Politicamentecorretto.com, è il naturale approdo di un lavoro costante e delicatissimo, svolto alle Camere durante un anno e mezzo di legislatura. Gli italiani eletti all’estero, mi hanno appassionato immediatamente. Grande novità di questa repubblica. L’unica novità, se vogliamo, introdotta nella nostra Carta Costituzionale. Qualcosa sarebbe cambiato. Cosa, per chi ed in quale misura, lo abbiamo cercato di tastare giorno per giorno e non abbiamo certo finito. Il 6 di gennaio del 2002, cioè il giorno dopo la pubblicazione sulla G.U., la legge n° 459 del 27 dicembre 2001, entrava in vigore. “Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”, annunciava la modifica della Costituzione per la prima volta dal 1948. Firme in calce: Ciampi, Berlusconi, Tremaglia.
Da quel momento, il mio lavoro di informazione non è stato sempre pianificato seguendo una logica ferrea. Si è basato spesso sull’anticipo, sulla ipotesi da venire, sull’osservazione, sull’istinto. Interrogando i protagonisti. L’intervista è stata e continuerà ad essere il mio strumento principale di indagine e di informazione. Al cospetto di un registratore acceso, si apre una diretta con i destinatari, con i lettori dove la voce del giornalista è secondaria, in ombra. L’interesse deve concentrarsi su chi risponde alle domande. Ecco, le domande. Il difficile dell’intervista è, qualora si riesca a stare assolutamente addentro ai fatti, essere corretti. A certi livelli, l’antifona si decifra subito, bisogna stare attenti. Impertinenti, ma corretti.
Ci si chiede: “Che cosa oggi è politicamente corretto”?
A parer mio, è il mettersi a disposizione, in questo caso, della politica; offrire spazio ai protagonisti; non “contaminare” le notizia di fede personale; sentirsi vicino a tutti di destra e di sinistra quando, in loro, sia palese la buona fede. Essere corretti politicamente, non significa affatto dare ragione a tutti. Non è l’atteggiamento ipocrita di chi non prende posizione. Ma l’eliminazione di ogni pregiudizio, la mancanza di qualsiasi discriminazione di tipo razziale, sociale, politica o religiosa. La critica, necessaria e salutare, deve essere giustificata da un rapporto di causalità strettissimo che la legittimi. E’ un atto dovuto se stimola. Diviene virus dell’antipolitica quando è frutto di una presa di posizione gratuita o, peggio ancora, ideologica.
Tra le tante interviste ottenute da Deputati e Senatori, i 18 eletti all’estero sono stati i primi e continueranno ad essere quelli cui le mie attenzioni saranno rivolte anche in futuro.
Coinvolgere, in questo progetto, i Comites e gli Istituti Italiani di Cultura di tutto il mondo, significherebbe dare l’opportunità agli italiani, che vivono fuori dai confini patri, di far sentire la loro voce. Infatti, il giornale si prefigge l’obiettivo, non solo di informare ma anche di ascoltare. Ottenere da loro un riscontro con lettere, messaggi, mails, istanze, ecc., significherebbe dare loro un ruolo da protagonista. Significherebbe perfezionare il progetto editoriale che mi appresto a porre in essere: mettere in condizione gli italiani all’estero di divenire intervistatori delle loro stesse istanze. Questa è un promessa.