M.A.O.X.S.&D.D.D. SULLA GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE NON DEV’ESSERE SOLTANTO UN TENTATIVO DI RISPOSTA ALLE FASCE DEBOLI, MA UN MOMENTO DI SENSIBILE E CONCRETA VICINANZA AI NOSTRI VOLONTARI

Nella 16° giornata nazionale della colletta alimentare, è giusto che il nostro pensiero sia rivolto non soltanto ai bisognosi, ma anche ai volontari, da sempre espressione di impegno quotidiano di servizio, di capacità di conoscenza dei bisogni emergenti, di anticipazione delle possibili risposte, di stimolo alle istituzioni, di promozione e tutela dei diritti dei più deboli.
E’ quanto dichiara in una nota il Portavoce del M.A.O.X.S. & D.D.D. Filomena Falsetta congiuntamente al Responsabile del Dipartimento nazionale dei Servizi Sociali Giovanna Ursida e ai rispettivi Responsabili dei Dipartimenti provinciali dei Servizi Sociali di Crotone e di Cosenza Rossella Loprete e Mariella Ferraro.
Pertanto, riteniamo che questa giornata debba anche offrire lo spunto per chiedersi se nei prossimi anni saranno ancora queste le priorità dell’azione del volontariato e, soprattutto, come innovarle e potenziarle.
Il fatto di interrogarsi sul se e sul perchè oggi il volontariato trovi difficoltà nel proseguire la sua opera di sostegno – continuano – non significa mettere in discussione il valore sociale delle sue funzioni, né tantomeno il valore profondo della sua testimonianza, ma significa mettere in campo gli strumenti indispensabili per conoscere l’effettivo rendimento sociale di queste risorse in un momento di crisi come quello attuale, al fine di identificare strade nuove per esprimere l’incontro tra diritti e doveri sociali.
D’altronde, oggi, purtroppo, è divenuto estremamente facile riconoscere i segnali di difficoltà, insiti in una considerevole riduzione del numero di volontari nonchè nelle perplessità delle nuove generazioni nel fare scelte di volontariato; e tutto questo per la crisi economica, ma anche per la crisi di fiducia che i giovani esprimono nei confronti delle istituzioni e della politica.
Pertanto, riteniamo sia fondamentale che ognuno di noi comprenda che le difficoltà di ricambio generazionale sono prima di tutto un segnale biologico, non solo per il futuro del volontariato ma per ogni formazione vivente.
Proprio perciò meritano di essere approfondite e interpretate.
Questa giornata, dunque, – concludono – deve rappresentare, a nostro avviso, non soltanto un tentativo di risposta alle domande della fascia dei bisognosi, ma un momento di sensibile e concreta vicinanza ai nostri volontari.
Condividere i loro pensieri, i loro dubbi, le loro proposte, non vuol dire altro che imparare a meditare sul futuro del volontariato realmente inteso come “filo conduttore del benessere sociale”.

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