“Sacre Scritture, maneggiare con cura”

Su La Repubblica del 9 maggio, Corrado Augias scrive: “ Le Scritture, tutte, vanno maneggiate con cautela perché nelle loro pagine si trova di tutto. In nome del Corano si può essere clementi e misericordiosi o sgozzare gli infedeli. Infine pescare dalla Bibbia è sempre questione delicata. La Bibbia o la si assume per ciò che è, cioè il libro sacro dell’ebraismo, o è meglio lasciarla in pace”. E’ giusto. Non è intellettualmente onesto, infatti, servirci del versetto o del passo delle Scritture che più ci fa comodo, per sostenere le nostre tesi. Ma allora non possiamo fare citazioni bibliche? Certo che possiamo farle, purché queste non contrastino mai con la ragione, col buon senso, e soprattutto col messaggio fondamentale che le Scritture ci hanno trasmesso. Per un cristiano il criterio è semplice: la citazione non deve contrastare con lo spirito del Vangelo. Un esempio: se sostenessi che è giusto uccidere i nemici e per avallare la mia affermazione citassi i versetti: “Quando avrò affilato la mia spada folgorante, e la mia mano si accingerà al giudizio, farò vendetta dei miei avversari, ripagherò quelli che mi odiano. Inebrierò le mie frecce di sangue, la mia spada divorerà la carne: sangue degli uccisi e dei prigionieri, teste dei principi nemici” (Dt 32,41 – 42), commetterei un madornale errore, giacché il versetto è in palese contrasto col concetto di un Dio, Padre amorevole e misericordioso, concetto presente nell’Antico Testamento, ma soprattutto nel Nuovo.

Miriam Della Croce

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: