Un consiglio al governo

Il governo attuale è in carica da febbraio di quest’anno e,lodevole intenzione,vuole modernizzare e riformare il nostro Paese per adeguarlo alle democrazie europee più evolute.
L’agenda è ambiziosa:digitalizzazione,riforma del mercato del lavoro,abolizione dell’articolo 18,riforma degli ammortizzatori sociali,del sistema elettorale,di quello istituzionale(abolizione del Senato),abolizione del Cnel e delle province,razionalizzazione della spesa pubblica(nella quale è compreso, è bene ricordarlo, il sistema di protezione sociale – welfare),lotta agli sprechi,semplificazione fiscale(dichiarazione dei redditi precompilata),migliore utilizzazione dei fondi europei.
Certamente tanta carne al fuoco e 1000 giorni non bastano per realizzarla. È una previsione ottimistica considerando il fatto che il governo non è monocolore ma di coalizione e quindi non omogeneo ma eterogeneo, o per meglio dire, usando un termine musicale, polifonico.
Ma si poteva mettere in cantiere un programma alternativo? La risposta è sì. Per questo è opportuno fornire alcuni dati sui quali il governo poteva concentrare la propria azione.
60 miliardi di euro l’anno persi per la corruzione,180 miliardi di evasione fiscale,150 per il riciclaggio,100 di iva.
Totale 490 miliardi di euro. Un’enormità di denaro. Tante manovre finanziarie. Così l’Italia va a fondo.
Sembra un compito impossibile per qualsiasi governo. Tutti deprecano questi fenomeni ma poi nessuno fa niente.
Perché? Al lettore le considerazioni. Affrontando questi problemi il Paese potrebbe rilanciare l’economia sfruttando al contempo meglio il nostro patrimonio culturale e paesaggistico,il nostro artigianato,la moda,la nostra cultura enogastronomica. Ma perché nessun governante passato e presente non ci ha fatto un pensierino? Si potrebbero creare centinaia di migliaia di posti di lavoro risolvendo così ,seppur non totalmente, il problema italiano numero uno:la disoccupazione.
Andrebbe poi tagliata la spesa pubblica improduttiva.
Senza dimenticare la lotta all’economia sommersa.
L’italicum,l’abolizione del Senato e tutto il resto lo si potrebbe fare dopo.
Demagogia,populismo? No, solo buon senso, oggi in politica merce sempre più rara.
Parafrasando un vecchio slogan pubblicitario potremo dire: “mediti il governo, mediti”su questo suggerimento. Ma poi agisca con celerità per eliminare questi mali endemici italiani.
L’Europa sembra essersi dimenticata di tali problemi, preoccupata solo dal rigore di bilancio e dalle politiche di austerità che hanno aggravato ulteriormente la recessione;servono investimenti pubblici più che tasse ,ma questo è un altro discorso.
I cittadini italiani di buon senso, invece, non se ne sono dimenticati e ne chiedono una rapida risoluzione.
Speriamo che questo appello non rimanga un grido nel deserto come fino ad oggi è stato.

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