di Manuel Santoro
Le politiche di assistenza sanitaria sono indiscutibilmente una nostra priorità tenuto conto dell’elevato impatto sociale associato. E’ bene, quindi, rimarcare da subito la necessità di un ripensamento strategico del pubblico in questo settore, il quale deve coadiuvare efficienza e trasparenza.
La valorizzazione delle strutture pubbliche è una necessità sociale e non può essere abbandonata, stracciata con politiche privatistiche dettate da interessi di pochi per il malessere finanziario dei molti. E’ proprio nei momenti in cui il pubblico arretra, dando spazio ai privati, e i costi per il singolo cittadino aumentano, è fondamentale ribadire che l’assistenza sanitaria deve essere erogata prima di tutto da strutture pubbliche, accessibili a tutti. Penso sia utile cominciare a pensare al pubblico come al privato di tutti, il quale deve prevedere strutture all’altezza, con servizi e trattamenti egregi.
Per avviarci, comunque, verso una stato sociale solidaristico ed equo, è fondamentale prima analizzare lo stato attuale dell’assistenza sanitaria ed ospedaliera pubblica e privata del Paese.
“L’analisi dei trend del numero di strutture nel periodo tra l’anno 2008 e l’anno 2011 evidenzia una diminuzione per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera (si registra una contrazione, -1,9%, del numero di strutture pubbliche). Significativi incrementi, soprattutto per il privato accreditato, sono evidenziati dai trend dell’assistenza territoriale semiresidenziale (+0,1% per il pubblico, +7,8% per il privato accreditato) dell’assistenza territoriale residenziale (+1,8% per il pubblico, +7,8% per il privato accreditato), e dell’assistenza riabilitativa exart.26 (+6,6% per il pubblico, +0,2% per il privato accreditato). Infine per l’assistenza erogata da altre strutture territoriali, a fronte di un aumento del 1,7% delle strutture pubbliche, si rileva un aumento del 3,8% delle strutture private accreditate” (Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale – Attività gestionali ed economiche delle ASL e Aziende ospedaliere – Anno 2011).
Nel 2011, il numero delle strutture pubbliche per l’assistenza ospedaliera era di 595 unità, pari al 53,1% del totale. Più della metà rispetto ai privati. Rapporti di forza che, però, si ribaltano per quanto riguarda l’assistenza specialistica ambulatoriale la quale include clinica, laboratorio, diagnostica strumentale e per immagini erogate da Ambulatori e Laboratori (il 41,1% delle strutture pubbliche contro un 58,9% privato) e l’assistenza territoriale residenziale (solo il 23,5% delle strutture pubbliche contro un 76,5% privato).
Un altro punto di interesse sono i costi per ricetta i quali, in media, si aggirano intorno ai 21 euro. “L’assistenza farmaceutica convenzionata consiste nella fornitura di specialità medicinali e preparati galenici utili per la prevenzione o la cura delle malattie; essa rappresenta, nell’ambito dei Servizi erogati dal SSN quella più suscettibile di variazione poiché è strettamente dipendente dalle disposizioni dettate dalle varie leggi finanziarie. In Italia nel 2011 sono state prescritte 586.172. 530 ricette con un importo di poco superiore ai 11 miliardi di euro, con un costo medio per ricetta di circa 21 euro. Il costo medio per ricetta risulta fortemente variabile all’interno del territorio nazionale registrando il valore minimo inToscana (14,91 euro) e quello massimo (23,25euro) inLombardia” (Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale – Attività gestionali ed economiche delle ASL e Aziende ospedaliere – Anno 2011).
Non pensiate che le risorse per ottenere un buon servizio pubblico ed azzerare i costi non ci siano. Le risorse ci sono sempre state ma vengono utilizzate su priorità differenti che molto più spesso non coincidono con gli interessi individuali e sociali dei cittadini. E’ proprio questa la necessità di ripensare un nuovo stato sociale e contemplare profonde riforme di struttura.
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