti un valore. Il principio che ci ha ispirato, fin dalle origini del Msi, era riassunto in una frase: “Non rinnegare, non restaurare”. Era un impegno per costruire la nazione dopo una guerra civile che aveva messo contro tra di loro gli italiani, un periodo estremamente complesso che è ancora tutto da interpretare. Dopo quello che ha detto penso che la maggioranza dentro An sia contro di lui. Il principio che ci ha ispirato, fin dalle origini del Msi, era riassunto in una frase: “Non rinnegare, non restaurare”. Era un impegno per costruire la nazione dopo una guerra civile che aveva messo contro tra di loro gli italiani, un periodo estremamente complesso che è ancora tutto da interpretare. Fini sta negando l’impegno che lo aveva contraddistinto. Ma non può farlo….
Il vecchio baluardo fautore del voto all’ estero ancora una volta, non si smentisce e ci tiene a far sapere che fa parte ancora di un passato remoto un “nostalgico “ del fascismo. L’antifascismo lo vorrei ricordare non e’ nato dopo l’ 8 di settembre 43 ma al momento dell’ istaurarsi del regime fascista. Chiedetelo ai tanti prigionieri politici, ai tanti ebrei deportati nei campi di concentramento dopo le leggi razziali e a tutti coloro che persero la vita durante la resistenza e la liberazione. Sul fatto se ci sia stata o no una guerra civile lo lascierei agli storici, personalmente ho sempre creduto che dopo l’ armistizio c’e’ stata una parte dell’ Italia che preferi’ rimanere fedele al regime nazi-fascista come nel caso del giovane Tremaglia e i suoi fratelli ed un' altra invece carpi’ la fine di un epoca triste e volle sposare la strada della liberazione. Oggi qualsiasi tentativo di reinterpretare la storia del fascismo che non abbia come base l’ antifascismo si rivelera’ futile e controprucente. Credo che lo statista Gianfranco Fini l’abbia capito. Adesso non gli resta che rompere completamente con il passato e con quella destra estema che ancora infesta Alleanza Nazionale e molto probabilmente anche il nuovo partito in fase di costituzione e lo faccia al prossimo congresso. Se realmente vuole rafforzare quella credibilita’ accreditata in tanti anni. Le parole di Tremaglia non lasciano alcun ombra di dubbio. Sostenere infine che: “ quel ragazzo tedesco che ha vinto il gran premio di Monza, quel Vettel, quando ha vinto poi ha cantato l’inno italiano, ha salutato l’Italia perché la sua macchina è italiana. In quel ragazzo ardito e coraggioso ho rivisto quei nostri valori” Bisognerebbe chiedere all’ ex ninistro, esattamemente quali valori ? Quelli della Repubblica di Salo’ e del nazi-fascismo ? Mi domando se l’On Tremaglia non abbia voluto inconsciamente nell’ arco di 60 anni dimenticare cosa sia stato realmente il periodo fascista. La risposta la lascio ancora una volta agli esperti del ramo. Con tutto il rispetto che provo per il padre spirituale del voto all’ estero, il quale ha dato molto alla causa dei cittadini italiani nel mondo e mi auspico continuera’ a dare, salute permettendo. Sono altresi’ indignato da tanto accanimento per un passato che certamente non andrebbe dimenticato ma sarebbe meglio lasciarlo nei libri di storia e dare piu’ valore a quei principi democratici di eguaglianza sociale e di liberta’ scritti nella Costituzione.