Dopo Barcellona e Parigi, ecco approdare a Roma questa importante esposizione, che vuole illustrare con una visione olistica l’arte di Pasolini in rapporto con Roma, nel periodo tra il 1950 e il 1975, dal suo arrivo fino all’anno della sua tragica scomparsa, che ancora suscita tanti interrogativi irrisolti. Il progetto espositivo vanta la coproduzione tra i Centri di Cultura Contemporanea di Barcellona (CCCB), la Cinemathèque Francaise di Parigi e il Martin-Gropius-Bau di Berlino, dove al suo termine romano (20 luglio) sarà trasferita, per aprirsi l’11 settembre prossimo, nella capitale tedesca. Si vuole così celebrare, in maniera internazionale, lo sguardo sulla “città eterna” che Pasolini seppe interpretare, senza tralasciare le contraddizioni tra passato e presente. Curatori della mostra Jordi Balloò, Alain Bergala e il compianto Gianni Borgna, già assessore alla cultura del Comune di Roma e scomparso pochi mesi fa. Attraverso il percorso espositivo il visitatore può immergersi cronologicamente, nell’incredibile vitalità creativa che contraddistinse Pasolini: poeta, romanziere, saggista, storico dell’arte, fotografo, regista e perfino pittore. Infatti è possibile ammirare una serie di ritratti di Roberto Longhi, il celeberrimo storico dell’arte, di cui fu allievo, quando fu studente a Bologna nonché una galleria ideale di pittori contemporanei, da lui decritti con dovizia di particolari in una poesia: Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso. Girando per le sezioni, si evidenzia il suo interesse verso le lingue romanze, il suo sguardo già così critico verso la televisione, infatti ne aveva già capito il futuro. In collaborazione con gli archivi di Bologna, Roma, Firenze e Casarsa (PN), città natale materna, si può osservare l’enorme materiale dattiloscritto originale, con le sue annotazioni, evidenziando anche la sua figura di saggista che andrebbe forse più riscoperta. Il materiale fotografico, dalle scene di vita quotidiana tra le abitazioni nelle varie zone della città, ai momenti di vita nel mondo della celluloide, quando sui vari set era intento ad apportare le eventuali variazioni. L’impressione che si respira è il non voler dare una visione troppo preparata, il visitatore potrà vivere con Pasolini, la sua vita con mille sfaccettature e come attraverso un montaggio, potrà poi fare le sue considerazioni, scoprendo magari un lato nuovo. In questo filo conduttore, già apprezzato dagli spagnoli nonché dai francesi, dove molte sue opere sono già state tradotte, chiediamoci oggi, nell’Italia odierna, quale collocazione spazio-temporale avrebbe trovato Pasolini in vita, per esplicare tra lotte perenni, la sua forza creativa, magari come molti artisti e letterati sarebbe emigrato in qualche paese europeo, libero anche di poter giudicare da lontano una patria, specchio dei tempi in cui non riconoscersi.
Pasolini Roma 15 aprile – 20 luglio 2014
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194, Roma