Oggi nel paese esiste una sensazione di lassismo, di mancanza di voglia di fare, di pensare alla programmazione del domani, di mancanza di rispetto dell’altro e persino della voglia di vivere, come lo testimoniano i frequenti suicidi, aspetti negativi tutti che durante la mia età, piuttosto avanzata, non ho mai osservato, nemmeno con il fascismo o anche dopo la fine dell’ultimo conflitto mondiale. Pare che, usando una comparazione più o meno pertinente, sia stata prosciugata la benzina da un motore e quindi la macchina non possa più ripartire.
A mio parere, in base al rapporto causa-effetto, una ragione molto oggettiva c’è e si intravede in quasi tutti quei personaggi che hanno caratterizzato la precedente politica, i quali, con la loro impreparazione, la loro mancanza di dignità, la mancanza di rispetto verso gli Italiani e le Istituzioni, hanno determinato una grave patologia sociale la cui incubazione dura dal periodo in cui è sceso in campo quell’omino di Arcore, convinto che con il denaro si potesse manovrare anche i cervelli. Molti si sono lasciati influenzare da ciò e poi… la botta finale che, finalmente, in questi ultimi giorni, le amministrative hanno inferto sia al berlusconismo che ai suoi componenti, al punto da farli quasi scomparire persino ad opera di un comico, Beppe Grillo, che, ironia della sorte, aveva a che fare pure lui, da “collega” con il teatrino della politica al pari appunto di coloro che, come Pdl e Lega, sono stati in questi giorni messi allo sbando, senza alcuna possibilità di rifarsi nel breve termine, in quanto, per loro, rebus sic stanti bus, presentarsi oggi al voto, significherebbe una debacle sicura. Per contro, una sicura vittoria del centro-sinistra, ora come ora, non sarebbe molto efficace per via di accordi e programmi non proprio chiari e condivisibili da tutti.
Oggi il Paese, purtroppo, più del risanamento del debito pubblico dal quale non si può prescindere anche per la sua urgenza, in aggiunta alla crescita e dal lavoro, ha bisogno di ritrovare se stesso: non ha un obiettivo economico, un indirizzo politico, una coscienza civica su cui poggiare, requisiti tutti che possano dare una scossa per la ripresa. La sfiducia infatti regna sovrana ed anche quel poco che ha fatto il governo Monti non viene apprezzato perché, lo scotto pagato e quello ancora da pagare, sembra aver spento negli Italiani anche quella forza residuale, che sarebbe stata forse capace di far sperare per il futuro, che in questo momento non si può nemmeno ipotizzare, sia pur guardando in prospettive molto e molto lontane.
Ed a tutto ciò ci ha portato il berlusconismo che ha tolto autorevolezza alle persone oneste e per bene, anche a quelle fasce sociali che, per età od altri motivi, sono fuori dal mondo attivo e non fanno profitto, inculcando nell’immaginario collettivo false certezze attraverso i mass-media (molta stampa ha rincorso personaggi noti, anche se cretini, per fare notizia, contribuendo alla visibilità dei cretini e, contemporaneamente, a far vivere di luce riflessa la stessa stampa che ora sembra non toccare quasi più il tasto del solito refrain berlusconiano).
Ora tutti ce ne accorgiamo della situazione pesante che non è ascrivile in toto alla crisi mondiale (come si vuol far credere) ma a quei poveri “disgraziati”, perché di disgraziati si tratta, che in Italia hanno mangiato a sazietà svuotando le tasche delle persone oneste, avvelenando la coscienza civile, per la cui guarigione, almeno per il momento, non trova nel mercato antidoti di sorta. Ma ancora solo ulteriori veleni…
ARNALDO DE PORTI