Non esistono serie obiezioni teologiche contro l’eutanasia

Un video racconta gli ultimi giorni di una paziente terminale, Piera Franchini, dal suo paese ad una clinica elvetica. L'iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni apre la campagna Eutanasia legale e la prima giornata di mobilitazione nazionale per la raccolta di firme sulla proposta di legge. Molti credenti sono contrari all’eutanasia, perché ritengono che sia in contrasto con la volontà di Dio. Ma è un errore. Il motivo principale che spinge la Chiesa a ritenere l'eutanasia “moralmente inaccettabile” è il seguente: “La vita e la morte dell'uomo sono…nelle mani di Dio, in suo potere…Egli solo può dire: «Sono io che do la morte e faccio vivere»” (cf Evangelium vitae di Giovanni Paolo II). Ora, il fatto che il creato, compresa la vita umana, dipenda da Dio; che Dio possa creare e distruggere, non significa assolutamente che questo potere sia continuamente in atto; vale a dire, per quanto riguarda la vita umana, che sia Dio a “decidere” di dare la vita e la morte ad ogni individuo. Questo concetto non trova seria rispondenza nelle Scritture, ed è contraddetto dalla ragione e dalla nostra esperienza. E' assurdo, infatti, attribuire a Dio, ogni particolare nascita o morte, soprattutto se queste sono disgraziate o accidentali (si pensi ad un concepimento a seguito di stupro). In realtà, non esistono serie obiezioni teologiche contro l'eutanasia. Esistono, invece, validi argomenti a suo favore. Uno semplicissimo: l'idea che Dio possa disapprovare che una sua creatura in preda a sofferenze atroci possa abbreviare di poco l'esistenza terrena, contrasta nettamente col concetto di un Dio Padre amorevole e misericordioso. Inoltre: esistono casi in cui l'eutanasia, da un punto di vista cristiano, è cosa giusta e buona anche in assenza di una consapevole richiesta. E' il caso, ad esempio, di neonati affetti da malattie gravissime ed incurabili che li portano alla morte nel giro di pochi giorni o settimane. In questi casi l'eutanasia deve essere considerata un diritto del neonato, ed un dovere di coloro che ne sono responsabili. Affermare che a Dio possa “dispiacere” che una sua creatura smetta di soffrire e voli subito da lui in paradiso, equivale quasi a bestemmiare.

Renato Pierri

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