Gentile Presidente,
L'emendamento n° 2.2026, che ci accingiamo a votare si focalizza su un aspetto soltanto sfiorato dalla discussione in fieri.
Vale a dire la legittimità o meno del depennamento della circoscrizione estero dalla futura configurazione del senato.
Si e parlato di opportunità della sua sussistenza, in merito alla quale possono sussistere posizioni e idee differenti.
Ma quando ci si trova dinnanzi ad un vizio dettato da una palese illegittimità la responsabilità del legislatore è quella di riflettere ed invitare alla riflessione.
Ed in questa prospettiva costruttiva si inserisce questa proposta emendativa.
Tesa a superare una lacuna che a mio parere rischia di creare un vulnus costituzionale che magari in un secondo momento spetterà alla corte costituzionale dirimere.
E francamente ritengo che certe impasse meritino di essere evitate con tutti gli strumenti ad oggi disponibili.
Quindi invito i colleghi ad affrontare la proposta emendativa al netto di qualsiasi pregiudizio.
Ma analizzare la questione per quella che e', vale a dire un potenziale vulnus costituzionale.
E prendere, a proposito, una posizione chiara di cui dovremmo tenere conto nei prossimi step.
Ed è in questa prospettiva che evidenzia il mio voto a favore della proposta e dunque in dissenso rispetto al Mio gruppo.
Entrando nel merito, ai sensi dell'articolo 57 risulta di fatto esclusa una presenza rappresentativa della Circoscrizione Estero, intesa come 21sima regione italiana.
E risulta esclusa, nonostante, ai sensi dell'articolo 48 della Costituzione è previsto che «La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività» con la specifica – introdotta nel provvedimento in esame – che tale riconoscimento valga soltanto per l'elezione dei rappresentanti della Camera dei Deputati.
In questo modo si introduce, di fatto, un disarmonico livello di rappresentanza presso le due Camere.
Voglio sottolineare che la circoscrizione estero, al pari di qualsiasi altra circoscrizione elettorale, si configura come uno dei distretti elettorali in cui è suddiviso il territorio di uno Stato ai fini dell'elezione di un organo collegiale.
Non si può fare a meno di considerarlo, colleghi.
La circoscrizione estero vive nel nostro ordinamento come 21sima regione elettorale italiana.
Pertanto il superamento dell' elettività diretta dei rappresentanti del nuovo Senato, non mi sembra che si debba tradurre inevitabilmente in una cancellazione della circoscrizione estero.
Ma piuttosto con la sua ricontestualizzazione entro i parametri della nuova Camera.
Se non sbaglio, Stiamo configurando il nuovo Senato come rappresentanza di realtà territoriali specifiche, ponendolo come struttura dì raccordo.
Bene. Questa nuova configurazione non deve prescindere dalla presenza di una rappresentanza della Circoscrizione estero. Ovviamente Non più intesa come distretto elettorale ma come 21sima regione italiana, dunque struttura territoriale.
Perchè, se è vero che le comunità degli italiani all'estero sono caratterizzate da un rapporto del tutto peculiare con i territori, è altrettanto vero che esse devono essere considerate parte integrante della comunità nazionale.
E in quanto tali, sono anch'esse meritevoli di una rappresentanza e di uno specifico raccordo con le istituzioni dello Stato.
A maggior ragione se consideriamo che il nuovo Senato, dovrà partecipare alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi dell'Unione europea.
Abbiamo anche votato degli emendamenti in tal senso.
Senza trascurare il fatto che le comunità di italiani presenti soprattutto in Europa, attraverso una loro rappresentanza, potrebbero apportare un patrimonio di esperienza e di partecipazione non trascurabile.
Venendo meno, nel nuovo Senato, la conditio di elettività diretta dei rappresentanti, ritengo si legittimi di fatto una transizione del concetto di “area di rappresentanza”, dalla circoscrizione elettorale di tipo regionale alla Regione vera e propria.
L'abolizione di una rappresentanza della circoscrizione estero al Senato, equivarrebbe ad ammettere una sua subalternità rispetto alle altre circoscrizioni elettorali italiane, che equivalgono oggi alle singole regioni Italiane.
E non credo che sia questa l'intenzione.
Il mancato riconoscimento, tra le rappresentanze componenti del nuovo Senato, di una afferente alla circoscrizione estera, equivarrebbe nei fatti al mancato riconoscimento della ventunesima regione del Paese.
E mi risulta che in nessun punto la Costituzione opera una categorizzazione in termini di «rilevanza democratica» o di «preminenza rappresentativa» delle diverse regioni.
Né tantomeno è sottolineata nel testo costituzionale la potenziale «sacrificabilità» – in termini di rappresentanza parlamentare – dell'una o dell'altra.
Posto, infine, che la rappresentanza parlamentare della circoscrizione estero è stata mantenuta nella composizione rappresentativa della Camera dei Deputati, in legittima ottemperanza a quanto sancito dalla norma costituzionale del 2001, trovo che l'equilibrio di Rappresentanza dei due rami del parlamento dovrebbe essere perfettamente garantito.
Anche se i due rami non sono più espressione di un bicameralismo perfetto.
Altrimenti si rischia di rendere parziale, oserei dire “monca”, la legittimità delle funzioni di verifica e di controllo riconosciute al nuovo Senato.
Questa mia posizione non ê animata dalla volontà del tutto personale, di salvaguardare un'area di riferimento rappresentativo.
Né per alimentare un approccio provocatorio, che francamente non appartiene al mio operato.
Data anche la ribadita e rinnovata volontà di supporto al provvedimento in esame.
Ma ritengo sia doveroso che vengano salvaguardate quelle aree di confronto entro le quali esprimere anche posizioni
Impopolari o disarmoniche rispetto all'approccio maggioritario.
Soprattutto, come dicevo, se ci troviamo dinanzi ad una sorta di leggerezza costituzionale, come quella che intendo superare proprio con questa proposta.
Pertanto, alla luce, dei riverberi di legittimità che l'attuale configurazione dell'articolo 2 potrebbe arrecare, ribadisco il mio voto favorevole a questo emendamento.
Premurandomi di invitare i colleghi a fare altrettanto in nome dell'equilibrio di rappresentanza e della salvaguardia dell'armonia parlamentare che, in questa nuova fase costituente, non possiamo permetterci di disattendere.
Sen. Aldo Di Biagio
Senato della Repubblica
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