Le blasfeme idiozie pornografiche di Charlie Hebdo e la libertà  di pensiero

“Perché, professoressa, ci dice di non prendere in giro i compagni, di non schernire i compagni, di rispettare il prossimo, e poi ci dice che c’è libertà d’espressione e quindi è un sacrosanto diritto pubblicare blasfeme idiozie pornografiche come quelle di Charlie Hebdo? Non è un cattivo esempio per noi ragazzi?”. Questa la domanda che oggi molti alunni potrebbero rivolgere ai propri insegnanti. Mario Adinolfi durante la trasmissione “La Gabbia” (La7 – 11 gennaio) ha detto, sdegnatissimo, che il gesto delle tre ragazze a seno nudo a Piazza San Pietro che simulavano un rapporto sessuale con un crocifisso, era un insulto alla nostra civiltà, alla nostra religione, alle nostre radici. Vorrei sapere da Adinolfi se non è un insulto alla nostra civiltà e via di seguito, pubblicare vignette con la Madonna a gambe aperte che partorisce Gesù Bambino, se non è un insulto pubblicare vignette con il Padre sodomizzato dal Figlio a sua volta sodomizzato da un triangolo che rappresenta lo Spirito Santo. La legge civile non può e non deve proibire la pubblicazione di blasfeme idiozie pornografiche, ma esiste una legge morale della quale forse persone responsabili dovrebbero tener conto. Ma lo scopo, poi, di queste idiozie? Il solo divertimento? Il denaro? Oppure si pensa, si spera che qualche cristiano, davanti a tale profondo libero pensiero perda la fede?

Renato Pierri

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