La storiella del padre incoscient​e e Paolo Mieli

Il padre di una famiglia povera, un giorno torna a casa con un costoso soprammobile. La moglie lo rimprovera: “Ma come, sai in quali condizioni economiche ci siamo venuti a trovare a causa della crisi, ai tuoi figli manca il necessario, e tu vai a spendere denaro per un oggetto inutile?”. E lui: “Vedi, cara consorte, il negoziante è un amico, gli avevo promesso l’acquisto. Mi dispiaceva di non mantenere la promessa. Del resto, il denaro che ho speso non sarebbe certo servito a risolvere i nostri problemi.”. Paolo Mieli, ieri sera (22 gennaio) a Ballarò (Rai3), con la sua espressione di uomo buono e pacifico, con la sua voce tranquilla, carezzevole, ha affermato con sconcertante disinvoltura che è inutile rinunciare all’acquisto di bombardieri e sottomarini, giacché non è questo il modo di risolvere la crisi. Poco prima Floris aveva mandato in onda un documentario che mostrava persone diventate povere a causa della crisi, intente a raccogliere scarti di frutta e verdura nei cassonetti vicino ad un mercato. Che si tratti soprattutto di problema morale, evidentemente non ha neppure sfiorato la mente dello storico, saggista e giornalista. Mario Sechi, invece, poiché è candidato nella lista Monti, e non fa più il giornalista, a chi gli faceva notare qualche sera fa (La7) che era assurdo acquistare sottomarini in questo brutto periodo, ha risposto che rinunciare all’acquisto significa perdere posti di lavoro…. Ma si può? Effetti della metamorfosi.

Renato Pierri

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