DOVEROSI I DISTINGUO TRA CLASSE IMPRENDITORIALE ED ECOMAFIE

Marco Ielli
Presidente Commissione Attività Estrattive
Confindustria Puglia

In relazione al recente comunicato stampa di Legambiente relativo al settore estrattivo in Italia si ritiene opportuno esprimere alcuni riflessioni nel merito.
Sull’argomento è necessaria porre un netto distinguo circa la continua identificazione dell’intera classe imprenditoriale del settore in Puglia con le ecomafie che oltre ad essere offensivo per un’intera categoria produttiva, dimostra la persistenza di limiti e pregiudizi culturali che non contribuiscono certo ad affrontare in maniera puntuale e concertata la questione.
Peraltro sono sufficienti i dati pubblicati dall'ISAE (Istituto di studi e Analisi Economica) del 26 Marzo sul settore lapideo in Italia per rendersi conto che il settore è in netta contrazione: infatti nel primo trimestre 2008 l'export è calato del 16% e le ricadute occupazionali segnano un -11%.
Nel contempo opinabile è anche il continuo raffronto con altri paesi europei in relazione al consumo di inerti e cemento; non è possibile paragonare l’Italia alla Germania in quanto le tipologie costruttive di ogni nazione sono differenti: nei paesi nordici l’uso del calcestruzzo è limitato in virtù del fatto che è preferito l’uso del legno anche per gli elementi strutturali, così come in America si preferisce utilizzare l’acciaio.
Per quanto concerne l’onerosità delle concessioni è bene precisare che le Regioni italiane portate ad esempio da Legambiente presentano strutture e servizi rivolti alle Aziende estrattive che giustificano il pagamento di una tassa.
Infatti mentre in altre realtà regionali si cede in concessione il solo giacimento (l’imprenditore non acquista il suolo, che rimane di proprietà dell’Ente pubblico): eliminando l’onere dell’acquisto del terreno è quindi logico che si paghi la concessione all’Ente proprietario sotto forma di tassa di estrazione.
Inoltre è bene ricordare che in Friuli occorrono solo 90 giorni per ottenere una Concessione mentre in Puglia sei anni!
L'opinione che si ricava dalla lettura della nota di Legambiente è di voler, come al solito, “far cassa” gravando sulle attività produttive e, di conseguenza sui cittadini: un aumento dei costi delle materie prime farebbe aumentare i costi di costruzione in maniera esponenziale.
L'introduzione di questa nuova tassa regionale ricadrebbe direttamente sull’utente finale: per gli operatori del Settore nulla cambierebbe, la tassa sarebbe semplicemente ribaltata sul prodotto finale e quindi sui consumatori; in Friuli (dove la tassa di estrazione è di 3.30 €/mc) un metro cubo di calcestruzzo costa attorno a 130 € mentre in Puglia il prezzo medio è di soli 50 €/mc!
Per rendere l’idea con un solo Euro al metro cubo di aumento degli inerti prezzo del calcestruzzo aumenta dell’80%; è facile immaginare le ripercussioni non solo sui privati ma anche sul costo dei lavori pubblici.
La necessità di salvaguardare le esigenze ambientali e, nel contempo, tener conto dell’importanza delle attività produttive ha portato l’attuale Amministrazione Regionale ad intraprendere un rivoluzionario cammino rivolto a trovare un punto di equilibrio tra interesse pubblico ed attività economiche. L’approvazione del PRAE in piena concertazione con Confindustria Puglia è stato il primo passo “coraggioso” svolto da imprenditori ed Amministrazione Pubblica. Da un lato la forte volontà degli operatori di giungere ad uno “stato di diritto” che consentisse la pianificazione al pari di altre attività industriali, dall’altro lato la ferma volontà da parte dell’Assessore Losappio di risolvere definitivamente le decennali problematiche che orbitavano attorno al settore, hanno portato a compimento un iter iniziato più di venti anni fa.
Malgrado ciò il quadro normativo attuale è già obsoleto ed è certamente apprezzabile lo sforzo di conferire organicità ad un quadro legislativo fortemente frammentato, come pure le previsioni dei provvedimenti mirati a garantire certezza degli adempimenti, a riordinare le funzioni degli enti e organismi di studio, assistenza e controllo, a realizzare il coordinamento delle attività e degli indirizzi in materia ambientale ma anche produttiva.
Si apre ora una nuova fase nella quale, anche alla luce delle indicazioni che verranno dalle bozza di Legge, Confindustria Puglia non si sottrarrà al confronto al fine di elaborare proposte tese a rimuovere eventuali criticità dall’attuale testo legislativo.
L’obiettivo principale dei vertici di Confindustria è quello di traghettare il settore estrattivo pugliese verso una nuova stagione che segni un significativo cambiamento nel modo di concepire lo sviluppo dell’attività lapidea regionale; al tempo stesso, si propone di attivare iniziative utili ad orientare le aziende nella doverosa e puntuale applicazione del nuovo corpus normativo e, più in generale, a promuovere e sviluppare maggiore cultura di impresa, attraverso la formazione, l'informazione, la consulenza ed il sostegno finanziario.

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