Non facciamo, sicuramente, dell’allarmismo ingiustificato, se affermiamo che in Italia stiamo attraversando uno dei momenti più delicati per questa Seconda Repubblica al crepuscolo. Accanto ad una recessione economica tragica, fa riscontro un’incertezza politica solo, parzialmente, “mitigata” dal nuovo dialogo tra FI e PD. Tra politica ed economia s’è frapposta una situazione sociale sempre meno gestibile. I cambiamenti, se e quando ci saranno, dovranno essere varati in una visione a lungo termine per evitare le “dispersioni” di percorso. Le “rivendicazioni”, della più varia natura, sono i punti “caldi” ai quali si dovrà far fronte; anche con un Parlamento ed Esecutivo “rinnovato”. Cominciando dal carico fiscale, insostenibile, che ci ha portato ad un impoverimento e non ha favorito nessuna ripresa. Di fatto, quando si riesce a chiudere una “falla”, se n’apre un’altra. I senza lavoro aumentano e le piccole imprese chiudono. I grossi complessi industriali, ancora presenti sul territorio, non reggono alla concorrenza della produzione estera. Non a caso, il “costo” del lavoro in Italia è uno dei meno gestibili d’Europa. Questa è, in sintesi, la situazione. Meno essenziali, in ogni modo, gli sviluppi tra PD/FI. Saranno i provvedimenti per tentare di frenare la corsa verso l’irreversibilità della nostra realtà socio/economica a qualificarli. E’, ora, importante non continuare a polemizzare sulla politica “casereccia” che vede svanire anche le figure che, per il passato, ci sembravano rappresentative. Entro l’anno, ci sarà una nuova Legge Elettorale e, probabilmente, nuove elezioni politiche. Le “prime” che daranno vita alla Terza Repubblica. Le scadenze non sono lontane ed è decisivo evitare la solita ricerca delle “eccezioni”. Strategia che, da noi, non s’è sviluppata solo nel Nuovo Millennio. Per scacciare le perplessità dal nostro futuro, più che “rinnovare”, c’è da “cambiare”. Con lo spirito di non tornare mai più su posizioni in antitesi con le necessità del Paese. Necessità che, ovviamente, non sono solo politiche. Quando si darà “corpo” al nuovo Potere Legislativo, con un Parlamento ridotto nel numero degli elementi, si dovrà tener conto dei problemi correlati alla stabilità di un Potere Esecutivo al quale potranno essere demandate nuove responsabilità. Se il Paese non fosse in “bolletta”, saremmo in grado scrivere che questo 2014 rappresenti un anno di “transizione” tra il nostro “passato” ed il nostro “futuro”. La speranza di potercela fare ha da lasciare il posto alla certezza. Non rimane che rafforzare questa speranza con i fatti. L’iter per il passaggio del “testimone” dalla Seconda alla Terza Repubblica è già stato avviato. Ora gli eventi, qualunque essi siano, s’incateneranno.
Giorgio Brignola