Su Avvenire di qualche giorno fa ho letto una strana lettera di Costanza Miriano, indirizzata ai cardinali del Sinodo. Strana perché contiene discorsi come il seguente:“Abbiamo bisogno di padri che corrano il rischio educativo, cioè il rischio che davanti a una proposta ardua qualcuno, in libertà, se ne vada. Perché di fronte alla libertà dei suoi figli Dio stesso si ferma, figuriamoci se non può farlo la Chiesa che pure è chiamata a essere in cammino, sempre, dietro al suo Signore. Abbiamo bisogno di qualcuno che dica. «Il tuo bene è questo, questa è la via della felicità, ma se tu vuoi prenderne un’altra sei libero». Dio stesso, Dio–Amore, ha più cara la nostra libertà che la nostra salvezza”. Costanza Miriano sembra stia parlando ad ecclesiastici di qualche secolo fa, che condannavano al rogo coloro che non seguivano la via indicata dalla Chiesa. Oggi la Chiesa lascia assolutamente liberi i suoi figli di seguire o non seguire la “via del bene e della felicità”. E così fa anche il buon Dio. Però, però il discorso che Costanza Miriano ha tanto bisogno di sentirsi fare dai cardinali del Sinodo, va completato: «Il tuo bene è questo, questa è la via della felicità, ma se tu vuoi prenderne un’altra sei libero. Ricordati però che nell’aldilà ti aspetta il paradiso o l’inferno, secondo la strada che scegli di seguire, la mia o la tua». Un sorta di libertà condizionata, insomma.
Renato Pierri