Nell’attesa dei 200 dollari al barile

di Massimo Preziuso

E continuano le notizie sull'andamento del prezzo del petrolio. Oggi siamo a quota $145 ed aumenta il consenso, lato offerta e lato domanda, su un prezzo che dovrebbe andare verso i $200 anche entro l'anno.

Intanto, arrivano molte nuove notizie: la Finanza, di cui spesso si parla nell'ultimo anno, sta rientrando (con un gran tonfo) alla normalità.

Le grandi banche d'affari, dopo aver fatto piazza pulita negli ultimi dieci anni (credo, a spese dei normali cittadini!), stanno subendo un forte ridimensionamento.

Da un lato, dispiace perchè tutto questo sta creando problemi di lavro, liquidità e di investimenti in tutto il mondo, dall'altro lo si può vedere come un “feedback” naturale in un mondo che ha degli “ammortizzatori” di lungo periodo.

Passando all'industria, l'automobile proprio ieri segnava un -20% di vendite in Europa, e credo simile in USA: un segnale del fatto che l'economia occidentale rallenta, e dispiace, ma anche un segnale che i tempi dell'auto “status symbol” vanno, pian piano, a finire.

E anche di questo io sono felice.

Andiamo alle bollette energetiche: considerate come spesa “minimale” fino a qualche anno fa (poche erano le famiglie che si preccupavano di bollette di poche decine di migliaia di lire) oggi l'energia elettrica è un problema, perchè costa.

Leggiamo ogni settimana di aumenti importanti, che danno un segnale a noi consumatori: che iniziamo, da poco tempo, a preoccuparci quando facciamo la doccia, quando ci laviamo i denti, etc.. (mentre qualche anno fa…).

E dopo un po' di “cattive” notizie, passiamo alle buone, a cominciare dal fantastico mondo della bicicletta: bene, da ciclista a Roma, sto notando un impressionante aumento di persone (un po' impaurite) che vanno a lavoro, a fare la spesa con le due ruote (non ciclomotori, che son fin troppi, e pian piano diventeranno “old”).

Si potrebbe andare oltre: l'industria IT che inizia a calcolare il contenuto di emissioni e di calore emanato dai propri prodotti (PC..).

L'industria immobiliare che, come ci si aspettava, inizia a puntare sull'efficienza energetica come driver di valore (e il governo che punta su di essa per provare ad accelerare un cambiamento necessario in un settore che incide molto sul consumo energetico e sulle emissioni – si veda la finanziaria scorsa ed il lavoro importante di ENEA sulle detrazioni per l'efficienza energetica negli edifici) e l'avvio di una nuova generazione di edifici “efficienti” che si affaccia nei prossimi anni, ancora una volta grazie ad una nuova regolamentazione che sta prendendo piede.

Il problema energetico e del cambiamento climatico, poi, è diventato improvvisamente “argomento da conversazione” a tutti i livelli: dalla cena con gli amici, al convegno universitario sull'edilizia, allo studio sull'industria agricola, all' incontro informale (offline o online) di gruppi come IE.

Andando al Petrolio, allora: l'andamento del prezzo, che visto da un punto di vista di economia di breve periodo, è chiaramente una seria minaccia ai portafogli delle famiglie occidentali (non delle famiglie arabe, per esempio, o cinesi), può e deve ORA essere visto come una grande opportunità, soprattutto per noi italiani (Paese di grandi intelligenze, ma di grandi pigrizie):

un prezzo del petrolio che continui a crescere rappresenta per noi l'opportunità di “cavalcare” un cambiamento di stili di vita e di consumo irripetibile ed non più presentabile nei prossimi decenni. Un prezzo del petrolio verso i 200$ al Barile rappresenta l'opportunità di spostare investimenti e consumi dalle industrie ormai “old” come quella dell'automobile e dei ciclomotori verso quella del “trasporto su rotaia elettrica” ad esempio.

Un prezzo così alto rappresenta la possibilità di aprire il mercato dell'offerta elettrica e diversificare le fonti di approvigionamento verso una maggiore quota di rinnovabili.

E ancora la possibilità di allevare una nuova generazione ambientalista, che riscopra la ricchezza del nostro Paese, che è prima di tutto una ricchezza culturale ed ambientale, per poi trasformare questa nuova cultura in un nuovo modo di fare impresa, in maniera “sostenibile”.

Si potrebbe continuare all'infinito, ma è evidente che per trarre profitto da questa transizione rivoluzionaria in corso (verso la Clean Economy and Society), non si possa rimanere passivi, come fatto finora, ma si debba cavalcare il cambiamento:

ed in questo il GOVERNO ITALIANO deve fare delle scelte innovative, anche a rischio di recare ulteriore danno di breve periodo a noi italiani.

Deve promuovere “iniziative nuove”, a cominciare dal settore dei trasporti e dell'energia, appunto, partendo da una massiccia campagna di sensibilizzazione al CAMBIAMENTO dei nostri STILI DI VITA in prospettiva di un cambiamento che, comunque, arriverà, e stavolta non deve coglierci totalmente impreparati, pena la regressione a Paese sottosviluppato (che proprio non meritiamo).

Quindi, aspettando quei 200$ al Barile, e che suoni la sveglia alla nostra Politica, in bocca al lupo cara ITALIA.

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